Dimentichiamoci ogni pedanteria gourmet e qualunque vezzo critico: parliamo delle birre da discount. Quelle che tracanni con fare nervoso ma poco presente, con gli occhi gonfi e lo sguardo vitreo.
Ignara che qualche anno dopo ti renderanno la nottata difficile e faranno la fortuna del tuo reflusso gastrico.
Son bravi tutti a suggerire le prime 10 birre da comprare secondo Slow Food, ma ciò che Dissapore mi ha chiesto è: cosa ci consigli quando Eurospin e Lidl, MD e Penny Market sono il tuo unico orizzonte per gli abusi, gli stravizi e la sete chimica?
Una specie di meglio del peggio in pratica, levandosi se possibile qualche piccola soddisfazione. Okay, ho risposto, non sarà un’esperienza eminentemente gastronomica ma sono sicura di trovare qualche birra che valga la pena, specie considerando quanto la pago.
Prima di quelle che si salvano, però, inizio con un preliminare amaro: 5 birre da evitare come il rientro dalle ferie nel fine settimana da bollino rosso.
Il peggio del peggio
PERLENBACHER – 5 % Vol
59 cent (50 cl)
Il torbido che una birra bianca come la Weisse dovrebbe avere e persino il profumo del grano.
Peccato per l’evidente sentore di alluminio in bocca, della serie “Chiudi gli occhi e fatti trasportare dal frumento conservato in latta”), che ci fa bocciare e togliere dalla lista dei consigli questa esclusiva Lidl.
Se proprio volete comprarla: da portare a quella festa dove, già lo sapete, si mangerà soltanto pasta fredda semi-scondita.
OTWALD – 4.7% Vol
69 cent (66 cl)
Il birrificio belga Martens produce per LD e MD una lager dalla schiuma azzerata e dal sapore non proprio esuberante, diciamo.
Bizzarra nell’elenco degli ingredienti la presenza di cereali non maltati, aggiunti per dare “corpo” a questa specie di sciacquatura di tino.
WICTOR – 4% Vol
49 cent (50 cl)
L’insostenibile leggerezza dello scipito, dell’evanescenza istantanea della schiuma in diretta concorrenza con quella dall’Aspirina effervescente.
Nonostante il nome dal suono slavo è un prodotto Martens esattamente come la birra precedente, e visti i medesimo mostruosi risultati viene da pensare che siano la stesa cosa.
ABBAYE DE OUDKERKEN – 6.2% Vol
1.99 al litro
Prodotta in esclusiva per Lidl Italia. E anche per noi gonzi che se nello stesso campo visivo rientrano la dicitura “Abbazia” e la cifra 1.99 (qui è indicato il prezzo al litro, le 6 bottigliette da 33 cl “non sono vendibili separatamente”) pensiamo di aver vinto un terno al lotto.
Trattasi ahinoi di una Belgian Pale Ale che fa il verso a sé stessa, toni piatti e gusto artefatto in maniera plateale.
Basta leggere gli ingredienti: senza pudore sfilano uno dopo l’altro sciroppo di glucosio, estratto di luppolo e il mitico E150c, che colora l’intruglio cialtrone di un ambrato caramello per simulare la tostatura.
HOFFENBRABRÄU – 4.7% Vol
65 cent (50 cl)
Da non confondersi con Hofbräuhaus (birrificio di Monaco di Baviera fatto costruire da Guglielmo V nel 1589). Anche qui c’è un castello di mezzo però, anzi, la Castello (UD), proprietaria a sua volta di Pedavena, azienda che realizza questo capolavoro al contrario.
Lager piatta dal fastidioso sentore ferroso, include tra gli ingredienti il granoturco. E si sente purtroppo.
Il meglio del peggio
10. BEST BRAU – 4.8 % Vol
55 cent (50 cl)
La peggiore delle migliori birre da discount. Comunque inserita in questa stramba lista non per il sapore, sciapo come la programmazione pomeridiana della tv di agosto. Nemmeno per il profumo che questa pils tedesca lascia nel bicchiere: lo stiamo ancora cercando.
Parliamoci chiaro: in offerta costava 45 centesimi e tutto sommato non presenta retrogusti sgradevoli o difetti evidenti. Bisogna anche sapersi accontentare
9. KENNER – 7.2% Vol
2.99 (per 4 bottiglie da 33 cl)
Un frate che dovrebbe mettersi a dieta, in pratica la caricatura di quello più austero della Franziskaner (storico birrificio di Monaco di Baviera) ci tenta (o dovrebbe) dagli scaffali di Euro Spin & Co.
Parliamo di una bockbier, versione forte della lager, la birra a bassa fermentazione.
Tappo a vite, accettabile nei profumi, mostra uno squilibrio evidente con picchi a strapiombo tra dolce e amaro.
8. CASTELLO – 6.5% Vol
1.99 euro x 3 (33 cl)
Diremo: note di caramello tostato, ma si sarebbe anche potuto dire: palato piatto. Il pregio principale di questa nota lager è che garantisce uno grado alcolico medio-alto a un prezzo imbattibile.
