Ieri sera Faby Scarica –nata l’otto ottobre 1988 a Vico Equense, chef a Villa Chiara Orto & Cucina nella stessa città– ha vinto Top Chef.
Di Faby hanno scritto in tanti, ché è promettente e talentuosissima.
Ma la descrizione più simpatica di tutte l’hanno vergata Vizzari-Cavallito&Lamacchia nel libro “Giovani e audaci – Ritratti (quasi) veri dei cuochi che stanno rivoluzionando la cucina italiana” (EDT, 2016, pagg 194 pagg, € 16,90). E io ve la regalo qui (su gentile concessione dell’editore).
È iniziato Top Chef Italia 2.
Com’è Manna, il ristorante di Matteo Fronduti che ha vinto Top Chef Italia.
“Faby Scarica si è iscritta al liceo classico perché da grande voleva fare la veterinaria, l’architetta o la psicologa. Insomma, con la matura consapevolezza dei tredici anni, aveva già da tempo abbandonato l’idea di fare l’astronauta o la ballerina.
L’ultimo anno del liceo, Faby ha ormai una figlia di due anni e le versioni di greco le sembrano quasi passeggiate rilassanti. Il suo vero problema, infatti, è preparare pappine che piacciano a Chiara.
Siamo nel 2009 e sono passati dieci anni da quando “La Stampa”, alla ricerca della notizia dell’uomo che morde il cane, pubblicò un articolo dal titolo 22 portate di delusione in cui Edoardo Raspelli definiva quella di Ferran Adrià una cucina di pappine per “sdentati”.
Invece è proprio grazie a quella sdentata di Chiara che Faby si appassiona alla cucina e scopre il piacere di dare piacere e nutrimento attraverso il cibo. Prepara piatti quotidiani e torte buffe per le feste.
Lei, che aveva vissuto il liceo orientata dal sacro principio del “quanto basta”, del non studiare oggi quello che puoi studiare domani, e che conosceva la gastronomia solo attraverso Lucullo, non si accontenta però di essere una brava donnina che sa cucinare bene.
Si iscrive alla scuola di cucina Alma e diventa una secchiona pazzesca. E lavora, lavora, lavora.
Prima al Quisisana di Capri, dove sfugge da un destino di commis dedicato al lavaggio della lattuga e si nasconde in pasticceria (sai, la storia delle torte buffe…), poi alla Torre del Saracino da Gennaro Esposito, agli antipasti, sotto il controllo rigoroso di Fumiko Sakai.
E ancora nella cucina di Don Alfonso, dove ha imparato che la cucina non è un posto per donnicciuole, e ancora in giro qua e là.
Dopo qualche giorno in casa di Cristina Bowerman di Glass Hostaria a Roma e figlio, ha finalmente esclamato: «Si – può – fare!».
Giusto il tempo di un annetto di lavoro all’Excelsior Vittoria, dove ha cloroformizzato e rapito Arturo Scarfaro con cui nel 2015 ha aperto il ristorante Villa Chiara Orto & Cucina. Già si chiamava Villa Chiara, pensate il destino.
Adibito alternativamente alla cucina e ai lavori da manovale, con mestolo o piccone, Arturo è noto per dire solo e sempre una stessa frase: «Mannaggiammè».
Ma se non la vedete con gli occhi di chi è martirizzato dalla cazzimma di quella ragazza esile con lo sguardo sognante, questo luogo è un posto fantastico, dove si mangiano piatti lievi, moderni e gratificanti, dove ci sono le mucche, i cavalli, i giochi per i bambini.
Tra stalle, ristrutturazioni e clienti, alla fine Faby ha realizzato il suo sogno e fa l’architetto, la veterinaria e la psicologa. Nel mentre continua a cucinare torte buffe.”
[Crediti | TvBlog, immagine: Scatti di Gusto]