Fa figo al cocktail bar, dona un tocco snob al ristorante stellato, regala inaspettate standing ovation a casa con gli amici. Volete voti alti in mondanità alcolica? Allora bevete Negroni.
Così sentenzia Tatler, da 309 anni (t-r-e-c-e-n-t-o-n-o-v-e) la rivista su stile, consumi e vizi dell’upper class inglese, che ha assegnato al famoso cocktail inventato negli anni ‘30 del secolo scorso, all’allora Caffè Cassoni di Firenze dal conte Camillo Negroni, il titolo di drink più cool dell’anno.
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In effetti, se gli ingredienti sono già freddi e buoni (gin, vermouth rosso –meglio se Carpano–, Campari), se il bicchiere è della misura consona, se il barman è abile, se la quantità di ghiaccio non lo annacqua, il Negroni è un dono divino, soprattutto nei pomeriggi di gran caldo. Una scarica di gusto rinfrescante che ha poco a che spartire con gli intrugli caraibici tanto di moda oggi.
Secondo Tatler sorseggiare Negroni distingue “the real old smart” dalla carica dei neobevitori, farlo è estremamente chic, in ogni situazione.
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Trovate la scelta del Negroni come cocktail del 2018 non proprio elettrizzante e anzi un filo reazionaria?
“The best people”, sappiatelo, pare non entusiasmarsi per le novità. Infatti al secondo posto della lista di Tatler sui drink che regolano la mondanità alcolica si trova il gin tonic.
I classici, del resto, continuano a piacere: vodka, tequila, whisky lisci e champagne resistono allo scorrere del tempo.
Ma Tatler si è spinta oltre la semplice indicazione dei drink, sconfinando da par suo nell’analisi sociale e registrando la fine del gap di genere.
La distinzione tra alcolici da uomo (whisky) o donna (drink leggeri addizionati da succo di fragole) è superata, il bere oggi —specie quello miscelato— è unisex e democratico.
Semaforo rosso invece per il rosè, bevanda per adolescenti brufolosi alle prese con le prime bevute alcoliche. Solo il “frosè” (frozen rosè) ha avuto un momento di gloria, in quei quattro o cinque giorni di luglio 2017 in cui le temperature hanno raggiunto livelli insopportabili, ma è stato un attimo, già passato e chiuso definitivamente.
Stessa sorte per i drink imbellettati con fiorellini vari, come quelli di sambuco, che hanno avuto un fugace momento di celebrità dopo che qualche barman, nel 2014, ha avuto la bella idea di mettere fiori di sambuco in un gin tonic, e da quel momento ci siamo ritrovati fiori di sambuco praticamente ovunque.
Male anche lo Spritz, non adatto a deliziare i palati inglesi più mondani, e impietosamente relegato all’Italia, “dove continuerà a essere consumato in piccole graziose piazzette”.
Cockail 2018 – IN
— Negroni. Molto, molto “in” e trendy. Anche chi non lo ama si sta convertendo al suo sapore amaro;
— G&T (Gin Tonic). Un classico tornato di moda. A patto di non prepararselo a casa, precisa Tatler;
— Vodka liscia: mai passata di moda;
— Champagne: perché non si può escludere;
— Whisky. Non riservato ai soli uomini: l’alcol è unisex. Del resto anche i machi bevono piñacolada;
— Tequila espresso. Il modo migliore di iniziare la serata
Cocktail 2018 – OUT
— Rosè. Out da sempre, anche nella versione frozen. Lasciamolo ai Club Med.
— Sambuco. Da quando è stato sdoganato nel 2014 in un Gin Tonic, è diventato onnipresente. Una moda perniciosa quanto inutile.
— Cetriolo. Vedi sambuco.
— Aperol Spritz. Per quanto mortificato dalla guida inglese, continua a spopolare nelle “piazzette italiane”. E meno male, verrebbe da dire!
[Crediti | The Indipendent, Tatler]