Perché l’hospitality italiana del bar funziona meglio all’estero che in Italia?

Tre dei "migliori dieci bar al mondo" sono gestiti da italiani, ma il primo bar italiano è solo al 33° posto: abbiamo intervistato i grandi bartender nostrani, all'opera nella Penisola e all'estero, per capire cosa c'è da imparare.

Perché l’hospitality italiana del bar funziona meglio all’estero che in Italia?

Tre fra i migliori dieci bar al mondo sono italiani, ma si trovano fuori dall’Italia. Perché l’hospitality made in Italy, almeno a livello bar, funziona meglio all’estero anziché nel nostro Paese? La riflessione sorge spontanea dopo la proclamazione di The World’s 50 Best Bars, la più riconosciuta classifica internazionale di settore che la scorsa settimana a Madrid ha visto il trionfo di Handshake Speakeasy di Città del Messico, con l’ascesa di tanti bar sudamericani e asiatici più in generale, ma anche l’ennesima conferma del savoir-faire italiano.

L’ospitalità italiana all’estero

interni bar leone hong kongBar Leone (Hong Kong)

Non è certo un caso il fatto che Simone Caporale (Sips, attuale 3° miglior bar al mondo) e Giacomo Giannotti (Paradiso, 10°), i principali volti italiani della frizzante scena bar di Barcellona, siano stati ancora una volta considerati tra i migliori bartender/imprenditori nel settore della miscelazione globale. Senza dimenticare Agostino Perrone e Giorgio Bargiani di The Connaught Bar a Londra, oggi tredicesimi ma molto più in su nelle gerarchie di tanti altri addetti ai lavori. Quattro alfieri del bartending italiano, ben diversi tra loro, che restano sulla cresta dell’onda dopo aver provato negli anni scorsi pure l’ebbrezza di stare in cima alla classifica, dimostrando al mondo come l’ospitalità in Italia sia una cosa seria, anzi serissima. Per saperne di più chiedete a Lorenzo Antinori, che col suo Bar Leone a Hong Kong è riuscito in un solo anno a diventare prima il miglior bar d’Asia e poi, proprio nell’edizione 2024, il secondo miglior bar al mondo. Una scalata mai vista, senza neanche passare dalla seconda metà della classifica (ovvero dalle posizioni 51-100, già annunciate peraltro prima della grande festa della Madrid Arena).

Bar Leone: il miglior cocktail bar di tutta l’Asia è il trionfo dell’Italianità (e ci insegna come venderla) Bar Leone: il miglior cocktail bar di tutta l’Asia è il trionfo dell’Italianità (e ci insegna come venderla)

“È stato un risultato incredibile essere riconosciuto come secondo miglior bar del mondo. È davvero surreale, qualcosa che finora avevo solo sognato. Sono estremamente orgoglioso del mio team e di questo straordinario traguardo, nonché grato ai nostri ospiti per il loro sostegno. Questo riconoscimento ci spinge a continuare a superare i limiti e a elevare l’esperienza del bar per tutti coloro che varcano le nostre porte”, ci ha spiegato Antinori. Bar Leone è stata la sua prima iniziativa imprenditoriale, inaugurata nel giugno 2023 e diventata rapidamente uno dei bar più popolari di Hong Kong, grazie anche alla sua atmosfera di quartiere e un chiaro richiamo alle origini romane del co-fondatore. Il carattere di questo locale si ispira allo spirito dei tradizionali bar romani che costituiscono la pietra miliare dei 21 quartieri della città. Leone, il leone forte e sovrano, è stato invece il simbolo di Roma fino al Rinascimento e rimane oggi l’icona di Trastevere.

La filosofia di miscelazione del Bar Leone si concentra sulla rivisitazione dei cocktail classici con un approccio “a basso intervento”, che pone l’accento sull’artigianalità, sulla qualità degli ingredienti e sulla stagionalità. “Non ci sono insomma distillazioni o macchinari, facciamo un passo indietro rispetto alle tendenze attuali e siamo orgogliosi di mantenere la semplicità, permettendo ai nostri ospiti di apprezzare appieno gli ingredienti che compongono ogni cocktail senza bisogno di particolari espedienti. La nostra speranza è che i clienti tornino per i drink, ma restino per l’ottimo servizio e l’atmosfera di quartiere che abbiamo creato”.

L’ospitalità italiana in Italia

Fichi & Olive, cocktail di Locale FirenzeFichi & Olive, cocktail di Locale Firenze

Funziona, sicuramente funziona, ma funziona comunque meno l’ospitalità italiana in Italia. Se è vero che tra i migliori 50 bar al mondo troviamo quattro cocktail bar italiani – nel dettaglio, il Drink Kong di Roma (33°), Locale Firenze (36°), Moebius Milano (38°) e il 1930 sempre di Milano (50°) – è altrettanto vero che i piani alti della classifica restano ancora distanti anni luce dal nostro Paese. Perché? “La bontà dell’ospitalità italiana è indiscussa e fa parte del nostro DNA. Tuttavia, spesso ci manca un po’ di attenzione alla qualità, che a volte viene messa in secondo piano. Quando invece un italiano lavora all’estero, viene inserito in contesti con standard di servizio ben definiti, che contribuiscono a esaltare la nostra innata ospitalità e a portarci ai massimi livelli”. Chi parla è Fabio Fanni, Bar Manager di Locale Firenze e quindi del cocktail bar italiano che, almeno secondo la già citata classifica, meglio ha lavorato in questo 2024: il locale per eccellenza in via delle Seggiole, pur non essendo il primo bar fisicamente in Italia inserito in graduatoria, ha scalato infatti 10 posizioni rispetto al 46° posto del 2023.

