- Ingredienti e “attrezzatura” per le ricette
- Tecniche di preparazione dei cocktail
- Le 10 migliori ricette di cocktail alcolici
- Cocktail e abbinamenti con il cibo
La storia dei cocktail alcolici è un viaggio affascinante che risale ai primi anni del XIX secolo. L’origine del termine “cocktail” è ancora adesso oggetto di dibattito, ma la tesi più accreditata è che questa derivi dall’usanza di mescolare bevande con una penna di gallo, appunto “cock’s tail”, usata come guarnizione e decorazione. I primi cocktail alcolici erano mere combinazioni di alcol, zucchero, acqua e amari, anche noti come “bittered sling”. Con il tempo, la cultura del cocktail si è però evoluta, incorporando progressivamente una vasta gamma di ingredienti, strumenti e tecniche di miscelazione.
Fra il 1920 e il 1933, l’epoca del Proibizionismo americano ha visto un primo sensibile aumento della vena creativa intorno ai drink, dato che i bar clandestini (i cosiddetti speakeasy) dovevano mascherare il sapore dell’alcol di contrabbando. Oggi i cocktail rappresentano un’autentica forma di espressione artistica, con estrosi mixologist che sperimentano nuovi sapori e presentazioni innovative dietro a banconi illuminati quasi fossero altari, ma anche semplici appassionati che si dilettano a prepararli a casa, continuando a trasformare e arricchire in contemporanea questa tradizione secolare.
Ingredienti e “attrezzatura” per le ricette
Per preparare cocktail alcolici di qualità, al bar o a casa, è essenziale avere a disposizione una selezione base di spirits, ma anche di liquori, sciroppi, frutti ed erbe aromatiche. Vediamo insieme quali sono le materie prime imprescindibili.
Ingredienti base
Che si voglia stirrare un grande classico o shakerare un signature più originale, non si può fare a meno di: Gin, con il suo profilo aromatico e botanico rappresenta la base di cocktail intramontabili come il Martini e il Gin Tonic; Vodka, versatile e neutra, è ideale per cocktail leggeri come il Moscow Mule e il Cosmopolitan; Rum, chiaro o scuro, è essenziale per bevande tropicali come il Daiquiri e la Piña Colada; Tequila, ingrediente fondamentale per Margarita e Tequila Sunrise, che offre un peculiare sentore di agave; Whisky, comprendendo anche bourbon, rye e scotch, viene utilizzato in cocktail classici come l’Old Fashioned e il Manhattan.
Non solo spirits, per preparare ottimi cocktail più o meno artigianali è importante procurarsi anche liquori e sciroppi. Se liquori come il Triple Sec e l’Amaretto Disaronno aggiungono personalità e complessità al drink, tra gli sciroppi è spesso imprescindibile lo sciroppo di zucchero (Simple Syrup). Preparato mescolando zucchero e acqua in parti uguali, è il pilastro di molti cocktail tradizionali, come il Mojito e il Daiquiri.
Infine frutta ed erbe aromatiche, da intendersi come garnish ma anche come ingredienti veri e propri della nostra bevuta. L’uso di frutti ed erbe aromatiche aggiunge freschezza, complessità e una dimensione visiva più accattivante. Tra i frutti più utilizzati troviamo limone, lime, arancia, mele, fragole, ananas e lamponi. Le erbe aromatiche, invece, non solo migliorano il sapore dei cocktail, ma possono anche arricchirne la presentazione e l’esperienza sensoriale complessiva. Le più apprezzate? Menta, basilico, rosmarino, timo e coriandolo, ma molto in questo caso dipende dai gusti.
Attrezzatura Necessaria
Descritti gli ingredienti e le componenti, adesso passiamo agli “attrezzi del mestiere”. Per preparare cocktail alcolici a domicilio e con successo, è importante dotarsi anche di una serie minima di strumenti. In ordine gerarchico si parte con lo Shaker, indispensabile per mescolare e raffreddare gli ingredienti (i modelli più comuni sono il Boston shaker e il Cobbler shaker, quest’ultimo con un colino integrato) e si prosegue col Jigger, strumento per misurare con precisione le quantità di alcol e altri ingredienti, senza dimenticare il Colino, utilizzato per filtrare i cocktail dallo shaker o dal mixing glass, rimuovendo i cubetti di ghiaccio o gli ingredienti solidi (il più comune è il colino a molla, noto come “Hawthorne strainer”), e possibilmente un Cucchiaio da Bar, cucchiaio lungo con manico sottile, utilizzato per mescolare e stratificare i cocktail. Possono rivelarsi utili, seppur non indispensabili, anche un Muddler, strumento per schiacciare frutta, erbe e spezie direttamente nel bicchiere (essenziale per cocktail pestati come il Mojito), un Mixing Glass, bicchiere robusto per mescolare gli ingredienti con un cucchiaio, ideale per cocktail come il Manhattan, e infine uno Zester o una Grattugia, per ottenere scorze di agrumi e aromi freschi da aggiungere al liquido.
