Non è indispensabile sapere che Filippo T. Marinetti, fondatore del movimento futurista, è anche autore de La Cucina Futurista, che abbiamo inserito nella lista dei “10 libri da leggere per scrivere di cibo sapendo di cosa parli“.
Però è un peccato. Si perdono farneticazioni argute su illustri abolizioni, tipo la pastasciutta o l’uso delle posate a tavola, e anche brillanti intuizioni sulla presentazione dei piatti e sull’originalità assoluta delle vivande.
C’è qualcuno, a Milano, che si è ispirato al Futurismo di Marinetti e lo ha riportato nel proprio locale, catturando anche l’attenzione del New York Times, attraverso l’inviata Laura Rysman.
Si tratta del Surfer’s Den, avamposto della new wave aperitivista guidata da Yuri Gelmini, maestro bartender che segue la filosofia della Miscelazione Futurista, spiegata nel libro omonimo di Fulvio Piccinino, esperto di storia del bere e cucina futurista, che svela l’ultima tendenza nel mixology: l’aperitivo futurista.
Il locale appare subito ricco di contrasti, futurista fino in fondo.
Le pareti sono intarsiate con tavole da surf scolpite a mano e innumerevoli altri ammennicoli provenienti da ogni parte del mondo, in accordo con i gusti dei fondatori.
L’attrezzatura per i cocktail, i bicchieri e i vassoi, anche gli specchi sono tutti oggetti di antiquariato e modernariato pescati qua e là nei mercatini locali.
Tanti contrasti che producono un risultato bizzarro, secondo il New York Times:
“Il capanno sulla spiaggia di un Gatsby italiano, abbandonato nella città senza mare di Milano”.
L’idea è quella di realizzare “polibibite multisensoriali” ricreando col senso del gusto ciò che si può avvertire ammirando un’opera di Umberto Boccioni, pittore e scultore futurista.
I liquori regionali italiani sono il cuore pulsante di questa esperienza, non potrebbe essere altrimenti vista l’autarchia predicata dal Manifesto: lo Snebbiante rischiara le idee, mentre numerosi sono i cocktail afrodisiaci.
Ritroviamo quello chiamato Guerra a letto e l’Ape Vigorosa (un mix di grappa di Moscato, vermouth, liquore di genziana e Taneda, un liquore tipico valtellinese), dov’è presente addirittura un pezzetto di nido d’ape, di provenienza locale, che dovrebbe fornire agli avventori le forze giuste per i loro incontri amorosi.
Gelmini, in ogni caso, si sente indipendente rispetto ai bei tempi che furono.
“Si tratta di una corrente di cocktail unica in Italia, che fa un uso brillante della nostra cultura e dei nostri prodotti. Queste bevande sono ancora innovative dopo più di un secolo.”
[Crediti | link: New York Times, Foto: BHM Studio]