Ci siamo, eccoci alle soglie del calvario di Capodanno.
Per chi non avesse ancora deciso cosa bere (ovvero tutti a parte i precisini patologici), ecco la nostra abituale guida alle bolle del cenone, frutto di abnegazione e richieste ai redattori specializzati, più che altro alla loro esofagite da reflusso.
Democratici e comprensivi come pochi, al grido di “non è necessario spendere molto per bere bene” l’hanno divisa in categorie: champagne, spumanti, prosecco e (certo che sì) birre artigianali. Tre suggerimenti freschi, generosi e vibranti per ogni categoria, che con la cucina grassa del cenone ci stanno d’incanto, fidatevi.
Prosecco
Cercare tra denominazioni, piccole cantine, realtà industriali, nomi storici, zone più o meno votate e grandi divari qualitativi è un’impresa inaudita. Specie con la fretta tipica delle feste natalizie. Ma voi avete Dissapore, potete andare a colpo sicuro.
[Cenone di Capodanno last-minute: quale Prosecco comprare]
Cantina quasi bicentenaria in mano alla famiglia Miotto, in pieno habitat naturale del Prosecco. Tanti i prodotti, anche di livello importante. Per stare sulla fascia 10 euro, come per gli altri due consigli, segnalo il loro millesimato Dry (più adatto a chi ama le morbidezze) e il freschissimo oltre che più secco Extra Dry.
Istituzione del territorio di Caerano con 10 ettari e una lunga storia familiare. I livelli sono alti per tutte le bottiglie, con una predilezione per il loro Asolo Prosecco DOCG Extra Dry.
Cantina storica, che conta tantissime etichette sempre ricercate nella linea e centinaia di ettari nei luoghi storici della denominazione, tra cui un ottimo Cartizze DOCG. Tra i più economici e reperibili il Doc Treviso e il DOCG Valdobiaddene.
Spumanti
Non andate fuori di testa per il prosecco. Lo champagne vi fa godere ma costa troppo. Ripiegate volentieri su un metodo classico, siete disposti a spendere 15-20 euro perché gli spumanti sotto i 10 euro che trovate al supermercato vi fanno rimpiangere di non aver preso il mojito analcolico. Questa selezione fa per voi.
TRENTO DOC BELLAVEDER BRUT RISERVA
A Trento il metodo classico è una cosa seria. Eppure al di là dei nomi altisonanti, molti ottimi produttori fanno fatica ad emergere, nonostante l’ottima qualità dei vari Pisoni, Abate nero, Maso Martis e molti altri. Come quella di Bellaveder che produce questa Riserva tutta base di Chardonnay di grande freschezza e mineralità. Come per gli altri due consiglia siamo in una fascia di prezzo compresa tra 17 e 20 euro.
Siamo in Franciacorta per il migliore metodo classico di Casa Berlucchi. Buona complessità e grande costanza, specie per la versione non dosata. Con un rapporto qualità prezzo eccellente per uno spumante millesimato e dal lungo affinamento; tipologia che usualmente sta nella fascia 25-40 euro.
Tra le migliori bollicine d’Italia: un fantastico biodinamico altoatesino con meno di 6 grammi di zucchero litro che unisce carattere montagnino, fragranza, pulizia ed eleganza, senza scoraggiare i bevitori meno rodati. La versione non dosata poi genera seri fanatismi enologici, ma usciremmo dalla nostra fascia di prezzo.
Champagne
Sono il manifesto dell’eleganza, e se non vi levate lo sfizio di una bolla francese per Capodanno non ve la levate più. Piccola regola trasgredibile ma mediamente valida: se non avete budget importanti lasciate perdere le grandi maison che sui prodotti base sono spesso trascurabili e muovetevi sulle piccole cantine. Come queste.
[Come fingersi intenditori di Champagne senza esserlo]
Con il Pinot noir aumentano complessità e struttura, ma non il prezzo. Uno splendido naso di pasticceria e frutta secca, grande vivacità in bocca e, appunto un rapporto qualità/felicità notevole. Ci mangiate praticamente tutto, a parte le lunghe cotture sulla carne. Lo distribuisce Feudi di San Gregorio e lo trovate intorno ai 40 euro.
Un nuovo arrivo in Italia distribuito da CantinAmena. Linea eterogenea, preferibile nei prodotti d’ingresso che in quelli più importanti, sicuramente meno scattanti. Provate questo Nature, Chardonnay in purezza senza particolari. Bello sprint e finale sapido che incoraggia abusi permessi dal consesso. Poco sotto i 50 euro
BLANC DE BLANCS CRU 2008 – Larmandier-Bernier
Produttore esemplare in annata grandiosa: si gode. Il risultato è una bevuta costosa quanto clamorosa. Se volete provare uno Champagne alle sue vette espressive passate da queste parti e troverete un grande vino, ampio, profondo, sapido e cremoso. Poi date di gomito a quello alla vostra sinistra e sussurrategli: «Lo senti il gesso?». Se è abbastanza sbronzo potrebbe anche annuire. In enoteca lo trovate circa sui 100 euro, anche qualcosina di più.
Birra
Consigliata a quello che sa poco o nulla di birra artigianale italiana o peggio, non l’ha mai bevuta. Tentate l’assaggio pacificatorio con una felice espressioni di italica witbier: la Friska, blanche di Barley, sa come convertire alla causa i palati più ostici. Il naso “fresco” ci fa immaginare di scorazzare in un agrumeto, il coriandolo accentua la sensazione. Alcol contenuto e amaro pressoché assente coccolano il palato senza turbarlo.
[La birra artigianale spiegata bene]
Piaccia o no la birra artigianale è cool. Piaccia o no la trovate anche sulle patinate pagine di Vogue. L’ideale per il bevitore modaiolo è una birra dai rimandi orientaleggianti: la Tohki- shu di Toccalmatto, una riuscita deviazione sul tema saison. Naso splendidamente agghindato grazie all’utilizzo di Yuzu (agrume noto in Giappone dai rimandi che ricordano il mandarino) e bergamotto. Se nel menu c’è un pan brioches, dateci sotto.
Non è facile accontentare chi ama lo stile delle birre tedesche, ma fedelmente interpretato dagli italici birrifici. Il pensiero va a Manerba Brewery: Weizen, La bionda (helles) e Cucunera (bock).
Tra i birrai ispirati dalla tradizione d’oltre Manica, o che strizzano l’occhio alle luppolature americane c’è invece White Dog, pezzetto di storia italica in salsa anglofona dalla minuscola produzione. Suggerite in particolare la Yellow Fever (golden ale) e Tall Dark Stranger, una irish stout dal naso tostato e liquirizioso. Abbinatele tutte a tantissima sete.
Infine, il Belgio made in Varese fa rima con Extraomnes, in questo caso lascio a voi pescare dal cilindro il liquido alcolico con cui deliziarvi il palato e il Capodanno alcolico. Vanno bene tutte.