È difficile stare al passo dei politici. Decenni fa, da abili retori quali erano, potevano far naufragare l’attenzione e la comprensione del singolo in uno tsunami di parole; oggi invece il lessico si è fatto più popolano (fin troppo livellato verso il basso. Opinione dello scrivente), ma comunque non gli sta appresso. Ne pensano una, ne dicono un’altra e ne fanno un’altra ancora. Un esempio concreto è l’entrata in vigore da sabato 14 dicembre 2024 del nuovo Codice della strada.
Una delle modifiche più sostanziose del testo è l’inasprimento delle pene per chi viene pescato a guidare con un tasso alcolemico elevato. I limiti non sono variati, con la permanenza delle tre fasce di gravità (0,5 – 0,8 g/l, 0,8 – 1,5 g/l e oltre gli 1,5 g/l), e anche le sanzioni restano perlopiù le stesse; la variazione sta in una maggior severità in caso di recidiva: se infatti una persona, già sanzionata per guida in stato di ebbrezza viene pizzicata di nuovo al volante con tasso alcolemico superiore a 0,5 g/l, entro un periodo di 2 o 3 anni dalla prima sanzione, oltre alle dovute multe otterrà di poter guidare solo e soltanto veicoli su cui sia stato installato un dispositivo alcolock.
Alcolock, vino a zero
Cos’è l’alcolock? È un aggeggio (perdonate il tecnicismo) installato nell’abitacolo e collegato al motore dell’auto. Entrati in macchina si deve soffiare dentro l’alcolock e, se il tasso alcolemico rilevato è superiore a 0 l’auto non partirà neanche pregandola in swahili. Ripeto: tasso alcolemico superiore a zero. Non si deve bere alcol. Nada. Nisba.
L’inasprimento ha anche una sua ragion d’essere, in un Paese nel quale quasi un incidente su dieci è alcol correlato. Qual è allora il problema? Il problema è che il governo responsabile dell’aggiornamento del Codice della strada è lo stesso governo che sostiene come il vino faccia bene (no, non che non faccia male: che faccia bene, spalleggiato da opinion leader comunque legati al settore.
E se possiamo capire il sostegno e la difesa di un comparto che, nonostante le lamentele del ministro, non accusa percentuali fallimentari nei consumi e nell’export, non capiamo come faccia un governo da un lato a incentivare il consumo di una bevanda alcolica e dall’altro a inasprire le pene per chi quella bevanda alcolica ha consumato
Andando a guardare le cifre, il quantitativo di alcol nel sangue dipende dal sesso del soggetto, dal peso e dalla condizione di digiuno o di stomaco pieno. Ora, usando uno dei tanti calcolatori di indice alcolemico disponibili su internet, mettiamo che un uomo di 80 kg beva due bicchieri di vino con 13 gradi di alcol (intendendo un bicchiere di vino come 125 ml; una bottiglia da 0,75 = 6 bicchieri): a stomaco pieno avrebbe 0,27 g/l di alcol nel sangue, ma a stomaco vuoto ne avrebbe 0,46 di g/ l, a un passo dal limite legale.
Ora mettiamo invece che un lui e una lei, di 80 e 60 kg vadano fuori a cena e ordinino una classica bottiglia di vino da 0,75 l, sempre 13% in alcol. Se volessero finirla equamente, 3 calici a testa, alla fine della cena lui avrebbe 0,41 g/l di alcol nel sangue, ma lei ne avrebbe 0,72. E se non volessero lasciare la bottiglia piena sul tavolo, né girare con la suddetta bottiglia in mano, e il lui ne bevesse 4 di calici e lei 2, otterrebbero tassi alcolemici pari a 0,54 e 0,48 g/l: lui non potrebbe guidare, lei sì ma per un nonnulla. Ricordiamo che tali scenari non prevedono il Prosecco di benvenuto, né il digestivo a fine pasto, che potete già intuire come incideranno.
Certo, chiunque sostenga la salubrità del vino ne prescrive un consumo ‘moderato’ e si batte contro gli eccessi. Peccato che nessuno di costoro abbia fornito un’unità di misura della ‘moderazione’ (un calice? Due? Ma solo per l’uomo o anche per la donna?), o dell’’eccesso’ (una bottiglia a pasto? Due? Una damigiana?), con il risultato di far sentire ognuno libero di ‘moderarsi’ a piacimento, che tanto “io conosco il mio corpo”, “io l’alcol lo reggo bene”, “l’alcol del vino è naturale e non fa male”, etc. Tutti liberi, ma sappiate che con questa filosofia l’alcolock è lì pronto che vi guarda.