Nell’arena, il momento in cui Prince prendeva il centro del palco arringando il pubblico sull’importanza del bacio, era una specie di segnale in codice. I fan duri e puri del cantante sparsi per l’arena si davano di gomito: di lì a poco avrebbe cantato Kiss.
Spostate la scena in avanti di una ventina d’anni. L’arena è lo stadio olimpico, però oggi al posto del cantante rock c’è ovviamente uno chef.
Antonino Cannavacciuolo: da Vico Equense, 41 anni, due stelle Michelin a Villa Crespi, fortilizio fiabesco sulle acque del lago d’Orta, neo bistrot di tre piani nella piazza principale di Novara, imprenditore, scrittore e divulgatore con la sua Academy che ha organizzato la prima lezione di cucina tenuta in uno stadio (prezzo del biglietto tra 77 e 97 euro ma per mangiare al tavolo invece che al buffet ne servono 247).
Scelta coerente con lo status di divo tv conquistato grazie a MasterChef e Cucine da incubo.
Oggi, come racconta più sarcastico e diffidente che mai Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera, se lo chef dice tra gli applausi scroscianti: “Questo piatto…” (pausa) “… lo abbiamo già visto tante volte…” (pausa) “ma io…“, i fan si danno di gomito commentando: “tenetevi: sta per preparare i conchiglioni al gorgonzola“.
La trasformazione dello chef in nuova rockstar è perfettamente compiuta.
L’atmosfera mistica ricorda quella che si respirava al raduno del fan club di Iginio Massari, pasticciere-guru dei nostri tempi, molto più in grande naturalmente visto lo sfondo, di solito teatro di grandi sfide sportive come il derby Roma-Lazio.
Roncone dà voce ai fan deferenti, il ristoratore sulla via Domitiana, un po’ prima di Mondragone che si lancia in giudizi estetici: “dal vivo è molto più bello, la televisione lo gonfia un po, e poi si accorgerà che il Maestro non è solo un genio in cucina: è anche un uomo speciale“.
Il fortunato spettatore sorteggiato tra il pubblico per assaggiare la creazione di Cannavacciuolo (chiamandoli semplicemente conchiglioni pare di sminuirli) che li definisce: “Buonissimi! Incredibili… spettacolari… grazie… grazie… che fortuna ho avuto“.
Le cameriere che mandano baci o si mordono le labbra, Domenica e Giulia dell’Osteria Re Baldovino di Battipaglia che si tengono per mano. Le hostess che ricordano il divieto di filmare con i cellulari.
Il palco con i fornelli, la credenza con i pacchi di pasta, l’olio e il barattolo del sale, la grossa Berkel rossa (affettatrice) si trova sotto la tribuna Monte Mario, sulla locandina c’è scritto: “Spettacolo di alta formazione, cucina e motivazione“.
Una lezione-spettacolo, un corso motivazionale con tanto di maxischermo e slide che insegna a diventare ristoratori perfetti. Le lezioni si susseguono mentre le 1300 persone del pubblico prendono appunti: antipasti, primi piatti, secondi e dolci.
Arriva il momento del buffet, qui Roncone ha gioco facile nel descrivere il lancio fantozziano in un mischione “da dove i più fortunati escono con un trancio di pizza al pomodoro”.
Il contrasto con i tavoli apparecchiati e riservati a chi ha pagato 247 euro è stridente. Hanno speso tanto ma almeno potranno godersi i piatti preparati personalmente da Cannavacciuolo.
“Scherza“, risponde qualcuno dell’organizzazione a Roncone: “Il Maestro ha solo supervisionato il menu“.
[Crediti | Link: Dissapore, Corriere, immagini: Repubblica, Carlo Lannutti per il Corriere della Sera]