Il dolce al dolce, dice il saggio. Così, nell’abbinare al panettone i (rigorosamente al plurale) Prosecco DOCG insieme a Val d’Oca, sponsor di Dissapore per la Classifica del panettone 2023, ci siamo imbattuti nell’Uvaggio Storico, vino ideale per l’accostamento con il lievitato natalizio.
Decisamente peculiare, si caratterizza appunto per il recupero di vitigni storici peculiari del Valdobbiadene, che vengono aggiunti al glera: la perera, uva a bacca bianca particolarmente gentile e fruttata (pare debba il nome al caratteristico aroma di pera), la bianchetta, dal tipico acino chiaro, e il verdiso, cultivar delle colline di Conegliano, Vittorio Veneto e Asolo che si distingue per l’aroma di mela acerba e il retrogusto vagamente amarognolo.
Un blend che costringe a una vendemmia tarda, proprio per via della lenta maturazione degli antichi grappoli, che avviene intorno alla prima settimana di ottobre. Anche per questo, ne consegue un vino dal residuo zuccherino importante che nondimeno, però, conserva una bella freschezza.
La fermentazione avviene alla temperatura controllata di 16-18°C. In seguito il vino affina naturalmente sulle sue fecce per acquisire la giusta struttura. Viene poi spostato in autoclave dove avviene la presa di spuma (seconda fermentazione). Seguono il riposo, per un mese in autoclave, e l’imbottigliamento.
Uvaggio Storico: la degustazione e l’abbinamento al panettone
L’Uvaggio Storico si presenta al calice giallo paglierino chiaro, con peculiari riflessi verdolini brillanti. Il naso è assai sfaccettato e rimanda principalmente alla frutta, dal melone alla macedonia intensa, fino all’agrumato. Quest’ultima caratteristica, in particolare, lo lega bene al panettone, accentuandone il candito.
In generale, è un vino che si presta particolarmente all’abbinamento con i cibi grassi: il residuo zuccherino importante di questo Prosecco Superiore DOCG Dry si accosta bene al dolce e la freschezza finale, sorretta da una lieve acidità, stempera il burro del lievitato, “pulendo” il palato, come si dice.
Un vino, insomma, che non teme la dolcezza sostenuta e che, complice la combinazione di intensità e agilità, affianca e alleggerisce il momento del dessert. O perché no, un grasso e piccante formaggio erborinato servito con frutta secca.