Il bar numero uno al mondo, vincitore della The World’s 50 Best Bars, parla italiano, e lo fa davvero. Non solo una questione di origini, di partnership o di proprietà: Giacomo Giannotti, barman e titolare del Paradiso di Barcellona, è 100% italiano.
Lo si vede quando parla, quando pensa, e ovviamente quando prepara da bere, con la sua passione per il vermouth, ad esempio: nonostante a Barcellona i vermouth non manchino di certo, Giannotti usa spesso per le sue preparazioni il Vermouth di Torino, “più equilibrato e complesso, speziato e amaricante”, di quello spagnolo.
Al Paradiso si viene per bere non solo i cocktail migliori del mondo, ma probabilmente anche i più scenografici: una delle caratteristiche di Giannotti e delle sue creazioni, infatti, è quella di voler stupire sempre il cliente con l’effetto wow. Bicchieri che fumano, postazioni che si muovono, reazioni chimiche che danno vita ai drink: una volta ordinato, non si sa bene cosa aspettarsi, e questo è il bello del suo lavoro. Lavoro che lo ha portato a essere in vetta alla classifica mondiale, dopo il terzo posto dell’anno scorso. “È una grandissima emozione, ancora difficile da credere. Riesco solo a pensare a tutto il lavoro fatto in questi anni”, dice Giannotti. “Abbiamo iniziato Paradiso in tre, e ora siamo un team di 40 persone. Ho la fortuna di avere un grande team, di persone appassionate e che credono nel progetto Paradiso, ognuno con le sue qualità e la sua personalità”.
Il locale
Ma com’è questo Paradiso di Barcellona? Intanto, lo stile è quello dello speakeasy: nascosto, dalle luci soffuse, il Paradiso bisogna guadagnarselo, se permettete la metafora. Siamo nel quartiere del Born, a due passi da Parc de la Ciutadella: qui un Pastrami Bar nasconde dietro a una porta frigo dallo stile retrò una tenda si apre come un sipario. Dietro, il cocktail bar numero uno al mondo. Un luogo giovane, trendy ma non troppo, dove si respira aria di festa. “L’idea diversa rispetto ai classici speakeasy”, racconta Giacomo, “era di fare non un bar piccolo e molto riservato, ma un busy bar, un posto sempre pieno di persone, come se fosse sempre una festa”.
Legno dalle forme sinuose a richiamare il mare di Barcelona, Marmo di Carrara per il bancone a ricordare le origini toscane e il legame con la sua famiglia, elementi di design tropicale e uno speakeasy dentro allo speakeasy. La sala Macallan, dall’accesso “segreto”, è una sala whisky dal design sexy illuminata con neon dai toni rossi dove i dieci ospiti seduti al tavolo hanno a disposizione un barman privato.
I cocktail
Dicevamo che i cocktail ideati da Giannotti sono quanto più vicino ci sia a uno spettacolo teatrale in forma liquida. Non a caso, la carta ha un tema: il fil rouge dell’ultima è l’evoluzione umana, con le sue tappe fondamentali e le scoperte fatte dalle grandi figure storiche. Dalla ruota alla scrittura, dal fuoco all’elettricità, il menu The Evolution contiene un totale di 14 drink, ognuno dei quali rende onore a un elemento o a un momento cruciale dell’evoluzione dell’uomo. Il primo è On Fire, una rivisitazione affumicata, dolce e tostata di un Milk Punch, ispirato alla scoperta e al dominio del fuoco da parte dell’homo erectus. Un cocktail da condividere presentato in due bicchieri a forma di pietra posti su un vassoio di vetro sul quale viene posta una piccola rappresentazione di elementi che si possono trovare in un foresta. Poi c’è Roots, un analcolico ispirato alla scoperta e all’evoluzione dell’agricoltura, nonché allo sviluppo e alla diffusione di tecniche di allevamento, in diverse regioni del mondo. L’Evolution Negroni è un cocktail dalle note gustative che ricordano il legno, la frutta esotica, la vaniglia e le spezie, dedicato alla più grande invenzione del tempo: la ruota.
Legacy è il quarto cocktail presentato nel menu The Evolution, a base rum e dedicato alla lingua scritta. Poi ci sono Copper (un cocktail da aperitivo ispirato all’età dei metalli), Cronos (un twist del Tommy’s Margarita che rende onore al Tempo), Marco Polo (un cocktail dalle note floreali e balsamiche che si ispira alla scoperta della bussola), Top Gun (ispirato all’invenzione della polvere da sparo), Tesla (un drink dalle note dolci e speziate, twist del classico Caipirinha), Voyage (una rivisitazione del famoso Cosmopolitan, servito in un bicchiere futuristico che ricorda una navicella spaziale), Technology (un twist di un Tiki, omaggio alle più grandi invenzioni tecnologiche), V Gang (un cocktail frizzante che rende omaggio alla nostra Terra).
Poi ci sono i fuochi d’artificio: Paradiso Express, una rivisitazione dell’Espresso Martini ispirato alla Rivoluzione Industriale e soprattutto Fleming, un cocktail dalle note complesse, evolutive e lattiginose, ispirato all’omonimo medico e alla scoperta della rivoluzionaria penicillina nel 1928. La fermentazione è al centro di questo drink, non solo negli ingredienti ma perfino nel bicchiere, che è decorato da un anello di agar agar e pompelmo fermentato con spore di tempeh.
“Le creazioni dei nostri antenati hanno segnato il nostro presente… e noi, cosa lasceremo alle generazioni future?” si chiede Giacomo Giannotti nel suo menu. Probabilmente, per quanto lo riguarda, la risposta è nei suoi drink.