4 miliardi di dollari sfumati in un gesto di un secondo. Tanto è costata a Coca Cola la mossa di Cristiano Ronaldo che, come ormai saprete fino alla nausea, ha tolto dal tavolo della conferenza stampa di Euro2020 le bottiglie dello sponsor degli europei di calcio, invitando il pubblico presente a bere acqua. Un video di pochissimi secondi che ha rapidamente fatto il giro del mondo e che ha fatto crollare in trenta minuti le azioni del colosso di Atlanta da un valore di 56,18 dollari a 55,22 dollari. Tutto, per aver preso un paio di bottiglie e averle spostate sotto il tavolo. Un gesto che, a pensarci bene, insegna due o tre cosine a ognuno di noi.
Numero 1: fly down, baby
La prima è che la strada per diventare food influencer è lunga. Inutile star lì a postare piatti, a contare like alle vostre ricette fatte in casa, a postare foto con gli chef più cool del globo, a imitare Salvini e la sua passione per il cibo mediocre e le piattate di pastasciutta. Ogni volta che pensate di avercela fatta, di aver portato a casa un risultato e di essere diventati qualcuno nel mondo dei social enogastronomici, ricordate che c’è chi spostando una bottiglia fa andare in fumo 4 miliardi di dollari. Roba che manco Chiara Ferragni se prendesse improvvisamente a calci la sua shopping bag personalizzata di Dior.
Numero 2: sicuri che sia un bene?
Un’altra cosa che bisognerebbe chiedersi, di fronte a uno che sposta 4 miliardi di dollari con un gesto, è se non ci siano implicazioni etiche da tener presenti. Immaginate – parliamo del tutto ipoteticamente, sia chiaro – se venisse fuori che Cristiano Ronaldo ha un contratto con Pepsico, o con qualche altro marchio concorrente di Coca Cola. Il suo gesto assumerebbe un aspetto totalmente differente. O magari, a Cristiano Ronaldo la Coca Cola sta solo antipatica, perché gli ricorda quando da piccolo lo prendevano in giro per i denti storti e gli lanciavano dietro le lattine. E dunque: può un uomo le cui azioni fanno ballare i titoli in borsa permettersi di agire con tanta leggerezza per una motivazione personale? Di sicuro, Coca Cola pensa di no. Neanche se il motivo è difendere l’healthy food, e credeteci se diciamo che nessuno più di noi vuole combattere la battaglia per un’alimentazione più sana e intelligente. Il fatto è, però (ed è una valutazione personale, è ovvio), che non crediamo che quel gesto lì, fatto da Cristiano Ronaldo davanti ai giornalisti di tutta Europa, sia stato solo e per forza un messaggio positivo in favore di uno stile di vita salutare, come hanno argomentato tanti colleghi giornalisti, senza tuttavia chiedere le motivazioni del gesto al diretto interessato. Certo, sappiamo che Ronaldo è fissato con la dieta, ed è piuttosto intollerante nei confronti degli zuccheri e delle bibite gasate, soprattutto quando potrebbero intralciare la possibile carriera di suo figlio che – come spiegò una volta – non diventerà mai un campione se continua con il junk food. Ma di sicuro Cristiano Ronaldo sa anche di essere un uomo che sposta miliardi di dollari e forse – abbiamo pensato noi – molto semplicemente non voleva vedere associato il suo bel visino alla Coca Cola, così, “a gratis”.
Numero 3: Healty sì, ma dipende
Riprova ne è il fatto che nella sua vita di testimonial, Cristiano Ronaldo non è mica sempre stato così integerrimo. Come apprendiamo dai video che stanno girando da ieri in rete (senza conoscere i termini degli eventuali accordi, sia chiaro), nel 2009 Ronaldo è stato anche tra i protagonisti di uno spot Coca Cola per il mercato asiatico. E sempre in Asia (e in Arabia) il calciatore portoghese è stato il volto della campagna pubblicitaria del Kentucky Fried Chicken che, andiamo, proprio healty food non è. Insomma: se Ronaldo nella vita ha cambiato idea sull’alimentazione è lecito, e ne prendiamo atto. Ma quel che vorremmo evitare è un’ennesima santificazione di un personaggio a paladino del cibo sano, quando – lo ripetiamo – non abbiamo la più pallida idea del perché ieri Ronaldo abbia preferito bere acqua anziché Coca Cola.