Contrordine compagni che il vino rosso sì perché “fa bene” o insomma, se consumato con moderazione aiuta a prevenire malattie cardiovascolari, demenza e cancro.
Non è vero che fa bene, neanche se ne bevi un bicchiere a pasto, anzi: pare predisponga alle malattie cancerogene.
La sterzata a 360 gradi arriva dal Regno Unito, che domani pubblicherà le nuove linee guida riguardo al consumo di alcol, in un report firmato da Sally Davies, Chief Medical Officer inglese, nientemeno.
La Davies, non contenta di aver distrutto la reputazione del nostro amato nettare, ci tiene a precisare che il salutare bicchiere quotidiano è soltanto una vecchia leggenda:
“Anche a me piace un bicchiere di vino rosso“, ha detto in un’intervista al programma “Good Morning Britain”, “ma penso che sia più opportuno bere una tazza di tè, e riservare il vino alle occasioni speciali“.
In ogni caso, se si resta sotto le 14 unità alcoliche a settimana (14 unità alcoliche sono altrettanti shot di whisky, oppure 7 calici non colmi di vino rosso, o ancora 7 pinte di birra di 4°), i rischi sono bassi.
“Ogni anno, 20mila persone si ammalano di cancro come conseguenza dell’alcol” ha detto ancora la Davies, soffermandosi anche su altri rischi collegati al consumo eccessivo come obesità e diabete.
Secondo gli studi effettuati su un campione di 1000 donne non bevitrici, 106 hanno sviluppato il cancro al seno. La percentuale sale a 126 per coloro che bevono 14 o meno unità a settimana, e a 153 per quelle che bevono 14 o più unità.
L’informazione, che potrebbe influenzare negativamente le vendite del vino (che in Inghilterra hanno fatto segnare un record nel 2015), sarà riportata nel documento, insieme ad altri importanti aggiornamenti.
Verranno per esempio eliminate le differenze di genere nelle quantità consigliate (che attualmente si attestano 3-4 unità alcoliche per gli uomini e 1-2 per le donne), sarà infine consigliata l’astensione totale dall’alcol per almeno due giorni a settimana, così che le cellule del fegato possano rigenerarsi.
[Crediti | Link: Telegraph, Teatro Naturale]