Questa sera il ristorante Del Cambio di Torino compie quattro anni. Cioè, compie gli ultimi quattro anni, quelli del Nuovo Corso, visto che è nato nel 1757. Per festeggiare, Matteo Baronetto – che è il comandante della corazzata, così come Michele Denegri ne è l’armatore – ha deciso di fare una grande festa chiamando a raccolta tutti gli chef delle recenti aperture cittadine.
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L’invito recita “Il nuovo risorgimento della cucina torinese – Cena collettiva per il compleanno di Del Cambio” e accanto a Baronetto ci saranno i tanti che hanno iniziato la propria avventura sotto la Mole negli ultimi 48 mesi: Federico Zanasi di Condividere, Nicola Somma del Cannavacciuolo Bistrot, Fabrizio Tesse del Carignano, i fratelli Costardi di Edit, Marco Sacco appena approdato al Piano 35, Stefano Sforza del Petit Madeleine, Alessandro Mecca di Spazio7, Dario e Diego Rista di Magazzino 52 e altri ancora.
Baronetto non avrebbe potuto avere idea migliore. Invece che imbrodarsi con un party egoriferito, ha portato sul suo palcoscenico – che è indubbiamente il più prestigioso della città – i tanti altri bravi professionisti che tengono in piedi l’unico settore che è in crescita Torino: la ristorazione.
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Non c’è alcun paternalismo in questa operazione, ma una assunzione di responsabilità: Baronetto sa di essere al timone del ristorante più importante di Torino, ma sa anche che da soli non si va da nessuna parte. Quindi ben vengano le altre aperture, ben venga la concorrenza. Le metropoli insegnano che la gastronomia fiorisce dove ce n’è tanta, non dove non ce n’è.
Lo chef del Cambio ha deciso di far la propria parte per far crescere la città in cui ha scelto di vivere. Non è da tutti. È molto più facile lamentarsi di un luogo che sembra aver perso prospettiva. Meno male che ci sono i cuochi.