Simone Rugiati esprime sdegno su Facebook verso il ristorante Sushi su, colpevole, a suo dire, di avergli servito pesce in scatola invece che fresco, e di avere soprattutto negato la presenza nel piatto del granchio, a cui lo chef è “leggermente intollerante” (?!).
Rugiati si sarebbe accorto dell’inganno semplicemente “annusando” il piatto – come si confà a un (tele)chef di livello – condividendo poi sulla sua pagina Facebook la concitata stroncatura del locale di via Giordano Bruno a Padova, con un trafelato video che ha totalizzato finora quasi 500mila visualizzazioni.
Lo chef di “Cuochi e fiamme’ non va troppo per il sottile – propio come gli era capitato anche con noi di Dissapore – accusando il ristorante di “mandare la gente al pronto soccorso” e promettendo di non metterci più piede.
Contattato dal Mattino di Padova, Massimiliano Liggieri, proprietario del Sushi su, risponde che nel suo ristorante il sushi è preparato con pesce fresco, precisando di aver messo tutta la questione in mano a un legale.
Nella polemica interviene, sempre sul quotidiano padovano, Massimiliano Alajmo, “il più giovane chef della storia ad avere ottenuto le tre stelle sulla Guida Michelin, responsabile dei ristoranti Le Calandre, Il Calandrino, La Montecchia e Gran Caffè Quadri(Venezia).
A differenza di migliaia di utenti Facebook, Alajmo difende il ristorante incriminato dal polverone del collega (?!) Simone Rugiati, censurandone i modi rudi e accusandolo di aver ceduto a uno “sfogo mal gestito”.
“Lo trovo un modo raccapricciante di esprimere disappunto –dice Alajmo– penso a concetti come etica, rispetto, dignità e mi chiedo dove siano finiti. Solidarietà e stima per Sushi su, dove non vedo l’ora di tornare a mangiare”.
Ma lo chef si spinge oltre, suggerendo che il celebre telechef non sia stato così trasparente:
“Io confido sempre nel setaccio della conoscenza, che spinge le persone a distinguere tra ciò che è vero e ciò che è falso. Ognuno di noi ha i suoi filtri”.
Lo chef continua precisando che “in questo periodo in cui molte persone hanno bisogno di sfogare le loro sofferenze, ci sono valvole di sfogo che vengono gestite proprio male. Prima di commettere azioni di questo genere bisogna pensare che dietro a un ristorante ci sono persone che lavorano, ci sono dipendenti. Serve rispetto perché è un mestiere”.
Infervorandosi per quello che ritiene un vero sopruso, Alajmo sembra rivolgersi direttamente a Rugiati, includendolo in una sorta di “casta della pignatta”:
“A volte chi si sente forte e potente parla con grande facilità. Ma le informazioni che girano in rete sono tantissime e in definitiva resta molto poco. È lo sfogo di un momento che si dissolve con altrettanta facilità”.
Quella di Alajmo potrebbe sembrare foga giustizialista ma, come scrive Il Mattino, evidentemente lassù, nell’Olimpo della cucina italiana, la visuale è più nitida e questo aiuta a mettere in fila pensieri ordinati.
[Crediti | Link: Il Mattino di Padova]