Il vino per l’estate, il vino per la merenda, il vino per il sesso e il vino per riprendersi dal non aver fatto sesso. Sono categorie il più delle volte fugaci e fallaci, specie quelle che mi sono inventato. Però hanno la loro funzione. Perché, a meno che non amiate aprire un Barolo sotto l’ombrellone è probabile che in questi mesi berrete molti bianchi leggeri e beverini. E bollicine, come se piovessero, ovviamente.
Rimaniamo sui fermi e prendiamo la Falanghina. Da qualche anno fa tendenza. Anche se il suo apice è stato pochi anni fa, dove imperava ovunque. Non so dove finiscano le caratteristiche organolettiche e dove inizi un raffinato lavoro di comunicazione ma l’estate è il suo regno.
Vino fresco, democratico nei prezzi e volendo anche piacione. Ma parallelamente alle troppe bottiglie prodotte proprio per strizzare l’occhio al bevitore distratto e occasionale, ce ne sono versioni tutt’altro che trascurabili. Soprattutto nella zona più votata, i Campi Flegrei, dove troviamo i vini più sottili ed eleganti.
Ne scelgo otto come sempre non in ordine qualitativo, attendendo -as usual – i vostri preziosi consigli.
Campi Flegrei Falanghina Contrada Salandra
In soli dieci anni dalla prima vendemmia si sono conquistati il podio (decidete voi quale gradino) della denominazione. Azienda a regime biologico sui terreni vulcanici di Pozzuoli, dai quali esce la versione più complessa, schietta e minerale del vitigno.
Il livello è sempre altissimo ma se riuscite a trovare un superstite dell’annata 2010 avrete un fulgido esempio di cosa possa dare la Falanghina in termini di carattere e di aromaticità.
Colle Imperatrice Falanghina Cantine Astroni
Siamo ancora tra i Campi Flegrei da un produttore di riferimento per la tipologia. Non ho ancora provato l’annata 2013, ma la 2012 era quasi indimenticabile.
La freschezza e la mineralità tipiche delle migliori versioni della Falanghina, ma con un carattere e una ricchezza incredibili.
Sannio Falanghina Fois Cauterio
Ci spostiamo verso la campagna telesina, ai piedi del Taburno, dove Flavio Cautiero propone la Falanghina dal rapporto qualità/prezzo in assoluto più vantaggiosa.
Con 6 euro, o poco più, bevete una perla del territorio, tutta giocata sulla freschezza e il carattere agrumato.
Falanghina “Bonea” Masseria Frattasi
Un’istituzione del Sannio e della viticultura di montagna. Un microclima con escursioni molto nette che aumentano il carattere aromatico del vino.
Ne esce una Falanghina molto peculiare: agrumata, speziata e minerale, forse meno sottile di altre versioni.
Campi Flegrei Falanghina Cruna Delago La Sibilla
Altra cantina eccellente della zona dei Campi Flegrei: 10 ettari in mano alla famiglia Di Meo.
Non è la Falanghina più a buon mercato (siamo sui 15-20 euro) ma di certo è la tre le migliori per eleganza, energia e inusuale lunghezza.
Taburno Falanghina Fattoria La Rivolta
Tra le più quotate realtà di Benevento, l’azienda di Paolo Cotroneo spicca per la sua Falanghina polposa e succulenta.
Più spostata sulla frutta matura che sui toni agrumati, ma con un’acidità spiccata a dare grande equilibrio.
Campi Flegrei Falanghina Agnanum
Quattro ettari di viticultura eroica che impongono coltivazione a mano e grande rispetto del territorio.
La grandissima sapidità è il marchio distintivo di un vino che rifiuta di non essere finito.
Falanghina Carputo
Beverina, essenziale di grande pulizia e precisione. E naturale. Nell’accezione meno inflazionata del termine.
Probabilmente la Falanghina perfetta per cominciare ad apprezzare il versante Campi Flegrei.