Evidentemente per Castello, mega birrificio di San Giorgio di Nogaro (nonché ex stabilimento Moretti), proprietario di Argus e Pedavena, la faccenda delle accise da pagare in proporzionre al tasso alcolemico delle birre non dev’essere un problema.
7. ARCANA – 5,8% Vol
1,79 euro (5o cl)
Il birrificio di Riccione
Amacord, birrificio di Riccione che fabbrica le più apprezzate Tabachéra e Midòna, realizza una linea di birre artigianali da discount per Target 2000. Malgrado le apparenze non è una tv regionale, bensì un grossista che, dal 2000 appunto, distribuisce birra accettabile nella Grande Distribuzione non rinomata per il livello dell’offerta. Noi l’abbiamo trovata al Lidl.
Il primo prodotto della lista per cui si può spendere il temine “complesso”, grazie alla miscela di miele e lieviti tra i profumi.
Limpida e dalla schiuma poco persistente, neanche il tempo di scattare la foto…, questa Golden Ale (birre chiare, fresche, estive) vale decisamente il prezzo.
6. IPA 6.1% Vol
1.49 euro (33 cl)
Sorellastra dell’Arcana appena citata, prodotta dallo stesso birrificio, ma migliore. Perché a conferire un sapore addirittura “articolato” è un elenco di ingredienti degno del più saputo mastro birraio.
I malti sono tre: Pilsner, Vienna e Caramel Dark (che apporta la nota di miele di castagno). Quattro invece i luppoli: Magnum, Chinook, Centennial e Ahtanum, scelta coerente con lo stile IPA, che significa India Pale Ale. Ma Amacord si è preso la licenza poetica di chiamarlo Italian Pale Ale.
Non è nelle primissime posizioni perché vincere così è troppo facile: dobbiamo ancora indagare tra acque sporche ed etichette fluo per trovare le chicche.
5. VELTINS – 4.8 % Vol
69 cent (50 cl)
La birra bionda basica che, onesta, compare in mille e una pizzerie. Per capirsi: dire Veltins in Germania è come dire Moretti in Italia.
Schiuma invitante, si sentono il luppolo e anche l’amarognolo finale tipico delle Pils (dal ceco Plzeň, la regione della Boemia che ha dato i natali a questo stile). Neanche l’ombra dei mostruosi cereali maltati incontrati in precedenza, gli ingredienti sono acqua, malto d’orzo, luppolo.
Rapporto qualità-prezzo super: nel presentarvi in una grigliata con una mezza dozzina di Veltins sappiate che tutti si ricorderanno di voi. Il massimo con il minimo sforzo. Economico.
4. ARGUS – 4.9% Vol
52 cent
Lager, quindi birra a bassa fermentazione con i lieviti inseriti lieviti a temperature più basse, che di recente da Lidl ha sostituito Finkbräu (stesso grado etilico, stesso stile di produzione e stesso birrificio, quello di S.Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine, ma col cavaliere nero in bottiglia).
A questo prezzo chi pretenderebbe la schiuma persistente, il profumo piacevole del luppolo e una sfumatura di sapore che ricorda la mandorla? Sorprendente.
3.PALS STRONG – 8.5% Vol
79 cent (66 cl)
La versione low cost della celebre Bière Du Démon (sottotitolo: La Bière blonde la plus fort du monde), che ostenta il notevole grado alcolico sull’etichetta tamarra.
Ruffiana dentro come fuori, è una combinazione di dolce caramelloso e di amaro, piuttosto persistente bisogna riconoscere, che stuzzica e parla dritto allo stomaco.
2. PETRUS – 7.5% Vol
3.99 euro (75 cl)
Belgian Special Ale che, al netto della caricatura del frate presente nella bottiglia (tipo spumante, con tappo in sughero e gabbietta), merita la definizione.
Non fatevi ingannare dalle apparenze: questa tripel, tipologia chiara e forte inventata da Westmalle, il più grande birrificio per le trappiste, è proprio buona.
All’olfatto rivela agrumi e cereali, sul finale ha una persistenza molto gradevole. La più cara trovata nei discount, ma meno dispendiosa e migliore di molte birre d’importazione che negli ipermercati classici costano sui cinque euro.
1. LEUTE BOKBIER – 7,5% Vol
4.99 euro x 4 birre da 33 cl
Bottiglietta tarchiata con botte di legno raffigurata in etichetta. Penserete: l’ennesima ciofeca.
Invece la schiuma è consistente e il profumo di spezie invitante. Il sapore di caramello poi palesa una vera Belgian Strong Ale, abbinamento da provare con i formaggi che hanno fatto il loro tempo.
Come ci è finita una birra così al Lidl?
La curiosità è tanta e la contro-etichetta svela l’arcano: il produttore è Van Steenberge, lo stesso delle più note St.Stefanus e Gulden Draak. Resta però il mistero del prezzo, visto che Leute non è la linea povera e un po’ sfigata dei birrifici dignitosi, come in alcuni casi precedenti.
Altrove viene venduta a molto di più.