Champagne Louis Roederer: storia di una Maison prestigiosa e indipendente

La storia bicentenaria di Louis Roederer, dalle origini della maison alla nascita dei suoi Champagne, fino alla conduzione odierna.

Champagne Louis Roederer: storia di una Maison prestigiosa e indipendente

In collaborazione con Sagna.

Vi abbiamo raccontato di recente uno dei suoi Champagne, proposto per queste feste da Sagna S.p.A., storica azienda di importazione e distribuzione di vini pregiati fondata nel 1928 dal Barone Amerigo Sagna. Ora è arrivato il momento di approfondire la storia della Maison Louis Roederer. Una storia che non poteva che nascere a Reims, capitale dello Champagne, oltre due secoli fa: qui i signori Dubois fondarono la Dubois Père et Fils, la cui prima menzione risale al 1760. Sedici anni dopo, nel 1776, la maison fu ceduta a Nicolas Schreider, che nel 1827 si metterà in società con il nipote Louis Roederer. Sarà lui, nel 1833, ad assumere per intero il controllo dell’azienda, dando alla Maison il suo nome.

Le svolte della Maison, generazione dopo generazione

Roederer

Fu proprio Louis Roederer a gettare le basi per quella che ancora oggi è una prestigiosa Casa produttrice di Champagne. Deciso a dare solidità e indipendenza alla sua maison, Louis non si accontentò dei contratti di approvvigionamento per l’acquisto delle uve, ma volle prendere il pieno controllo dell’intero processo produttivo del suo Champagne. Così, andò alla ricerca dei migliori appezzamenti del territorio, e li comprò, trasformando nella seconda parte dell’Ottocento la sua Maison in un’azienda proprietaria di oltre cento ettari, con una produzione di due milioni e mezzo di bottiglie, l’equivalente del 10% della produzione dell’intera regione.

Di lì a poco, nel 1865, iniziò la costruzione delle cantine al centro di Reims, sette chilometri di gallerie dove tutt’oggi riposano circa 27 milioni di bottiglie.

Poi arrivò il momento del passaggio di consegne alla seconda generazione, quella di Louis Roederer II, che fu artefice, con la sua intraprendenza, di un importante sviluppo commerciale verso America e Russia. Oltre che per lo Champagne, Louis Roederer II passò alla storia della zona per il suo amore per i manoscritti rari, che lo portarono a costruire una preziosissima biblioteca, conosciuta ancora oggi per essere stata, dopo quella del Duca di Aumale, presso il Château di Chantilly, la più ricca di Francia. Proprio questa sua passione intellettuale fu probabilmente all’origine del suo mecenatismo, portato avanti nei secoli dalla Fondazione Louis Roederer impegnata tutt’oggi a supportare la Galleria della fotografia della Biblioteca Nazionale di Francia, il “Prix de Flore”, il più giovane dei premi letterari parigini, del “Wine Writers Awards” a Londra, della Mostra di Venezia e Villa Medici a Roma e del “Metropolitan Opera” a New York.

La nascita del Cristal

Cristal Roederer

Verso la fine dell’Ottocento le spedizioni di Champagne Louis Roederer per la Russia e la Corte degli Zar raggiunsero il livello record di 660mila bottiglie, il 27% della produzione totale. Su espressa richiesta di Sua Altezza, lo Zar Alessandro II di Russia, nel 1876 viene prodotto il Cristal, la prima Cuvée de Prestige di tutta la Champagne. Realizzata in prezioso cristallo e col fondo piatto. Caratteristiche che contraddistingue questa vera e propria icona di lusso e prestigio. Louis Roederer II° riuscì a goderselo poco però il Cristal, perché morirà improvvisamente qualche anno dopo la sua genesi. Le redini della Maison passano allora nelle mani della sorella Léonie Olry Roederer e, in seguito, al figlio Léon Olry Roederer. A Léonie si deve nel 1920 la nascita del Brut Premier, uno dei prodotti più apprezzati di Roederer, soprattutto in Italia. Si tratta di uno champagne multimillesimato dall’ottimo rapporto qualità/prezzo, così voluto da Léonie proprio per favorire il consumo di champagne a più classi sociali possibili.

La nuova conduzione al femminile

Tra i due conflitti mondiali venne a mancare il figlio di Leonié, Léon, e la gestione della Maison passò allora alla moglie, Camille Orly Roederer. Rimasta vedova, assunse la direzione di Louis Roederer, che gestirà ininterrottamente per 42 anni dando prova del suo grande carattere e intelligenza. Abituale frequentatrice di salotti mondani dell’alta società, contribuì ad aumentare il prestigio della Casa continuando l’acquisizione di terreni per la produzione di Champagne con uve di proprietà. Proprio a lei sono dedicati due vini fermi a base Chardonnay e Pinot Noir, facenti parte della linea “Hommage a Camillé”, nata dopo un folgorante assaggio di uno Chardonnay prodotto nel 1936 sotto la sua egida.

Louis Roederer oggi

Attualmente Champagne Louis Roederer possiede 243 ettari di vigneto, una proprietà che garantisce alla Maison il quasi totale fabbisogno di uve per la sua produzione. Si tratta di una delle poche società rimasta totalmente indipendente e a gestione famigliare. Oggi a guidarla c’è il pronipote della Signora Olry Roederer, il Signor Frédéric Rouzaud. L’azienda, dagli anni Duemila, grazie allo chef de caves Jean – Baptiste Lécaillon, ha iniziato il percorso di conversione al biologico e alla biodinamica che l’ha portata ad essere la più virtuosa azienda della regione, con 112 ettari certificati bio e oltre 140 condotti in biodinamica. La stilistica produttiva della Maison si basa sulla ricerca di freschezza accompagnata da un’espressione che sia il più possibile aderente all’annata. Negli Champagne millesimati, l’obiettivo è anche quello di andare ad esaltare le sfumature dei terroir di origine: nel Blanc de Blancs, si ottiene uno Chardonnay del villaggio di Avize, gessoso ed elegante. Nel Rosé, un sorso materico ma di estrema finezza mentre con il Vintage abbiamo un prodotto di grande impatto e potenza, una magnificazione dei Pinot Noir provenienti dai Grand Cru di Verzy e Verzenay. Prodotta esclusivamente nelle migliori annate, la cuvée Cristal rappresenta invece la punta di diamante della Casa. Le 45 parcelle, selezionatissime, principalmente di matrice gessosa, compongono l’uvaggio che nel tempo è restato immutato: 60% Pinot noir, 40% Chardonnay. Il 2014 è deciso, materico, brillante. Un Cristal potente e di avvolgenza ma soprattutto dal lungo potenziale di invecchiamento.

Delle 3 milioni di bottiglie commercializzate in circa 70 paesi nel mondo, lo zoccolo duro lo fa il Collection Brut, subito seguito dagli Champagne Millesimati e ovviamente il Cristal.