Siate voi i turisti stranieri che vorreste vedere a Venezia e che quest’estate, potete starne certi, non affolleranno piazza San Marco alla ricerca di uno spritz. Se è vero che pochi riti contribuiscono a definire una città come quello di andar per bacari, è altrettanto innegabile che il long drink a base di Prosecco, Aperol e seltz (o acqua frizzante) rappresenta il momento conviviale per eccellenza, anche se noi gastrofighetti storciamo il naso al solo pensiero. Il problema è solo uno: dove berlo.
Abbiamo pensato quindi di fornirvi un’utile guida per orientarvi nella scelta dello spritz veneziano e per rendere memorabile il vostro tour, anzi, una vera e propria mappa per il vostro spritz crawling tra bacari e cocktail bar di Venezia.
Prima di iniziare, tre avvertenze:
- Questa non è una classifica, ma una lista di luoghi imprescindibili che per atmosfera, panorama, cicchetti, prezzo e, ovviamente, qualità, eleggiamo a luoghi dove bere lo spritz a Venezia, secondo noi che la conosciamo bene;
- Nonostante gli ingredienti base siano vino bianco e seltz (in origine era addirittura questo il vero spritz), si usa anche il prosecco. Estrema libertà sull’aggiunta del terzo elemento: Aperol, più leggero e allegro, Select, per chi ama rispettare il gusto veneziano o Bitter Campari, dal rosso più accesso e con un grado alcolico più elevato. Ci sono altre varianti, ma rischieremmo di farvi aspettare troppo.
- Il prezzo medio di uno spritz veneziano si aggira attorno ai 2,50-4 euro. I posti segnalati rispettano appieno la cifra: ci sono un paio di eccezioni, segnalate, nelle quali la “splendida cornice” fa la differenza.
Niente spoiler, però. Si parte con gli spritz di Venezia, per godersi la città da viaggiatori (o veneziani) sgamati.
Serra dei Giardini
Edificata nel 1894 con lo scopo di realizzare un “tepidarium in vetro e ferri” che fosse in grado di ospitare palme e altre piante decorative utilizzate per l’Esposizione Internazionale d’Arte, la Serra dei Giardini è un gioiello di verde in stile liberty nel sestiere di Castello, vicino ai Giardini della Biennale. Lo spazio è polifunzionale e accanto alle attività didattiche, ludiche, espositive, culturali, tra un acquisto di piante e l’altro, è il luogo perfetto per uno spritz lontano dai soliti giri cittadini.
Al Mercà
Lo spritz, se ben fatto, ha il potere di azzerare qualsiasi capacità di movimento e di appiccicare sul volto del bevitore un sorriso liquido. Il filtro arancione inoltre fa guardare alla vita con entusiasmo e fiducia, esattamente come Osho.
Visto che qui l’obiettivo è poter raccontare di aver assaggiato lo Spritz nella città in cui è nato, siate smargiassi fino alla fine e puntate dritto al cuore di Venezia, a Rialto. Sospettosi per natura verso le cose troppo belle per essere vere, pronti a diffidare di ciò che è scontato e troppo facile, ecco un buon motivo per ricrederci: uno spritz ben fatto nel centro più centro della città. Si può bere Al Mercà, un micro-bacaro al mercato di Rialto, per l’appunto.
Lo spritz del Mercà, tuttavia, da solo sarebbe come un’acciuga senza burro. Buona parte del suo successo si deve ai micro-panini (esiste infatti una corrispondenza tra le dimensioni del locale e quella dei cicchetti): farciti di salumi di vario tipo, hanno il potere di trasformare in un loop la successione morso-sorso. Fino allo stordimento. Non dimenticatevi quelli con il baccalà mantecato.
E non dimenticatevi neppure il prezzo: 2,50 euro per lo spritz, 1.50 per i panini.
