I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia 2021: il Corriere della Sera ha colpito nel segno

Il chiacchiericcio intorno a "I migliori 100 vini e vignaioli d'Italia 2021", guida al vino appena uscita del Corriere della Sera e noi, che leggiamo ancora queste liste.

I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia 2021: il Corriere della Sera ha colpito nel segno

Partiamo dai fatti. Luciano Ferraro e Luca Gardini premiano nella guida del Corriere della SeraI 100 migliori vini e vignaioli d’Italia” Camilla Lunelli, responsabile della comunicazione della famosa cantina del Trento DOC e Claudio Tipa, imprenditore e proprietario di Poggio di Sotto, Grattamacco, Tenuta San Giorgio e ColleMassari. Parliamone.

Odi e critiche. Una serie di letture consigliate.

La provocazione gratuita ha sollevato un dibattito mediamente interessante. Cosa significa essere un vignaiolo? Jacopo Cossater su Gastronomika (Linkiesta) ha le idee abbastanza chiare e parte dalla Treccani fino a raccogliere una serie di opinioni che dovreste leggere. Più critico e tagliente invece è Antonio Tomacelli su Intravino dove non si dimentica di citare un premio dato dal Corriere per un e-commerce che ha proprio Gardini come brand ambassador. La questione a livello linguistico è stata distrutta con velocità da quelli che genialmente sono andati a googlare direttamente la differenza tra il termine vignaiolo e imprenditore.

Il vero tema deve essere a prescindere più complesso. Nonostante tutto nel mondo del bastian contrario l’unica opinione che ritengo valida è quella di Francesco Bordini, agronomo, enologo e proprietario di Villa Papiano che in un commento su Facebook scrive: “Posso cantare fuori dal coro? Da 3 anni seguo a Montalcino le vigne de “La Palazzetta Fanti”, molte delle quali si trovano in adiacenza a quelle di ColleMassari. Da 3 anni quindi osservo quotidianamente il lavoro in vigna che fanno e ti posso garantire che lì si fa una viticoltura vera e molto dettagliata. Plauso a loro che su una scala cosi grande sanno fare una viticoltura vera. Ahime viticoltura di quel rango è rara anche nel mondo artigiano. La viticoltura chiede disciplina e osservazione, dove la trovo, quella vera, non posso che rimanerne ammirato. La grande lezione di Montalcino è quanto sia diffusa la cultura viticola e non hai idea quanto mi manchi cotanta diffusa disciplina altrove. Chi investe soldi veri in vigna anziché in cantina per me è un viticoltore ed ha la mia stima.”

Chi ha ragione quindi? In questo polverone che è stato tirato su dal nulla alla fine dei conti ci troviamo in una landa desolata dove vincono tutti e non vince nessuno.

La colpa è solo nostra

Il mio parere su tutto questo? Che ancora una volta non si parla di vino. Ferraro e Gardini hanno colpito nel segno. Questa guida, che fino a ieri a livello comunicativo valeva meno di zero è diventata oggi l’argomento più importante da segnalare e valanghe di articoli, incluso questo, ne fanno a capofila. Sapete perché? Perchè voi, miei cari lettori, questi articoli li leggete. Come la notizia è uscita ho iniziato a ricevere chiamate e messaggi per sapere quando un mio articolo a riguardo sarebbe uscito. E qui si presenta un mio piccolo fallimento. Il dover scrivere dell’ennesima guida che non aiuta il vino ma aiuta quella nostra voglia di rompere le scatole a prescindere per sentire le nostre opinioni sovrastare quelle degli altri. E via a seguire con il clickbaiting costante e magari una telefonata dalla redazione per congratularsi dei numeri.

Piuttosto che un mio parere ascoltate un mio consiglio. Lasciate perdere Ferraro e Gardini, il Corriere e la loro guida dei 100 migliori vini e vignaioli, me e i miei colleghi che dobbiamo per forza parlarne. Andate in cantina e aprite una bottiglia del vino che preferite giusto per ricordarvi che il meglio del meglio è quello che piace a voi.