Le parole sono importanti. Specie per un gastrofanatico, o per meglio dire, un foodie. Questa stessa parola è tutto un programma. Non la puoi tradurre semplicemente con “gourmet” o “buongustaio”. Foodie è una persona che appartiene a un gruppo ben selezionato, una cerchia ristretta di individui che, dotati di conoscenze gastronomiche sopra la media, individuano i nuovi trend, cosa e dove mangiare.
C’è chi lascia chiare disposizioni per essere abbattuto qualora venisse sorpeso a usare la parola foodie, ma il totale delle persone che aspira a identificarsi in loro — moderni opinion leader — aumenta ogni giorno.
Ovviamente parlarci è un campo minato. Cavarsela descrivendo i sapori con aggettivi tipo “buono” è un’utopia. Bisogna saper distinguere le componenti acide, salate, umami. E se non sapete cosa vuole dire, beh… il bollino di foodie si allontana.
L’ossessione per la parola giusta da buttare nell’arena non e’ passata inosservata all’Huffington Post, contenitore tuttologista che cavalca i trend con leggiadria insuperabile. Si arriva così alla lista delle 50 parole che ogni food lover (quindi non foodie, attenzione, ma un livello di conoscenza piu’ basso, definibile per lo più come aspirante) DEVE conoscere!
E allora vediamole queste 50 pietre miliari.
“Alginato”, “Scala di Brix”, sto leggendo bene? Ora tu, leggiadro Huffington, mi stai dicendo che DEVO conoscere l’alginato di sodio? E scusami, dopo cosa cambia, sferifico tutto quel che mangio? E poi, seriamente, posso mai fare colpo su un’attraente food lover sfoderando questo tipo di parole? Forse sì, qualora si trattasse di una “Trekkie” (?)
E se qualcuno dei nostri conoscenti usa davvero la Scala di Brix per comprare la frutta? E’ arrivato il momento di cambaire i criteri di selezione delle persone che vediamo.
Il fatto di non conoscere “Reinheitsgebot” mi preoccupa un po’… oggi di birra si deve capire! Inoltre, sapere cos’è la “Reazione di Maillard” è piuttosto importante. Se invitati a un barbecue scopriamo che il padrone di casa non è informato, aspettatiamoci cose orrende e abbiette.
Per il resto ci sono parole che fanno tanto wannabe. “Ghee”, per esempio, e’ il burro chiarificato in hindi (?), evidentemente usarlo per tutti i tipi di cucina aumenta la credibilità del food lover. Poi una serie di parole rilevanti solo in ambito americano. Complimenti per il “Burgoo“: mai più senza.
Delusione. Di italiano abbiamo solo “scorpacciata”, associata alla moda del mangiare locale. Ora, passi che l’italiano è visto come comfort food, nondimeno mi riservo il diritto di scuotere la testa. Più numerosi i termini francesi; ma sono davvero foodie? “Supreme” si sente anche da McDonald’s, per dire.
Poche, pochissime, le parole classiche, quasi tutte puramente trendy. Ho capito: il foodie americano è una specie di tuttologo alla moda che mi cadrebbe sul brasato.
Allora penso, visto che questo vocabolario non convince, glielo diciamo noi quali termini non devono mancare nel bagaglio di un gastrofanatico? Quali sono le parole chiave alla base del nostro gastrocosmo? E quali, viceversa, fanno tanto “vorrei ma non posso” (nel senso che vengono usate a sproposito tipo Tiziano Ferro e il guacamole come aperitivo)?
[Crediti | Link: Huffington Post, Wikipedia, La brigata di cucina, Dissapore. Immagine: The Family Meal]