Cosa passa per la testa degli amministratori di Amburgo? Probabilmente l’ambizione di diventare il modello da seguire, la città tedesca più ecologica di tutte.
Per dimostrare che fa le cose sul serio, con l’inizio di febbraio si è dotata di un severo codice di autoregolamentazione che gli uffici delle amministrazioni pubbliche sono invitate a seguire per i loro acquisti.
Il documento, insieme ad altri prodotti bocciati senza appello a causa del loro impatto, sia in termini i costi che di sostenibilità ambientale dalla produzione allo smaltimento, proibisce le capsule di caffè.
Da una decina d’anni a questa parte perfino gli italiani, spesso indicati come i più competenti bevitori di caffè del mondo, hanno abdicato alla macchinetta a capsule, il pratico dispositivo a cui chiediamo di estrarre rapidamente un bicchierino di caffè da piccoli involucri rigidi, in alluminio o plastica, ricoperti da un filtro di carta.
Non a caso le cialde e le capsule K-cup (questo il nome tecnico) hanno letteralmente terremotato il mercato del caffè. Per dirla in gergo tecnico i consumi domestici si sono spostati dal tradizionale caffè macinato alle monodosi.
I freddi numeri: dal 2011 al 2014 il numero di famiglie che usa le capsule è praticamente raddoppiato, passando da 1,5 a 2,6 milioni.
Il risultato è che oggi anche per noi parole come Volluto, Arpeggio, Indriya, Livanto, Ristretto, Roma –così si chiamano le capsule Nespresso– sono sinonimi di caffè.
Ma sempre di più le capsule di caffè, che per prima proprio Nespresso ha commercializzato in quattro gusti nel 1986, attirano le critiche degli ambientalisti che le ritengono una vera minaccia.
Il problema è il corretto smaltimento di questi piccoli involucri.
Oggi Internazionale racconta di come perfino l’inventore delle capsule K-Cup abbia smesso di usarle, sostenendo di “sentirsi in colpa” a causa dell’impatto ambientale.
Non è chiaro quante capsule produca ogni anno Keurig, la principale azienda nel mercato delle K-cup, ma alcune stime, con una metafora efficace, ritengono che il numero basterebbe a fare 12 volte il giro del mondo. Anche per questo la società americana sta lavorando per rendere riciclabili tutte le sue capsule entro il 2020.
Ma nel frattempo gli amministratori di Amburgo hanno ritenuto che fosse meglio proibirle.
[Crediti | Link: Dissapore, Qz, Internazionale]