Il tè giallo è uno dei tè meno conosciuti in circolazione. Il colore “giallo”, come abbiamo detto più volte, non è sintomatico del colore della bevanda in tazza. Stando a questo pregiudizio, tutti i tè, o quasi, potrebbero sembrare gialli. Il colore però fa sempre riferimento al colore delle foglie in infusione.
Il tè sconosciuto
Se vi state chiedendo perché non conoscete il tè giallo, vorrei dare un dato significativo: l’ultimo libro che ho letto sul tè non parlava affatto di questa categoria. Sì, questo sarebbe stato un indizio sufficiente per buttare via il libro e chi l’aveva scritto. Un altro invece trattava il tè giallo come un’appendice del tè verde, dedicandogli non più di due paginette. Tuttavia su altri testi è possibile trovare informazioni su questa tipologia di tè che è ben presente nella classificazione più recente di tè per colori operata dal maestro cinese Chuan Chen.
La produzione in Cina
Il tè giallo viene prodotto solamente in Cina, in particolare nella provincia dell’Hunan. Come scrive Joseph Wesley Uhl il tè giallo “sebbene costituisca la categoria di tè minore in termini di volume di produzione, alcuni scritti dimostrano che il tè giallo potrebbe essere già stato prodotto fin dalla dinastia Tang” che regnò in Cina tra il 618 e il 907. Aggiunge Uhl che “il tè giallo costituisce una categoria così ridotta da non esserci nemmeno consenso sul fatto che debba esistere una categoria o meno. Alcuni descrivono questo tè come un semplice tè verde di qualità molto elevata, così perfetto per produzione, sapore e aroma da essere adatto ai re”. Altri invece sottolineano che il tè giallo è sottoposto a una sola lavorazione prevalente, l’appassimento, che lo renderebbe più simile a un tè bianco.
Tuttavia, se la sua esistenza viene confermata dalla classificazione di Chen che è ampiamente accettata nel mondo del tè cinese, possiamo fare affidamento sul fatto che parlarne è importante. Dello stesso avviso sembra Uhl che, prosegue, “negli ultimi trecento anni, alcuni villaggi hanno sviluppato interessanti tecniche esclusive per la lavorazione delle foglie di tè. Queste innovazioni, a loro volta, hanno consentito la produzione di tè dall’aspetto e dal sapore davvero unici, denominati ormai comunemente tè gialli”.
La lavorazione del tè giallo
Ma più nello specifico, come si produce un tè giallo? Questa tipologia di tè seguirebbe per lo più una lavorazione estremamente artigianale e molto simile a quella del tè verde: vengono raccolte le foglie, stabilizzate, arrotolate, essiccate e selezionate. Tra la stabilizzazione e l’arrotolamento esiste però un altro passaggio fondamentale che dà vita a un particolare processo chimico, l’ossidazione non enzimatica. Come avviene? Le foglie vengono cotte nel wok in alta temperatura, poi prelevate, avvolte e messe a riposare per 3-4 giorni impilate e avvolte in un panno o in carta da riso. Questa operazione può essere ripetuta 2-3 volte. Il processo di impilamento delle foglie restituisce alle stesse il riconoscibile colore giallo (si chiama spesso anche “tè dorato”) e il sapore floreale che evita la presenza di qualsiasi nota astringente o amara.
Dove trovare il tè giallo
Vista la delicatezza del tè e le condizioni in cui viene preparato, che sono praticamente uguali a quelle del tè verde, si consiglia di bere il tè giallo in purezza, senza aggiunte di limone, zucchero, latte. Per assaggiarne uno, vi consigliamo di recarvi in un negozio specializzato in tè di alto livello dove potrete più facilmente provare questa tipologia. Anche perché il poco tè giallo che viene prodotto, è realizzato solo con metodi che puntano a una qualità altissima. Non esiste un tè giallo di bassa qualità.