Basegò
Aperto poco più di tre anni fa, Basegò – che in dialetto significa basilico – è la dimostrazione che a Venezia ci sono ancora osti capaci di far bene le cose. Abituati infatti a nuove aperture strombazzate seguite da silenziose chiusure repentine, un’esistenza di tre anni è già un dato notevole di per sé. Se poi come in questo caso ci si trova di fronte ad un luogo in cui la forma è anche sostanza, è fatta. Il merito è di Tobia Lenarda, che ha saputo rileggere con intelligenza la dimensione e l’offerta gastronomica del bacaro, rinnovandola con accostamenti nuovi.
Lo spritz è fatto con la stessa cura con cui sono proposti i cicchetti: accanto ai grandi classici, trovate delle chicche (il tonno affumicato con la maionese di avocado, per esempio). Oltre alla qualità dei cicchetti, ci aggiungiamo pure il tocco attento con cui si è restaurato il locale: bancone in acero canadese spazzolato, lungo e bello illuminato, una botte all’interno per appoggiarsi e da dove osservare languidamente la gente che passa e qualche sgabello all’aperto, in campo San Tomà. Per gli amanti dell’arte: la Basilica dei Frari è due passi. Mutuato da Napoli, qui trovate il prosecco sospeso.
Spritz a 3 euro, cicchetti a 1,50.
Combo
Siamo in un’ostello, in una zona di Venezia poco frequentata. Detta così sembrerebbe la premessa per la peggiore recensione cittadina. E invece eccoci in Campo dei Gesuiti, uno dei luoghi di Venezia meno conosciuti, dove capita di trovare ancora i bambini che giocano a pallone (non commuovetevi, per carità, siamo pur sempre qui per bere) e soprattutto dove varcata la soglia di un ostello ricavato da un ex convento ristrutturato, ci si ritrova prima in un chiostro e poi, passato un colonnato, in un caffè.
Qui il rito dello spritz si arricchisce di serate con dj set e romantiche e nostalgiche serate di cinema all’aperto. La scusa per bere di più è il fatto che ci sono le camere dell’ostello a disposizione, tenetene conto.
Grancaffè Quadri
Al netto di quelli che “Piazza San Marco è un furto, i prezzi sono stellari, i turisti vengono spennati vivi, i gabbiano rubani i tramezzini ai clienti seduti mentre l’orchestrina continua a suonare imperterrita come sul Titanic”, noi, ostinatamente vi vogliamo portare in Piazza San Marco. Perché pensiamo che se ci si informa prima sui prezzi si può scegliere consapevolmente, perché ogni tanto è bello togliersi uno sfizio e concedersi un lusso, perché se si visita Venezia solo una volta ci si può concedere del bello anche oltre i monumenti.
Perciò, con la basilica davanti a voi potete scegliere: alla vostra sinistra avete il Quadri e lo stile inconfondibile di Massimiliano e Raffaele Alajmo unito alla creatività di Philippe Starck. Qui le tipologie in carta sono 6: Alajmo (con Barbaresco chinato), Classico (con Aperol o Campari), Hugo (St. Germain, lime, menta), Italicus (Italicus, succo di bergamotto), Quadri (Martini Ambrato, lime), Veneziano (Select). Se siete fan di Starck, sappiate che c’è uno spritz che porta il suo nome: Spritz Starck (Campari, Franciacorta, angostura, lime). Una volta scelto, sappiate che potete accostare una ricca selezione di cicchetti raffinati.
Spritz a 15 euro.
Algiubagio Venezia
Se in qualsiasi altra città suggerire un locale con vista camposanto suonerebbe malaugurante e forse un po’ blasfemo, a Venezia si rivela una scelta che può diventare memorabile. La zona è quella di Fondamenta Nuove, che affaccia su San Michele, cimitero-isola dal fascino indubbio, al pari del Père-Lachaise. Qui, l’aperitivo ideale è quello in un luogo che è prima di tutto un ristorante (casomai decidiate di fermarvi), Algiubagiò. Guadagnate la terrazza con affaccio sulla parte nord della Laguna, ordinate uno spritz ed un tramonto perfetto e godetevela.
