Prima dici che il locale fa schifo. Poi urli che ti hanno servito del granchio in scatola a cui sei “leggermente intollerante” al posto dell’astice fresco, senza manco assaggiare il piatto, solo per intuizione di Dio.
Poi accusi i titolari di mandare la gente al pronto soccorso e infine inciti i clienti a non mettere mai piede nel locale della discordia.
Tutto ovviamente via web, attraverso i social, con migliaia di like, visioni e condivisioni nel giro di un amen.
Il minimo che poteva capitarti era una querela, ovvio, seguita ora dal sequestro del video incriminato.
Questo è stato deciso dal giudice per le indagini preliminari Mariella Fino nei confronti di Simone Rugiati, che aveva suscitato clamore con la sua feroce “recensione” via Facebook del “Sushi su” un ristorante di Padova.
Il video in cui Simone Rugiati attacca il Sushi su di Padova: “qui ti intossicano”.
I titolari, Massimo Liggieri e Michela Stecca, dopo la vagonata di accuse hanno querelato il popolare tele-chef per difendere il buon nome del locale e del loro operato, demolito dall’ira funesta di Rugiati.
Il giudice, inoltre, avrebbe trovato ingiustificabili le parole di Rugiati in quanto non solo “denigratorie” sulla qualità del cibo e sul “pericolo di intossicazione” ma soprattutto “false”:
Rugiati infatti ha affermato di essersi trovato nel piatto del granchio in scatola senza nemmeno aver assaggiato il piatto, mentre dagli atti risultano soltanto, tra gli acquisti del ristorante, documenti di acquisto di pescato fresco.
Al video di Rugiati risponde il proprietario del Sushi Su.
Da qui, la decisione del giudice di sequestrare immediatamente il video virale: «C’è l’urgenza di oscurare il filmato per evitare il protrarsi del reato», ha stabilito il gip.
[Crediti | Link: Mattino di Padova]