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Ma il problema, a detta di Fanni, non è solamente a livello di approccio al lavoro. “Una delle ragioni per cui ci sono pochi bar italiani tra i primi 10 o 20 al mondo potrebbe essere una certa mancanza di visibilità. Non direi che non siamo all’avanguardia, perché penso che siamo in linea con le tendenze del mondo del bar attuale, ma quando si pensa all’Italia l’associazione immediata è più legata a vino e cibo che ai cocktail”, è l’opinione dell’esperto bartender sardo con alle spalle anche diverse esperienze londinesi. “È comunque positivo che, anche se non siamo al top del top, abbiamo quattro bar tra i primi 50 e altri tre nella fascia 51-100, distribuiti in quattro città lungo la penisola: Milano, Firenze, Roma e Napoli. Questo è un aspetto distintivo rispetto alla maggior parte dei top bar, che si trovano prevalentemente nelle grandi capitali nazionali”.

Negroni mezzo pieno o mezzo vuoto?

signature cocktail del bar leone a hong kongYuzu Negroni, cocktail di Bar Leone

Manca visibilità o è solo questione di abitudine? “L’ospitalità italiana all’estero forse è vista come una cosa nuova, mentre in Italia viene probabilmente data per scontata o almeno i clienti sono abituati a determinati comportamenti da parte di bartender e ristoratori. All’estero l’ospitalità italiana è invece sempre stata molto forte grazie anche al fatto che ci sono stati dei maestri e professionisti che l’hanno esportata in maniera eccellente”, risponde invece Lorenzo Antinori, già rientrato in Estremo Oriente. Fatto sta che, vuoi per una questione culturale vuoi per il semplice fascino delle novità, l’Italia del bar che conta di più – quella più quotata dal punto di vista internazionale – si trova al di fuori dei nostri confini.

Il Negroni è mezzo pieno o mezzo vuoto quindi? Dipende da come si osservano le cose, perché al contempo, seppur senza primeggiare, il lavoro e di conseguenza la credibilità dei bar italiani sta vivendo un periodo di innegabile crescita. Ne è un esempio tangibile l’ingresso in classifica di Moebius, suggestivo cocktail bar e ristorante milanese del giovane imprenditore Lorenzo Querci che attraverso investimenti, idee chiare e un programma di attività costanti è riuscito a piazzarsi al 38° posto. I bar (e i bartender) di qualità, insomma, non mancano di certo: basta cercare bene e dar loro il valore che si meritano, in Italia così come all’estero.

The World’s 50 Best Bars 2024: la classifica completa

  1. Handshake Speakeasy, Città del Messico
  2. Bar Leone, Hong Kong
  3. Sips, Barcellona
  4. Tayer + Elementary, Londra
  5. Jigger & Pony, Singapore
  6. Line, Atene
  7. Tres Monos, Buenos Aires
  8. Alquimico, Cartagena
  9. Zest, Seoul
  10. Paradiso, Barcellona
  11. Himkok, Oslo
  12. BKK Social Club, Bangkok
  13. Connaught Bar, Londra
  14. Double Chicken Please, New York
  15. Overstory, New York
  16. Lady Bee, Lima
  17. Baba au Rum, Atene
  18. Coa, Hong Kong
  19. The Cambridge Public House, Parigi
  20. Tlecan, Città del Messico
  21. Caretaker’s Cottage, Melbourne
  22. CoChinChina, Buenos Aires
  23. Salmon Guru, Madrid
  24. Martiny’s, New York
  25. Bar Benfiddich, Tokyo
  26. Maybe Sammy, Sydney
  27. Superbueno, New York City
  28. Nutmeg & Clove, Singapore
  29. Satan’s Whiskers, Londra
  30. Panda & Sons, Edimburgo
  31. Tan Tan, Sao Paulo
  32. Licoreria Limantour, Città del Messico
  33. Drink Kong, Roma
  34. Jewel of the South, New Orleans
  35. Byrdi, Melbourne
  36. Locale Firenze, Firenze
  37. Scarfes Bar, Londra
  38. Moebius Milano, Milano
  39. Bar Nouveau, Parigi
  40. Mimi Kakushi, Dubai
  41. Bar Us, Bangkok
  42. Virtu, Tokyo
  43. Atlas, Singapore
  44. La Sala de Laura, Bogota
  45. Roda Huset, Stoccolma
  46. Floreria Atlantico, Buenos Aires
  47. Analogue Initiative, Singapore
  48. El Gallo Altenero, Guadalajara
  49. Danico, Parigi
  50. 1930, Milano
Fonte: In copertina: un signature cocktail di Paradiso, Barcellona
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