Sapete chi ha inventato le patate fritte?
Per noi fondatori della setta in difesa della Patata Fritta Dop, il cui fine supremo è tendere al punto G della faccenda (che poi sarebbe il sottile equilibrio tra consistenza croccante fuori e morbidezza dentro), la cosa non è irrilevante.
Se un belga leggesse la ricostruzione dei fatti che vi proponiamo in questa infografica farebbe il diavolo a quattro, pur di confutarla ci accuserebbe di essere al soldo degli usurpatori francesi.
Secondo lui le patate fritte non si chiamano french fries, bieca appropriazione del marketing d’oltralpe, ma frites, alla belga appunto, e sono state inventate a Namur, capitale della Vallonia.
In Belgio sono piatto nazionale e stop — sdegnato, su questa storia non aggiungerebbe altro.
La querelle franco-belga sulla paternità delle patate fritte va avanti da decenni, entrambi i paesi le rivendicano come prodotto del loro ingegno gastronomico, ma le origini sono avvolte nel folklore popolare.
Il punto è che i bastoncini dorati sono un lascito della cucina di strada, mica roba di blasone. Questo è il motivo per cui è difficile stabilire da dove provengano realmente.
E’ probabile che abbiamo visto la luce per la prima volta in Francia sul Pont Neuf, il più antico di Parigi, dove nel 1789, poco prima della Rivoluzione, erano parte della mercanzia proposta dai venditori ambulanti insieme a castagne e polpette di patate.
Una teoria ampiamente accettata nonostante le affermazioni dei fiamminghi, e cioè che la provenienza sarebbe invece Namur, capitale della Vallonia, Belgio del sud.
La ricostruzione, cui non fa difetto l’immaginazione, è questa: intorno al 1600 gli abitanti di Namur erano soliti friggere il pesce pescato nel fiume Mosa. Con l’arrivo dell’inverno, quando il fiume gelava, il pesce veniva rimpiazzato da patate tagliate a bastoncini. Le patate fritte, appunto.
Ai belgi però va riconosciuto di avere perfezionato prima di tutti la tecnica della doppia frittura.
Chiunque abbia mangiato le patatine nelle fritkot, le bancarelle presenti lungo le strade più trafficate delle città belghe, spesso contrassegnate da lunghe e pazienti code, sa che sono molto croccanti ma all’interno conservano una parte di polpa morbida.
E allora guardare all’insù, a quelle che rappresentano una scomoda pietra di paragone per qualunque altra patata fritta, diventa una forma di giustizia poetica. Facciamolo.
Per la doppia frittura delle frites si usa un grasso bovino detto “Blanc de bœuf” che consegna alle patatine un odore piacevole e molto riconoscibile, a volte sostituito da un olio vegetale. In qualunque caso la temperatura dell’olio non deve superare i 175°C.
Si può incontrare chiunque in fila davanti a una friktot per comprare patate appena fritte e servite in un cono di carta, dall’anziana signora che porta il cane a passeggiare allo studente, fino al parlamentare che vive nelle vicinanze intento a scegliere con quale salsa accompagnarle tra le oltre 50 di solito a disposizione.
Come capirete se siete arrivati fin qui le patate fritte sono un’esperienza di pura delizia, ma bisogna sapersi orientare facendo lo slalom tra olii esausti e surgelamenti come regola di vita, e anche tra i modi di tagliarle più diffusi.
Date un’occhiata a queste altre infografiche sui principali tagli in Europa e in America (dove le patate fritte, arrivate durante la prima guerra mondiale, si mangiano a vagonate) poi diteci: qual è il vostro preferito?
TAGLI EUROPEI
TAGLI AMERICANI
[Crediti | Link: Dissapore, infografiche: Valentina Campus]