Gran Caffè Lavena
Se le stelle Michelin vi intimoriscono, bastano pochi passi ed ecco il Gran Caffè Lavena, ai piedi della Torre dell’Orologio, frequentatissimo dai veneziani e quasi immutato dal 1750. L’arredamento interno rimanda ai fasti della Serenissima, con i tavolini in marmo verde accompagnati alle sedie in legno e velluto, specchi del ‘700 e il magnifico lampadario in vetro di Murano posto al centro della loggia.
Caffè Florian
Se preferite il lato destro della piazza, ecco il Florian, anno 1720: un trionfo di stucchi, velluti e decori in foglia d’oro, specchi realizzati a mano, lampade a fiore negli angoli e piccoli tavolini in marmo. Siccome vi vediamo già pronti a contestare la scelta e a protestare per i prezzi, vi diciamo che in genere il prezzo è diverso a seconda che il servizio sia al banco o al tavolo, ma che rimane – crediamo – accessibile.
Spritz a 7 euro al banco o 14 al tavolo.
H2 NO
In zona Rialto, in campo San Silvestro, ecco un luogo che è a metà strada tra l’osteria in chiave moderna, il bacaro raffinato, la birreria. I motivi per cui sceglierlo sono la vastissima scelta di cicchetti, curati e freschi, i francobolli (tramezzini quadrati dalle farciture inediti), prodotto di punta del locale, e le occasioni dedicate alla musica, agli eventi, all’arte. Un modo per godere appieno della vita cittadina, oltre che per gustarsi un aperitivo.
Bacarando Corte dell’orso
Rispettando appieno la tradizione del bacaro nascosto ed introvabile, ecco un luogo centralissimo ma infilato in una calle che lo rende poco visibile. Siamo in Campo San Bartolomeo (Rialto) e se vi ritrovate a girare a vuoto, preoccupandovi per la sete che comincia a farsi sentire, non temete. Chiedete della Corte dell’orso e, più o meno come capita con la parola d’ordine nei vecchi film di intrighi internazionali, sarete dirottati verso un bacaro che è anche ristorante che è anche luogo di musica dal vivo.
Gli interni sono quelli di un bacaro tradizionale, che si allarga poi in un paio di sale e un piano superiore. Una volta entrati, il problema è uno solo: riuscire a farsi bastare un solo spritz, vista la vastissima scelta di cicchetti a disposizione. Il bancone invita all’assaggio multiplo: puntate il dito sul vetro, ordinate e sistematevi da qualche parte con il bicchiere pieno.
Chet Bar
Siamo in Campo Santa Margherita, al centro della vita universitaria veneziana per il rito dell’aperitivo. In Campo i locali sono molti – per la gioia dei residenti – e la scelta non sempre è determinata dalla qualità, tutta più o meno omogenea, quanto piuttosto dall’ambiente e dalla compagnia.
Nel gruppetto dei locali studenteschi, tuttavia, ecco il Chet è un luogo da appuntarsi per i cocktail, a partire da spritz e americani, naturalmente a prezzi modici. Pavimento in bianco e nero, foto in bianco e nero alle pareti, bottiglie schierate come un esercito pronto all’attacco, qualche teschio a creare atmosfera e ovviamente qualche cicchetto per accompagnare l’alcol. In mezzo, iniziative per aiutare la socializzazione tra clienti, tipo il “mercolegin”, appena conclusosi dopo il secondo anno consecutivo.
Wine bar 5000
In Campo San Severo, a Castello, Wine bar 5000 (il nome è il numero civico) è la cicchetteria del ristorante Luna Sentada, che si trova di fronte. Suggestiva vista canale, selezione accurata di formaggi e salumi, il nome non lascia spazio a dubbi: l’attenzione dedicata al vino è notevole. Il consiglio in questo caso, allora, è quello di partire dallo spritz per passare poi ad assaggi magari più articolati, con proposte enologiche bio e naturali. Non mancano eventi e serate musicali a tema.
