Questa volta non siamo noi i cattivi ma il critico televisivo Aldo Grasso, che ieri sul Corriere della Sera ha bocciato senza appello il Papa dell’Associazione Italiana Sommelier e “Grande Comunicatore del Vino”: Franco Ricci. A quel criticone di Grasso, cui spettano i diritti per il titolo di questo post, è andato di traverso il Premio Internazionale del Vino trasmesso la scorsa domenica da RaiUno, e dargli torto è impossibile, specie quando accusa Ricci di aver organizzato un gigantesco “marchettone” pro aziende. Come definire altrimenti i video di presentazione dei candidati che mostravano onesti contadini alle prese con slogan che pefino i pubblicitari del Mulino Bianco avrebbero trovato banali e costruiti? Non sono cose da “Grande Comunicatore del Vino” queste, e magari un cambio di autore gioverebbe.
Con il resto del programma non è andata meglio. Errori di pronuncia dei presentatori (spiegare a Elisa Isoardi de La prova del cuoco e a Massimiliano Ossini di Linea Verde che si pronuncia sommelié, no?), battute che nemmeno al Bagaglino: “Che vino abbinare a Obama, un Brunello ma forse si poteva pensare a un Nero d’Avola” o ancora: “Questo vino ha un retrogusto di Malgioglio”. Insomma, puro danielepiombismo. Noi pensiamo che non ci sia modo migliore di nuocere al vino, trattato senza rispetto, sincerità e pure con il genere sbagliato di leggerezza.
Se permette sig. Ricci, sarebbe tempo di smetterla con le splendide cornici “per una magnifica manifestazione”. Il vino è lavoro, fatica e mani callose cui non servono penose manicure. Sarebbe tempo anche per lei di tornare tra le vigne, dovesse farle difetto la memoria. Che c’è, ha forse paura di sporcarsi?