“Oh, finalmente una buona idea” ho pensato ieri leggendo questa notizia: “Ultimissime da Vinitaly 2012: gli espositori pagheranno con la formula soddisfatti o rimborsati! Nonostante il successo dell’edizione appena conclusa, ci sono state lamentele per i malfunzionamenti delle linee telefoniche e della rete web (…) Dal 2013 gli espositori pagheranno solo se soddisfatti”. Ovviamente era un pesce d’Aprile ma vi confesso che l’idea ha continuato a girarmi nel cervello.
Immagina lettore, proprio come ho fatto io, di essere un espositore. Hai una piccolissima azienda che porti avanti con fatica insieme a tua moglie (la metto giù romantica per aumentare l’empatia). Decidi di partecipare al Vinitaly perché non esserci ti terrorizza più dei 5000/6000 euro (non sono cifre a casaccio) che spenderai per uno spazio di 19 metri quadri. Più il costo dell’allestimento (dai 3.000 euro in su).
Raccogli soldi ed energia, paghi persino un ufficio stampa per dire al mondo che alla fiera ci sarai anche tu, e parti con la consorte alla volta di Verona, carico di speranza e aspettative. Arrivati, vi sistemate nel piccolo ma accogliente stand che purtroppo è sistemato sotto al muro alto 12 metri del ricco espositore davanti, e questo vi impedisce di avere qualsiasi contatto con il mondo esterno. Luce e acqua vanno a singhiozzo, i servizi igienici più vicini distano 800 metri e le line telefoniche non funzionano, non potete chiamare i compratori in attesa di appuntamento.
Oltre il danno, la beffa: anche il wi-fi garantito dagli organizzatori non dà cenni di vita e il blogger che siete riusciti a rimorchiare nello stand non riesce a inviare neanche un timido tweet per consigliare il vostro vino ai follower di #Vinitaly2012. I 4 giorni di fiera trascorrono con qualche soddisfazione, fatica e molte delusioni, facendo un bilancio vi rendete conto che non ne è valsa la pena. La colpa, pare evidente, è della disastrosa organizzazione.
Pensate stia esagerando? Qualche produttore potrebbe giurare di no, soprattutto dopo questa edizione, quindi, come sempre, ditecelo voi: nel caso raccontato, non sarebbe giusto ottenere un rimborso dagli organizzatori? Al Vinitaly come in qualsiasi altra fiera? Esistono soluzioni diverse? Siate empatici.