Qual è il bicchiere più adatto per il whisky

Guida all'acquisto dei migliori bicchieri da whisky: quali sono i più adatti per bere il distillato, tumbler a parte.

Qual è il bicchiere più adatto per il whisky

Ogni bevanda ha il suo rito, il consumo del whisky è stato associato per decenni al classico bicchiere old fashioned, il tumbler, soprattutto attraverso il messaggio che arrivava dai film americani.

Il pedante “esperto” alzerebbe il ditino e direbbe che si tratta di un obbrobrio da punire con la fustigazione. Pur non avendo statistiche in mano, si può tranquillamente affermare che oltre il 95% del whisky, di qualsiasi tipo o zona produttiva, non si consumi liscio ma con aggiunta di acqua, ghiaccio, miscelato con sodati o altro alcol, per cui il tumbler svolge in molte occasioni perfettamente la sua funzione.

 

La seconda cosa da dire è che la bevuta di piacere, può essere tranquillamente fatta in qualsiasi bicchiere, mutuando quello che che potrebbe il consumo della birra nella pinta. A proposito, Richard Paterson, uno dei più noti blender di whisky scozzese, molto rigido nella tipologia di bicchiere da usare nelle sue giornate lavorative, durante una intervista, rilassato e gaudente dalla poltrona di casa sua, si beveva il suo scotch in un bellissimo tumbler di cristallo. Può capitare poi di finire in un bar con qualche bottiglia di pregio dimenticata, sarebbe poco furbo far notare che si tratta di un bicchiere non è adatto, quando magari vi arriva una generosa dose da 50ml per quattro euro.

Perché il tumbler non esalta la bevuta e soprattutto l’olfazione del whisky?

tumbler

La grandezza dell’apertura e la forma senza nessun tipo di svasatura tendono a far disperdere i profumi, per cui dovrebbe scegliere una forma che aiuti a convogliarli verso in nostro naso. Come per altre bevande non esiste un bicchiere universale, la regola non dovrebbe discostarsi da quella del vino: whisky complessi e con maturazioni lunghe andrebbero bevuti in calici più ampi rispetto a whisky più giovani e freschi. Nel whisky va tenuta anche in considerazione la gradazione, che può variare da 40 fin oltre i 60. Dopo le prime bevute molti si affezionano a una tipologia di calice ma è possibile dare qualche linee guida e un elenco di possibilità.

Alternative al tumbler

Whisky in calice

Spesso la soluzione è semplice, economica e a portata di mano. Basta usare un calice a tulipano di tipo ISO oppure una copita da sherry o da vino da dessert, come ad esempio il Harmony 23 di Rastal.

Esistono bicchieri più tecnici e specifici. Il più diffuso, disponibile in vari modelli e misure, ma oramai quasi lo standard almeno nel mondo dello scotch whisky, è il Glencairn che richiama della forma uno dei simboli della Scozia, il cardo. L’assenza dello stelo non lo rende altamente tecnico, ma la sua forma lo rende molto versatile e soprattutto è molto resistente. Una valida alternativa è il Bormioli Snifter Vinoteque, che ha forme simili ma la presenza dello stelo lo rende anche più elegante.

Glencairn Glass

L’offerta è talmente ampia che non mancano nemmeno ricerche storiche. Il 1920s’ Professional Blender’s Whisky Glass si ripropone di riprendere le forme di un calice in voga un secolo fa tra i blender scozzesi. Personalmente lo trovo adatto a valorizzare whisky delicati e a bassa gradazione, che in altri bicchieri spesso tendono a disperdersi.

Studi sulla soprattutto sull’areazione del liquido e la salita di profumi ed etanolo hanno portato alla realizzazione di Nolan whisky glass,  studiato assieme a un nome noto nel mondo dello Scotch Whisky, Jim MacEwan. Si tratta di un bicchiere in vetro borosilicato, noto anche come ospedaliero, perché si utilizza principalmente per la vetreria nel mondo della sanità. Esternamente ha la forma di un tumbler ma ha al suo interno un bicchiere a tulipano, separato da una camera d’aria.

Salendo di prezzo,  SPIEGELAU Whisky Snifter Premium, rappresenta una delle massime espressioni degli snifter, molto piacevole anche a livello tattile. Sempre di Spiegelau, un discorso a parte va fatto per un bicchiere disegnato in collaborazione col compianto Silvano Samaroli. A vederlo si direbbe che vada contro il concetto di bicchiere a tulipano con la sua forma molto ampia. La verità è che testato sul campo, soprattutto con whisky molto complessi, è un esaltatore di profumi e, durante la bevuta, anche di aromi. Nelle intenzioni di Samaroli doveva essere in vetro soffiato, non è praticamente più in commercio ma serve ad evidenziare che a volte si salta alle conclusioni troppo presto.

Esistono anche calici dotati di un coperchio di vetro o di altri materiali per evitare che dopo il servizio le parti più volatili scompaiano. Sempre in ottica autarchica, un risultato simile si può ottenere utilizzando un sottobicchiere, anche di cartone, purché si abbia l’accortezza di verificare che non possa contaminare con qualche odore.

Ciò detto, è inutile comprare un bicchiere e un whisky costoso se poi si sbaglia il lavaggio e si usano detersivi molto profumati e brillantante.