Freschezza e semplicità. Volete una granita siciliana diversa dalla versione pappa e fuggi ahinoi diffusa oggi? Cercate freschezza e anche semplicità. Diversamente da quel che succede con la classica pasticceria siciliana, emozionante da perderci la testa ma ricca e decadente.
Acireale è tra le città siciliane in cui gli attentati all’incolumità della granita autentica ottengono meno successo.
Non a caso la densità di granite fresche e semplici è assai elevata, specie se parliamo di gusti essenziali come mandorla e limone. E non a caso 3 delle 10 migliori granite tra le 50 che compongono la uber classifica 2017 di Dissapore, provengono proprio da Acireale.
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Che di suo, invece, vanta un centro barocco e alcuni imponenti edifici pubblici, una città bella ma poco turistica che mantiene il suo naturale contegno anche quando ospita, come in questi giorni, dal 25 al 27 maggio, la Nivarata, festival internazionale della granita.
NIVARATA: COS’E’
Quest’anno quindici gelatieri hanno presentato le loro granite. Alcuni siciliani, altri del continente, qualche giapponese e un inglese.
Il pubblico di Acireale è uno spettacolo a parte.
I numeri non fanno ancora gridare al miracolo ma, sette edizioni dopo il debutto, la sfida dei tre organizzatori per promuovere un prodotto tipico della tradizione siciliana, non contagiato dagli abomini della modernità, sembra essere vincente.
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Essere alla Nivarata, nonostante i problemi tecnici, la difficoltà a reperire sponsor, gli imprevisti e le decisioni prese all’ultimo, restituisce il senso di un omaggio a neviere (le conche in cui si accumulava la neve caduta per solidificarla e trasformarla in ghiaccio) e nivaroli (i mercanti del ghiaccio).
NIVARATA 2018: LE GRANITE MIGLIORI SECONDO DISSAPORE
Il titolo di “granita dell’anno” premia i gusti personalizzati dai partecipanti al concorso, non i classici dunque, messi alla prova dai giurati su un palco sistemato al centro della grandiosa piazza Duomo, circondata su tre lati da edifici monumentali.
Il pubblico assiste, oppure ne approfitta per visitare la cattedrale, o la Basilica dei santi Pietro e Paolo, o il Palazzo Municipale. Oppure si disperde per corso Umberto I, l’arteria principale di Acireale.
Il verdetto è atteso per stasera, ma dopo aver provato tutte le proposte in concorso, anticipiamo i giurati (alcuni tra i migliori gelatieri italiani), impigriti dal sole e dal paesaggio marino di Acitrezza, dicendovi quali sono le 3 granite che ci sono piaciute di più alla Nivarata 2018.
PICNIC ON BRIGHTON BEACH
Fragola, limone, pepe nero, zucchero, acqua
Non possiamo definirci esterofili, anzi, ma qui parliamo di un abbinamento fragola – limone, completato dall’aroma di basilico, che fa gridare al miracolo.
Specie se consideriamo che arriva da Brighton, Inghilterra, dove non è scontato che conoscano la cremosità perfettamente calibrata di questa granita, che resta tale anche mentre si scioglie al sole.
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Con anche un pizzico di speziato che rinfresca ulteriormente.
CASSATA SBAGLIATA
Mandorla, scorze di arancia, limone candito, zucchero, acqua
Peppe Flamingo è un siciliano giovane e scaltro. Ha aperto Tasta, la sua gelateria, in un sacco di posti, addirittura a Miami. Ma invece di gustarsi in santa pace il meritato successo si iscrive a diversi concorsi, sgomitando anche per farsi notare.
Alla Nivarata 2018 ha portato una bella idea, secondo alcuni scontata, ma dirlo dopo è facile.
Una cassata sbagliata di nome e di fatto. Senza ricotta, poco addomesticabile in una granita, ma (inizialmente) con il cioccolato bianco, ingrediente non ammesso per la presenza del latte, che nella granita ortodossa è tabù.
Quando l’ha saputo non si è perso d’animo, ha sostituito il cioccolato bianco con le mandorle. E sorpresa! È venuto fuori un sapore che bacia l’idea di cassata siciliana, intenso ma non stucchevole. Il cioccolato a pezzetti arriva da Modica. Accompagnano canditi e granella.
LIMONE PROFUMATO ALLO ZENZERO
Limone e zenzero
Vuole farsi spazio fra i gelatieri, Gentian Ashiku, ragazzo albanese dall’insolito accento milanese che partecipa per la prima volta alla Nivarata, per niente intimorito.
Un pizzico di zenzero in più non sarebbe guastato nella sua granita.
Ma il terzo posto se lo è guadagnato perché molto preciso nel restituire il sapore solare della granita al limone.
Visto che alla Nivarata abbondano le menzioni speciali, aggiungiamo anche le nostre.
Tra una granita e l’altra, le proposte diverse dei cosiddetti “chef con la coppola”, in rappresentanza di tutto ciò che granita non è, hanno regalato sollievo al palato.
Per dire, il pensiero del panino con la porchetta di Giuseppe Raciti, giovane chef di Zash, ristorante di Riposto (Ct) o della pizza fritta di Simone Strano, siciliano pure lui, executive chef al Senses di Palazzo Montemartini, a Roma, ci fa seriamente pensare a un ritorno in piazza Duomo.
Seduta stante.