Prestate massima attenzione infine alla scelta del bicchiere, tanto importante quanto gli ingredienti stessi del drink per non rovinare e anzi, esaltare, la vostra bevuta. Il consiglio è fornirsi di bicchieri specifici da cocktail, ossia bicchieri appropriati per diversi tipi di preparazioni, come il Martini, l’Highball alto e l’Old Fashioned. In alternativa, si può sempre optare per dei bicchieri alti o bassi, molto più standard, a seconda dell’elaborazione del drink e soprattutto dell’eventuale presenza di sodati o meno tra i suoi ingredienti.
Tecniche di preparazione dei cocktail
Preparare cocktail richiede diverse tecniche per ottenere la giusta consistenza e sapore. Semplificando, se ne possono riassumere almeno sette dallo shaking al building, passando per lo stirring e lo straining.
Shaking
Utilizzato per miscelare ingredienti e raffreddare il cocktail, nello shaking gli ingredienti vengono versati in uno shaker con ghiaccio e agitati vigorosamente per unire gli elementi e creare una bevanda ben raffreddata e omogenea.
Stirring
Altrettanto importante è lo stirring, metodo ideale per cocktail che non necessitano di un’eccessiva diluizione. Gli ingredienti in questo caso vengono mescolati con un cucchiaio da bar in un mixing glass, creando una miscela uniforme e ben refrigerata senza aerare la bevanda.
Muddling
Tecnica per schiacciare frutta, erbe o spezie nel bicchiere. Questo metodo viene utilizzato per rilasciare gli aromi e i succhi necessari per il cocktail, come nel Mojito.
Layering
Questa tecnica di preparazione consiste nel versare gli ingredienti in strati separati per creare un effetto visivo stratificato. Capirete bene che tale processo richiede precisione per mantenere separati i diversi liquidi, come nel Tequila Sunrise.
Straining
Dopo la miscelazione, il cocktail viene filtrato per rimuovere ghiaccio o ingredienti solidi. Si utilizza un colino per versare il liquido nel bicchiere, assicurandosi che la bevanda risulti liscia e pulita all’interno del nostro bicchiere.
Blending
Gli ingredienti del drinken, spesso con ghiaccio, vengono mescolati in un frullatore per ottenere una consistenza liscia e cremosa. Questo metodo viene applicato essenzialmente ai cocktail frozen, come il Frozen Margarita.
Building
È forse il metodo più facile, visto che si usa per preparare un cocktail di soli due ingredienti, in un bicchiere provvisto di ghiaccio. Gli ingredienti vengono versati direttamente nel bicchiere pieno di ghiaccio e si mescola delicatamente con il bar spoon prima di servire.
Le 10 migliori ricette di cocktail alcolici
Dal Mojito, icona base rum, al Negroni, aperitivo per eccellenza base gin, fino al Martini, il cocktail dei veri intenditori con gin o vodka: dopo aver messo le fondamenta del nostro bar a domicilio, adesso vediamo insieme quali possono essere dieci cocktail classici facili da preparare in modo artigianale, proprio con gli ingredienti e gli strumenti sopracitati, e soprattutto senza l’ausilio di un bartender.
Mojito
Rinfrescante cocktail con rum bianco, lime, zucchero, menta e acqua frizzante, il Mojito è il drink per eccellenza dell’estate. Per prepararlo si schiaccia la menta e il lime con lo zucchero nel bicchiere e si aggiunge il rum, per poi riempire il nostro bicchiere con ghiaccio e completare il tutto con acqua frizzante. Il risultato sarà una ventata di freschezza per combattere l’afa di questo caloroso 2024.
Margarita
A base di Tequila, Triple Sec (o Cointreau), lime e sale per guarnire il bordo del bicchiere, il Margarita è il cocktail più apprezzato da chi ama la tequila e i sapori messicani. La sua preparazione si articola in due semplici passaggi: shakerare tequila, triple sec e succo di lime con ghiaccio, poi filtrare nel bicchiere con il bordo salato. Dopo aver provato la sua sapidità, sarà difficile non concedersi il bis.
Negroni
Aperitivo italiano, nato per la precisione a Firenze oltre 100 anni fa, il Negroni è un cocktail realizzato con tre semplici ingredienti: Gin, vermouth rosso e Campari. Per prepararlo bisogna semplicemente mescolare gin, vermouth e Campari con ghiaccio in un mixing glass, filtrare nel bicchiere con ghiaccio e guarnire con una fetta d’arancia. Valido anche come after dinner per chi è meno abituato a cocktail molto alcolici e bitter.
Old Fashioned
Cocktail preferito degli amanti del Whisky, l’Old Fashioned in aggiunta al suo distillato di base prevede zucchero, angostura (bitter) e acqua. Il suo processo di preparazione è piuttosto facile: bisogna sciogliere lo zucchero con il bitter e un po’ d’acqua nel bicchiere, aggiungere il whisky e ghiaccio, e infine mescolare delicatamente. Fate attenzione a rispettare le proporzioni della ricetta per non incorrere in un Old Fashioned eccessivamente amaro o alcolico.
