Lo champagne? Una versione più costosa del vino che noialtri cittadini di questo paese chiamiamo da sempre prosecco. Appena più socialmente spendibile, ve lo concedo (ma riparliamone a fine 2016).
Pronunciata solo due anni fa una frase del genere sarebbe stata irriguardosa, oltre a posizionare culturalmente l’eventuale autore tra gli uncool, o meno prosaicamente: sfigati.
Oggi la superiorità dello Champagne, millantata o vantata da coloro che cercano legittimità culturale nelle bolle francesi, viene fortemente discussa. Dai veneti, e te lo aspetti. Meno dai sudditi di Sua Maestà, anche perché nel 2015, dati del Guardian alla mano, l’umile Prosecco (339 milioni di sterline) ha superato per la prima volta nelle vendite il vezzoso Champagne (250 milioni di sterline).
Un successo che ha costretto il quotidiano britannico a spingersi fino a Valdobbiadene, in provincia di Treviso, nella zona d’elezione del vino italiano (solo in Veneto 20.000 ettari di terreno), per toccare con mano le ragioni di un così rinfrancante successo.
E’ più che mai tempo, dunque, di parlare più diffusamente del prosecco.
Un buon inizio sono le differenze tra Extra Dry, Dry e Brut che tanta confusione ingenerano.
Una spiegazione semplice: ogni denominazione è la spia della quantità di zucchero presente, informazione importante perché ci dice se il vino è secco o dolce e dunque la situazione ideale per consumarlo.
Con 12 grammi per litro, “Brut” è la tipologia che ha meno zucchero. Ideale per il pasto, accompagna con il suo sapore intenso i primi piatti a base di riso, le carni bianche, il pesce e i formaggi freschi.
Con un residuo zuccherino tra i 12 e i 16 grammi per litro, il prosecco “Extra Dry“, la cui denominazione sembra creata apposta per trarre in inganno, è un aperitivo ideale e in genere accompagna bene tutti i cibi delicati.
Il Prosecco “Dry” è quello più dolce, con un contenuto di zucchero tra i 17 e i 32 grammi per litro. L’accompagnamento con un dessert non è consigliato (non è abbastanza dolce), ma l’abbinamento con le cozze e i frutti di mare regala grandi soddisfazioni.
Non prendete questo sulla quantità di zucchero nel Prosecco come un discorso da saputelli, è importante perché mentre mentre lo stesso Guardian inizia il suo articolo con i classici stereotipi (“dolce“, “femminile“, “morbido“, “bevanda per ragazze“), la vulgata più recente tra i vignaioli, specie nelle produzioni naturali e bio, sta virando verso gusti secchi, decisamente più mascolini.
Una distinzione ulteriore dovuta ai diversi sistemi di produzione è tra prosecco spumante, prosecco frizzante e prosecco tranquillo.
Quest’ultimo, morbido e gradevole, è un vino che accompagna piacevolmente gli antipasti o i piatti di pasta leggeri. La differenza tra i primi due consiste invece nella presenza di bollicine: la diversa pressione a cui è sottoposto il vino nelle bottiglie distingue lo spumante dal frizzante, meno ricco di spuma al momento dell’apertura.
E’ interessante conoscere il metodo seguito nella produzione del prosecco spumante. Si tratta di una procedura di rifermentazione del prosecco tranquillo. Che viene inserito in contenitori d’acciaio capienti in grado di tenere la pressione, con l’aggiunta di lieviti e zuccheri che attivano la rifermentazione permettendo così lo sviluppo delle bollicine e aumentando di poco il grado alcolico.
Il metodo è detto Charmat (come il francese che l’ha brevettato) o Martinotti (come l’italiano che lo ha inventato).
Il gran finale lo riserviamo ai suggerimenti last-minute sul prosecco dal rapporto qualità prezzo più conveniente (sono tutte bottiglie che costano meno di 10 euro). I ritardatari del cenone di Capodanno apprezzeranno.
Prosecco Valdobbiadene “Frizzante… naturalmente” Sur Lie – Casa Coste Piane 2014
Pro-fondo Prosecco frizzante – Miotto
Prosecco Doc Treviso – Follador
Prosecco DOC Extra Dry “sior Sandro” – V8+ Vineyards
San Fermo – DOCG Prosecco Superiore Brut 201 – Bellenda
Prosecco Frizzante Doc – La Tordera
Prosecco Spumante Superiore Extra Dry DOCG – Marino Agostinetto
Prosecco Valdobbiadene Superiore DOCG Extra Brut Rive di Guia – Marsuret
Prosecco Superiore Extra Dry “Col dell’Orso” 2014 – Frozza
[Crediti | Link: Dissapore, Guardian]