Skyline Rooftop Bar
Si tratta del bar – all’ottavo piano – dell’ Hilton Molino Stucky, ex mulino (costruito tra il 1884 ed il 1895, nel periodo d’oro qui si macinavano fino a 2.500 quintali di farina al giorno) ora di proprietà del gruppo alberghiero. Si trova all’isola della Giudecca e se ve lo consigliamo il motivo sta nella vista che si gode dalla terrazza panoramica (con piscina), accostamento importante almeno quanto l’oliva nello spritz. Se vi piace assaggiare cocktail e drink sappiate che qui la carta è un viaggio tra i sestieri di Venezia.
Se invece siete fedeli alla tradizione, ordinate il vostro spritz e godetevelo. Il dubbio è se perdere tempo a scegliere il filtro migliore al tramonto per postare su Instagram o se fare i semplici e gustarsi il proprio aperitivo con lo sguardo rivolto verso San Marco.
Il prezzo? 14 euro.
Osteria Ai pugni
Per trovarla avete due modi: chiedere della barca-negozio di frutta e verdura oppure chiedere del famoso ponte dei pugni. Nel primo caso il consiglio è quello di portare con voi una borsa per la spesa visto che la scelta di ortaggi in vendita nella barca, appunto, ormeggiata di fronte al locale è ampia e la qualità è ottima.
Nel secondo caso, nessuna paura: non dovete battervi per entrare, bensì fare semplicemente attenzione alle orme poste agli angoli del ponte, che segnavano la posizione da cui partivano gli scontri tra le fazioni dei Castellani e dei Nicolotti. Molto frequentato dai veneziani, poco turistico, ha una buona scelta di cicchetti e una cucina curata. Lo spazio è sempre poco e ad un certo punto della serata è inevitabile accomodarsi fuori, lungo la fondamenta: lo spritz è fatto come si deve e un plus è la cortesia del personale e la simpatia dell’oste.
Bacareto da Lele
Un’istituzione veneziana, il biglietto d’ingresso in città, il primo bacaro che si incontra o l’ultimo che si lascia. Da Lele ha sfamato interi anni accademici di studenti dell’attigua facoltà di architettura. Ma è un punto di ritrovo anche di docenti, professionisti, cittadini. La fama è indissolubilmente legata ai micropanini imbottiti (salame, formaggio, porchetta con e senza senape, mortadella e carciofini, coppa, prosciutto crudo e funghi; ma ci sono anche cicchetti) e alle ombre di vino (un’ombra, in dialetto, è il bicchiere: qui da 0,70 a 0,90 cent in su, ma poco più su).
Dire che le dimensioni sono contenute è un eufemismo. Una volta ordinato lo spritz e i vostri panini, accomodatevi sulla fondamenta o sui gradini della chiesa dei Tolentini. Nelle giornate migliori la folla è tale da impedire il passaggio.
Time social bar
Ovvero come amare Venezia per i luoghi che non ti fanno sembrare di essere a Venezia. Piccolo, curato, non scontato e – soprattutto – non un bar in cui solo perché si fanno dei cocktail si deve avere il sopracciglio alzato, snocciolare tutta la storia degli speakeasy e raccontare come si sceglie il giusto mix di ingredienti.
Time social bar è sì un cocktail bar, ed il motivo per cui lo consigliamo è in effetti anche questo (a Venezia i cocktail bar non sono molti), ma è soprattutto una buonissima scoperta in cui anche se si chiede “solo” uno spritz, si capisce che la scelta degli ingredienti e la dose passano da mani sapienti. Ci aggiungiamo cicchetti curati ed un servizio gentile, cordiale e competente. E pure la nuova lista di cocktail estivi.
[Immagine di copertina: Skyline Rooftop Bar]