Daiquiri
Torniamo ai cocktail base rum, torniamo all’estate e alle vibrazioni caraibiche, scegliendo in questo caso un Rum bianco da abbinare a lime e zucchero. Per realizzare un buon Daiquiri si shakera energicamente il rum, insieme a succo di lime, sciroppo di zucchero e ghiaccio, per poi filtrare il tutto nel nostro bicchiere da cocktail.
Cosmopolitan
Vodka, Triple Sec, succo di lime e succo di cranberry danno vita a un cocktail molto elegante, solitamente preferito da un pubblico femminile. Come si prepara? Shakerare vodka, triple sec, succo di lime e succo di cranberry con ghiaccio, filtrare in un bicchiere da cocktail e guarnire con una scorza di lime.
Gin Tonic
Gin, acqua tonica, lime. Il Gin Tonic è il cocktail più bevuto in assoluto e, non a caso, anche il più facile da ripetere a casa. Scegliete il vostro gin preferito e abbinatelo a una tonica che possa esaltarne le qualità. Versate gin e ghiaccio in un bicchiere, completate con la suddetta tonica e guarnire con una fetta di lime.
Bloody Mary
Vodka, succo di pomodoro, succo di limone, salsa Worcestershire, Tabasco, sale e pepe: ecco la ricetta del cocktail per antonomasia del brunch della domenica. Mescolare vodka, succo di pomodoro, succo di limone e condimenti con ghiaccio, versare in un bicchiere e guarnire con un gambo di sedano: questi sono i tre passaggi chiave per creare un drink… gastronomico.
Whisky Sour
Se amate il whisky, ma non volete esagerare con l’alcol, optate per il Whisky Sour. Shakerate whisky, succo di limone e sciroppo di zucchero con ghiaccio, filtrate in un bicchiere con ghiaccio e guarnite, a piacere, con una ciliegia. In questo modo otterrete una bevuta elegante e raffinata, seppur con una sua spiccata identità.
Mai Tai
Rum bianco, rum scuro, succo di lime, sciroppo di orzata e sciroppo di zucchero sono gli ingredienti del Mai Tai. La preparazione, anch’essa facilmente replicabile, consiste nello shakerare tutti gli ingredienti con ghiaccio, filtrare in un bicchiere con ghiaccio e guarnire con una fetta di ananas e una ciliegia.
Cocktail e abbinamenti con il cibo
Vino e birra restano senza dubbio gli abbinamenti preferiti, ma oggi trovare ristoranti e locali che propongono cocktail insieme al cibo è sempre più ricorrente. Persino in un Paese molto conservatore, in termini gastronomici e non solo, come il nostro. Di seguito qualche esempio.
Cocktail e antipasti: Negroni con crostini al paté di fegato
Abbinare un cocktail con un antipasto italiano può esaltare sia il sapore del drink sia quello del cibo. Senza compiere voli pindarici, si può partire per esempio da un classico crostino con paté di fegato e servirlo insieme a un aperitivo importante come il Negroni. Con il suo perfetto equilibrio tra amaro e dolce, questo cocktail offre una nota robusta e complessa che si sposa bene con i sapori decisi del paté di fegato. L’amarezza del Campari e la profondità del vermouth rosso si combineranno perfettamente con la ricchezza del fegato. Sul fronte opposto, la consistenza cremosa e il sapore intenso del paté di fegato richiedono un cocktail che possa bilanciare e contrastare tali intensità. Il Negroni, con la sua struttura e complessità, offre un equilibrio ideale, mentre il crostino aggiunge quella croccantezza che completa l’esperienza. In generale, questo abbinamento offre un contrasto armonioso tra la grassezza del cibo e la forza del cocktail, rendendo l’antipasto e il drink complementari.
Cocktail e piatti principali: Martini e risotto ai funghi
Gin, Vermouth secco e scorza di limone o oliva per guarnire, ovvero i tre capisaldi del classico Martini, possono essere un degno sparring partner, e anche molto di più, del risotto ai funghi. Se prepariamo un risotto mantecato con riso Arborio, funghi porcini, brodo vegetale, cipolla, vino bianco e parmigiano, a tavola l’eleganza e il sapore secco del Martini si bilanceranno bene con la sua complessità aromatica, garantendo un contrasto convincente a ogni sorso/morso. Dal punto di vista del piatto, la cremosità e il sapore terroso dei funghi si completano infatti con il Martini, creando un abbinamento sofisticato, ma comunque armonioso e adatto quindi anche ai palati meno gastronomicamente educati.
Cocktail e dessert: Espresso Martini e tiramisù
Restiamo in tema Martini, ma al gin stavolta aggiungiamo liquore al caffè, espresso e sciroppo di zucchero per creare un rifocillante Espresso Martini. Con quale dessert servirlo, sempre nell’ottica dell’assonanza, se non con un opulento tiramisù? Con il suo aroma di caffè e una dolcezza comunque non troppo sfrenata, l’Espresso Martini completa e esalta i sapori cremosi del dolce nato a Treviso. La dolcezza e la consistenza del tiramisù, a loro volta, si abbinano perfettamente ai cocktail base caffè, creando un finale lungo e profondo che in bocca mantiene vive le personalità di entrambi almeno per qualche minuto.