“A Roma si beve molto anni ’90” diceva un mio amico qualche giorno fa. Ed è abbastanza vero, come è vero che in questa grandissima città le enoteche ci sono sempre state e non sono mai tramontate, anzi continuano ad aprire, magari con un taglio diverso, con una vocazione più attuale, una selezione non banale dei vini da proporre, un’attenzione alla cucina o ai prodotti da proporre sugli scaffali. Poi c’è una Roma fatta di grandi tradizioni, una serie di insegne in cui si continua ad andare, da cui non si prescinde, in cui si vive un’atmosfera speciale, in cui si stappa tra il vociare degli ospiti, le coppie appoggiate ai banconi, gli amici in piedi sui vicoli del centro.
In questo scenario Roma è una città dove si può bere molto vino, molto buon vino e molto forse, anche pessimo vino. Ma che si apre agli appassionati del genere, che amano sbirciare tra le lavagne con la mescita e gli scaffali con le bottiglie e i prezzi scritti con il pennarello e anche a chi di vino non ci capisce nulla. Infine a quelli che stanno nel mezzo: né esperti, né incolti, ma comunque curiosi, bevitori romantici, che affidano a ogni momento gioioso una bottiglia.
Ecco in questo la Roma del vino, nella sua imperfezione, è una città per tutti. Ha molti posti, tanto diversi tra loro, alcuni imprecisi, con scaffali dove la selezione sembra fatta a casaccio, un menu striminzito e insoddisfacente, l’oste scorbutico che non ha voglia di parlare. E poi posti favolosi, senza tempo o molto attuali. Questa mappa racconta questo mix senza fare troppe distinzioni, senza lasciare indietro nessuno, in un modo inclusivo e quasi, enciclopedico: posti dove si beve vino in un’atmosfera piacevole, dove il vino sia al centro ma non per forza sia tutto. Vini anni ’90 e vini anni ’20 (del 2000 però). Fuori solo i ristoranti, perché quello sì, è un capitolo a parte, e le enoteche, intese come negozi senza mescita, dove non sia possibile degustare ma solo acquistare.
Dunque, ecco le 26 migliori enoteche (e di conseguenza i migliori wine bar) di Roma.