Il Guardian torna a combattere la sua guerra contro il Prosecco.
Questa volta con una tesi meno risibile di quando, nell’agosto 2017, il prestigioso quotidiano progressista iniziò a elencare le 6 ragioni per “evitare il Prosecco” partendo dal pericolo dei denti cariati.
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Proprio così, “il Prosecco provoca buchi nei denti, lacera lo smalto e li fa uscire dalle gengive”, aveva scritto la giornalista Zoe Williams, provocando un memorabile momento di comicità involontaria. Perché casomai sono tutte le bevande alcoliche che possono dare problemi ai denti, non solo il Prosecco. In quel caso arrivarono le scuse da Londra.
Questa volta, invece, l’ossessione del Guardian per le bollicine venete scomoda un problema etico-ambientale: l’erosione del suolo nelle alture che vanno da Conegliano a Valdobbiadene, dove cresce la Glera, il vitigno che origina il Prosecco.
Si tratta di un problema che in genere rientra per la fisiologica flessione del mercato quando arriva al massimo della produzione, comunque comune a Champagne, Borgogna, Chianti e Langhe, cioè tutte zone a intensa produzione vinicola per le quali Il Guardian non si è preoccupato granché.
Per capire il retroscena di questa specie di guerra santa del quotidiano inglese contro il Prosecco, è utile conoscere questi due dati:
– Nel 2016 per le bollicine venete il Regno Unito è diventato il primo mercato internazionale, in pratica una bottiglia su tre finisce oltre le bianche scogliere di Dover per un valore mai registrato prima di 366 milioni di euro;
– Questo aumento di interesse dei britannici per il vino ha fatto calare il consumo di birra, passato in tredici anni dai 35.642 migliaia di barili di allora ai 26.914 migliaia di barili attuali.
Non sono pochi, dalle parti di Conegliano, a pensare che sia questo il motivo per cui Il Guardian si è chiesto se non sia il caso di inserire il Prosecco nella lista del cibo (bevande comprese) pericoloso per l’ambiente “al pari della carne che ha un enorme impatto ambientale, del merluzzo dell’Atlantico del nord, oltre modo sfruttato, e del caffè per il consumo eccessivo d’acqua”.
[Crediti | The Guardian]