Uomo di comunicazione si nasce, chef si diventa. Nello starnazzare concitato degli ultimi giorni, mentre Canale 5 é riuscita a far capitolare persino Gualtiero Marchesi e trasformarlo in chef star (sì, anche lui), le dichiarazioni del Maestro sfiorano il reato di lesa maestà, con l’aggravante dei futili motivi.
Ricapitoliamo: domenica su Canale 5 è andata in onda la prima puntata del nuovo programma “Il pranzo della domenica” (di cui seguirà argomentata recensione) al quale Gualtiero Marchesi ha scelto di prestare la faccia.
Questa decisione, per spirito di cronaca, arriva dopo un’infinita serie di bacchettate (neanche tanto leggere) ai cuochi mediatici che, secondo il parere del Maestro, si occupano più di apparire che di cucinare.
Fin qui tutto bene. Se non fosse che poi Panorama pubblica l’ennesima intervista (qui qualche estratto) che provoca reprimende su vari fronti per le dichiarazioni quanto mai ardite di Marchesi.
Che avesse uno spirito goliardico, lo sappiamo tutti. Che dicesse cose frizzantine per creare il caso anche. D’altra parte uomo di comunicazione si nasce. Per tutto il resto c’è Alma.
Questa volta, però, il Gualtiero nazionale le ha sparate talmente grosse che nessuno si è salvato. Nessuno, proprio.
E mi viene il dubbio che la sua libertà intellettuale, il suo essere fuori dagli schemi sempre e comunque gli abbia procurato più nemici di Bin Laden ai tempi d’oro. Il tutto, senza battere ciglio.
Marchesi può permettersi quello che gli altri non possono? E’ l’unica voce fuori dal coro davvero senza alcun tipo di filtro? L’età della “censura” è sopraggiunta? Ci prende tutti in giro?
SU MASSIMO BOTTURA
“Bisogna vedere come vengono fatte queste classifiche (50 Best Restaurants). Basti pensare che Bottura è sempre tra i primi tre. Un amico che è appena stato all’Osteria Francescana mi ha fatto veder una serie di piatti, e non ci ho capito niente. I miei cuochi ci sono andati, e a loro non è piaciuto“.
Tanto basta a Marchesi per affossare quella che, in questi anni, è la figura gastronomica italiana più in vista e più osannata. Di solito non si giudica un piatto da una fotografia: direi che, come minimo, andrebbe assaggiato. Ma forse Marchesi ha un senso più rispetto ai comuni mortali e può sentire i gusti attraverso lo schermo di uno smartphone.
SU MASTERCHEF
“Posso dirla brutalmente? Guardando Masterchef s’imparano le cagate. Non si cerca l’essenza, la qualità, la materia. Bisogna esaltare la materia, non se stessi“.
“Non sopporto che le persone vengano obbligate a fare le creative a oltranza, a produrre vaccate“.
“Non amo esibirmi, non sono come chi, non faccio nomi, è sempre in pista, con la smania di successo. Quando ero giovane non uscivo neppure dalla cucina, mi vergognavo”
“Temo che il mio programma finisca nel calderone di tutte le altre trasmissioni sulla cucina, anche se sarà il migliore“.
La modestia non è il vanto della casa, ma con la sua storia può succedere. Il turpiloquio è funzionale alle provocazioni. Ci sta anche la critica a quelli che sono “più forma che sostanza”, ma ora che anche la sua faccia è in tv… dai!
Lungi da me la difesa di MasterChef come scuola di alta cucina, ma non credo che, alla fine della stagione, venga rilasciato un attestato di frequenza o il diploma di chef di successo. E’ intrattenimento, questo ormai dovrebbe essere ben chiaro a tutti.
SUL VINO
“A Erbusco non facevo uscire le pietanze finché i camerieri non avevano fatto sparire i bicchieri. Al limite permettevo di servirlo in modo che non disturbasse, tra una portata e l’altra“.
“Non tocco alcol da 17 anni, che devo fare, il vino mi fa schifo“.
Viviamo in un Paese libero, dove ognuno dice quello che gli pare, figuriamoci se non può esprimersi su un tema tanto personale come la scelta di cosa bere.
Fa specie, bisogna dirlo, che una dichiarazione di questo tipo arrivi da una figura come quella di Gualtiero Marchesi, che si è fatto ambasciatore della cucina italiana nel mondo, nonché delle sue eccellenze. Se questa è una provocazione, caro Gualtiero, in fondo alla frase andrebbe anche l’emoticon.
SU ANTONELLO COLONNA
“Mi è bastato vedere due volte Antonello Colonna con Alberghi da incubo: roba da cialtroni“.
Colonna, il Marchesi de Roma, sarà contento di saperlo.
SULLE DONNE
“Colgo l’occasione: se mi piacciono, faccio il filo e gliela tiro. Se non va, pazienza. Non mi piacciono proprio giovani, eh. Quello che capita: quaranta, cinquanta. Le stuzzico, poi sono simpatico, carino, ci so fare. Non le porto al cinema, le porto a letto“.
Lasciamo stare.
SU PAOLO LOPRIORE
“Il mio erede? Paolo Lopriore, l’unico genio. Poi ci sono quelli che hanno lavorato bene: Oldani, Cracco, Berton, tutta gente che fa cucina con passione e intelligenza, ma lui merita qualcosa in più. Quando lavoravamo insieme eravamo fusi, non si capiva più cosa fosse mio e cosa suo. Aprirà un locale a Como, voglio andarci“.
Alla fine qualcosa di carino è riuscito a dirlo.