Da tempo, ormai, nelle pubblicità legate al cibo, attori e influencer sono sostituiti dagli chef: d’altronde, chi meglio dei cuochi può consigliare in merito. Nessuno, ma solamente entro un certo limite di dignità e le gomme da masticare in assenza di spazzolino da denti è esattamente il limite a cui facciamo riferimento. C’è da dire che oggi la categoria è sdoganata come VIP, anche alle folle non proprio gourmet o non necessariamente interessate al cibo, e il detto pecunia non olet è sempre una massima difficile da biasimare. Tuttavia, signori, superato il confine si imbocca la strada della perdita di credibilità. Se non del ridicolo.
Si tratta davvero di una questione economica, oppure cuochi e chef (anche stellati) si prestano a essere testimonial inadatti perché costretti dalle agenzie o da contratti vari? Non si sa, ma accettano di farlo: qui sotto le peggiori collaborazioni dei cuochi, nell’ultimo decennio. Decennio in cui la cucina ha sì avuto un crescendo di importanza senza pari ma forse, proprio per questo, ha ora imboccato la parabola discendente.
Antonino Cannavacciuolo e l’alito fresco post prandiale
Passino la pubblicità del gorgonzola e di questo o quell’altro marchio di pasta, ma ti prego Antonì, le gomme da masticare no. La collaborazione tra Antonino Cannavacciuolo e Daygum Protex è realtà, con tanto di pubblicità online, in televisione e persino la box di cartone che fa capolino alla cassa di bar e tabaccherie. A parte una certa tristezza di fondo (si va ben oltre alla proverbiale ironia del cuoco stellato), questa accoppiata è davvero poco credibile e appare più come un’arrampicata sugli specchi che come una vera e propria campagna commerciale.
Giorgio Locatelli con le stoviglie incrostate
Lo chef Giorgio Locatelli ha emulato il collega – nonché compagno a Masterchef Italia – Bruno Barbieri ed è diventato anche lui volto per le pastiglie della lavastoviglie, le Finish Ultimate Plus in questo caso. Nella pubblicità compare lui nel rigorosissimo camice bianco, nella cucina di casa, scocciato perché la teglia delle lasagne è incrostata ed è difficile pulirla dallo “sporco ostinato”. Locatelli che ricorre alla pastiglia miracolosa è credibile quanto vederlo a casa cucinare in divisa, c’mon!
Davide Oldani, Lilli e il Vagabondo
La collaborazione tra Davide Oldani e Barilla non è cosa nuova (sono anni che compare per il brand), ma l’ultima trovata pubblicitaria che si ispira a Lilli e il Vagabondo ci ha spezzati. Lui sostituisce Tony, l’italoamericano che accoglie Lilli e Biagio nel retrobottega offrendo i celeberrimi meatball spaghetti. Con la differenza che Oldani proprio non è portato per quel ruolo empatico e gigione. Considerato poi che al posto dell’abbondante spaghettata diventata iconica grazie al film d’animazione, Davide Oldani fa mettere in tavola circa 80 g di pallida cacio e pepe per 2 – strategia romantica, ma che risulta triste quanto il toast stellato che vende negli aeroporti.
Le patatine San Carlo (Cracco)
Quando San Carlo decise nel 2014 di adottare Carlo Cracco come testimonial delle patatine, credo che una parte d’Italia sia morta dal ridere e l’altra parte sia inorridita. Non credo ci sia qualcuno, nel settore culinario, che non si sia chiesto cosa diamine stesse succedendo allo chef stellato della Galleria Vittorio Emanuele. Una vittoria a mani basse, questa, tra le pubblicità peggiori di sempre legate a un cuoco.
Joe Bastianich per McDonald’s gourmet
Non è certo l’unico, Joe Bastianich, ad aver abbracciato il fast food per infondere un po’ di gourmettismo agli hamburger. Diciamo però che l’ex giudice di MasterChef era solito essere inclemente con i concorrenti, e lanciava in aria i loro piatti carichi di cibo per un nonnulla. C’è quindi qualquadra che non cosa, in questa equazione.
Bruno Barbieri e la materia prima Amadori
Aria serissima ma in uno dei suoi completi a scacchi, Bruno Barbieri è stato immortalato nell’etere come testimonial per il pollo Amadori (azienda che, tra l’altro, nel 2023 non se l’è vista benissimo). Gli spot brevi erano pubblicità negli intervalli delle puntate di MasterChef, il che aggiunge gravità alla cosa: “la prima regola per una grande ricette è la materia prima“, ah beh caro Bruno, se la prima scelta è guarda caso uno sponsor della trasmissione allora andiamo sul sicuro… parola di Bruno Barbieri.
Simone Rugiati e la Coca Cola tutti i giorni
Risale a oltre dieci anni fa quella collaborazione tra Coca Cola e chef Simone Rugiati: ce la ricordiamo perché se ne discusse parecchio, in quanto nello spot il cuoco suggeriva di bere la bibita tutti i giorni e la cosa non piacque. Una lettera scarlatta (o meglio, rosso cocacola) incisa in maniera permanente tanto sulla fronte del brand quanto sulla carriera di Rugiati.