Martina Caruso, Caterina Ceraudo e Gaia Giordano non si somigliano per niente. La prima è ragazza siciliana, limpida, cresciuta in un minuscolo centro; la seconda è una giovane donna calabrese dolce e sorniona; la terza una donna romana elegante e rigorosa. Eppure una accanto all’altra stanno bene, sono inaspettatamente ben assortite. C’è sintonia, “feeling” avrebbe detto Riccardo Cocciante. Scherzano, lavorano, chiacchierano.
L’occasione è la prima tappa del tour “Indomite in cucina“, le tre cene promosse da Veuve Clicquot con le membre dell'”Atelier des Grandes Dames”, la costituenda associazione di cuoche. Siamo a Salina, una delle isole Eolie, al ristorante dell’hotel Signum, padrona di casa la famiglia Caruso di cui Martina è ultimogenita e cuoca del ristorante con una stella Michelin.
Le tre nei prossimi mesi si scambieranno i ruoli: il 26 luglio toccherà a Caterina Ceraudo ospitare le altre due al ristorante di famiglia, il Dattilo di Strongoli (Crotone); il 19 settembre si finirà a Spazio Niko Romito Roma, la cucina di Gaia Giordano (per prenotare si contattano i rispettivi ristoranti; costo 120 euro con fiumi dei migliori champagne della Vedova).
Mentre preparano la cena assieme, mentre Martina mostra a Gaia il barbecue sulla terrazza e Caterina passa loro gli attrezzi, si capisce finalmente il senso dell’operazione che la maison sta portando avanti da anni con le cuoche italiane: i premi al femminile che attribuisce periodicamente con Michelin, L’Espresso e altre guide non sono un fine ma un mezzo. L’obiettivo è costruire un gruppo di cuoche, donne, imprenditrici che siano d’esempio, che dimostrino che si può fare.
Stasera (la prima delle tre cene è avvenuta domenica 9 giugno) queste tre donne distanti per storia, cultura, età e provenienza non stanno solo cucinando, stanno inverando il vecchio adagio: l’unione fa la forza. La cucina può essere donna se le donne si (ri)prendono la cucina. Salina è il posto giusto per dimostrarlo: femmina è la Sicilia, femmina è Salina, femmina la parmigiana che qui viene servita persino a colazione e femmina è anche la sindaca del paese, la madre di Martina. Il girlpower ha un dannato bisogno di apripista.
Polpetta di cipolla affumicata (Martina Caruso)
Melanzana in agrodolce (Gaia Giordano)
Mezzi paccheri pomodoro e tonno Alalunga (Martina Caruso)
Sgombro, yogurt e finocchietto (Caterina Ceraudo)
Carota, arancia, cioccolato e caramello salato (Martina Caruso)
[Foto | Stefano Butturini]