È noto che tra i suoi ammiratori c’è Donald Trump, capace, come ha raccontato nel 2017 il New York Times, di berne anche una dozzina di lattine al giorno.
Ma pure Bill Clinton, che ne conserva una lattina nella sua biblioteca personale, e lo stilista di Chanel Karl Lagerfeld, non hanno nascosto di esserne consumatori fedeli.
La Diet Coke, conosciuta in Italia come Coca Cola Light –una delle bevande più note di tutti gli anni Novanta– ha perso smalto e le vendite segnano, dal 2006, un calo irreversibile.
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Le cause del declino sono evidenti, ha scritto l’altro giorno il New Yorker: negli anni Ottanta e Novanta era il simbolo dei potenti, dei politici, dell’establishment di Hollywood. La Diet Coke, con la sua promessa di poter ingurgitare, anziché caffè, una bevanda a base di caffeina che non facesse ingrassare, si sposava alla perfezione con tutto il nuovo degli anni Novanta.
”Se il nostro fare i conti con gli abusi di quel periodo è stato graduale, lungo e sempre più doloroso, lo stesso è stato per l’immagine declinante della Diet Coke”, ha scritto Nathan Heller sulla rivista americana.
Già, perché la Coca Cola senza zuccheri e senza calorie che spopolava su Mtv, con spot farciti di star e modelle, oggi è superata in popolarità e vendite dalla sua erede naturale, la Coca Cola Zero.
Che è senza zucchero e con poche calorie, ma è stata venduta come la bevanda dei millenial, da postare su Facebook e Instagram. Mentre la Light fa ormai parte di un mondo passato, importante, ma che probabilmente non piace più.
[Crediti | New Yorker]