Vino come oro. Vino come investimento, bene rifugio, vino il cui nome è da ostentare in elitarie conversazioni tra sedicenti esperti.
Vini il cui costo non ha nulla a che vedere con quelli cui la maggior parte di noi è abituata, purtroppo, vini che impreziosiscono cantine altolocate, curati, ammirati, rimirati ma, quasi sicuramente, mai degustati.
Per quanto limitato ai pochi happy few che possono permettersi la passione elitaria, il fenomeno esiste, e di dimensione non trascurabile, come dimostra una curiosa classifica stilata da Repubblica (non oline), che elenca i dieci vini più costosi al mondo.
Eccola in dettaglio per chi come noi spera di potersi imbattere un giorno almeno in una di queste preziose bottiglie.
ITALIA: la palma d’oro del vino italiano più costoso al mondo se lo aggiudica una boccia friulana di Nonino Ue Picolit Acquavite d’Uva, della collezione Nonino: 825,30 euro. L’acquavite è custodita in preziose bottiglie di vetro di Murano realizzata da artisti del settore, con una speciale murrina a forma di grappolo d’uva.
A eccezione di questa incursione nell’acquavite, i restanti vini italiani per gourmet sono tutti Barolo: il re delle Langhe piemontesi ha preso imperiosamente il sopravvento sugli tutti gli altri vini della zona.
Al secondo posto, infatti, al prezzo di 788,3 euro a bottiglia, troviamo un Bruno Giacosa Collina Rionda, Barolo DOCG, mentre al terzo posto si colloca il Barolo DOCG di Giacomo Conterno Monfortino per 630,50 euro.
Quarto e quinto posto relativamente ‘economici’: al quarto troviamo Falletto di Bruno Giacosa, per 578,20 euro, mentre al quinto posto, a pochi euro di distanza (572,70 euro), si colloca il Falletto Riserva Barolo DOCG.
Andando oltre i confini italiani, prendendo dunque in considerazione il mercato mondiale, i prezzi lievitano a dismisura: al di là del loro valore iniziale, già notevole di suo, spesso questi vini vengono battuti all’asta al miglior offerente, incrementando il valore di mercato in maniera vertiginosa.
Il vino in assoluto più costoso al mondo risulta essere il francese Domaine de Romanée-Conti Grand Cru, Cote de Nuits, Francia, venduto alla bellezza di 12.098 euro a bottiglia. La tenuta Domaine de Romanée-Conti produce vini rossi e bianchi sin dal lontano 1600 e le pregiati bottiglie, battute all’asta sul mercato americano, aumentando costantemente il valore di anno in anno.
Al secondo posto, al modico prezzo di 7.146 euro, troviamo il tedesco Egon Muller-Scharzhof Scharzhofberger Riesling Trockenbeerenauslese, mentre al terzo posto c’è il Domaine Leflaive Montrachet, Grand Cru Cote de Beaune, con valutazione 5.193 euro.
Quarto e quinto posto si distanziano di poco, con un Domaine Leroy Musigny Grand Cru, Cote de Beaune Domaine Leroy Musigny Grand Cru, Cote de Nuits, Francia, valutato 4.927 euro, al quarto posto ed il Domaine Georges & Christophe Roumier Musigny Grand Cru, Cote de Nuits, 4.634 euro, al quinto posto.
Vino come oro, dicevamo, mentre per i comuni mortali come noi conoscere un ricco magnate o un facoltoso appassionato diventa sempre più necessario.
[Crediti | Repubblica]