Semplice agguantare una pinta e prosciugarla con scaltrezza, senza conoscere gli stili della birra. Ma che mi dite della parte che viene prima? Quella che spesso ci costringe a millantare sicurezza di fronte a spine chilometriche e nomi incomprensibili?
C’è chi per scegliere la sua birra artigianale adotta la tecnica di auscultare i cocomeri, puntando con sicurezza il dito su una spina per poi constatare di aver scelto una ciofeca.
Chi si arrende e implora una chiara. Chi chiede aiuto al publican, spesso colpevole di aumentare il disagio con delucidazioni tipo “barrel aged double brett black IPA” (con scappellamento a destra).
Ho udito le vostre grida di aiuto e sono pronta a soccorrervi con una guida per orientarsi nel magma birrario che ci ha invasi.
Un glossario da leggere e sorseggiare con i consigli per gli acquisti più fighi del cucuzzaro italico (e non solo).
Iniziamo dal concetto di stile. Cos’è? Perché è importante per imparare le birre?
Tecnicamente è una ricetta, un insieme di ingredienti che creano un prodotto con caratteristiche specifiche. Quindi se impariamo a memorizzare le caratteristiche di questo o quello stile, possiamo farci un’idea di cosa stiamo per bere anche la prima volta.
Lo stile è il riflesso del luogo di origine e si evolve in base ai gusti del consumatore. A tal proposito vale la pena spendere due parole sulle diciture riportate in etichetta (o che generalmente sono utilizzate per la comunicazione).
Alcune ci danno un’idea del colore (chiara, ambrata, scura, ecc.), della nazione in cui è nato o si è evoluto lo stile (Belgio, Germania, America, ecc.).
Talvolta mettono l’accento su una caratteristica sensoriale in particolare (acida, forte, ecc.), sull’utilizzo di una materia prima (frutta, spezie, ecc.) e/o su un particolare processo produttivo (invecchiata, barricata, ecc.). Il tutto è quasi sempre declinato in chiave anglofona anche se si tratta di prodotti italiani.
A queste si aggiungono ovviamente le menzioni obbligatorie per legge, ovvero quelle che (tra le altre) riguardano il grado alcolico e quello saccarometrico del mosto di partenza (la quantità di zuccheri presenti), riportato in etichetta secondo le denominazioni “birra analcolica, leggera o light, normale, speciale e doppio malto“.
Quest’ultima menzione, non ha quindi NULLA a che vedere con lo stile, indica semplicemente che quella birra ha un grado alcolico superiore a 3,5° e saccarometrico superiore a 14,5°.
Certa di non avervi detto tutto ma altrettanto di avervi tediato a sufficienza, passerei ai consigli per gli acquisti e se siete d’accordo (ma anche in caso contrario), inizierei con il primo stile:
Le caratteristiche dello stile Helles
Birre chiare tedesche a bassa fermentazione (ovvero lager). Ciò che venne prodotto in Spaten alla fine del 1800 in risposta alle più luppolate Pilsner (di cui vi parlerò prossimamente). Uno tra gli stili più sdoganati e maltrattati del panorama birraio.
La chiara che trovate alle spine nei peggiori bar di Caracas è di solito una pessima copia di questi stili, che invece, quando brassati rispettando i dettami del caso, sono un esempio dell’intramontabile concetto che lega semplicità e godibilità.
Sono birre che non ammettono il minimo errore perché, qui più che altrove, può manifestarsi con indubbia evidenza.
Quindi sanificazione maniacale degli impianti, controllo delle temperature di fermentazione e corretta gestione di tempi e temperature di lagherizzazione, ovvero il trattamento termico (siamo sui +2°C) utile affinché lieviti esausti, proteine e altre particelle in sospensione si depositino sul fondo del tino e, allo stesso tempo, i cattivi odori prodotti dall’attività del lievito siano riassorbiti (avete presente lo scenario olfattivo che va dal broccolo, all’uovo? Ecco).
Ma invece di parlarvi di puzze eccovi qualche indicazione su ciò caratterizza positivamente lo stile.
- Dovreste avere un liquido giallo dorato e limpido nel bicchiere.
- La schiuma pannosa e persistente dovrebbe introdurre l’esile profilo aromatico dominato dal malto.
- La componente luppolata è presente sia al naso, con accenni di erba e fiori, sia in bocca con un amaro appena accennato.
- Grado alcolico contenuto (4,7 -5,4 % vol).
- Bicchiere consigliato? La tinozza..
Le migliori birre Helles artigianali italiane
Se vi piacciono le Helles, queste sono interpretazioni (più o meno fedeli) italiane e artigianali dello stile:
LaBionda – Manerba Brewery (in fusto e in bottiglia)
SS 46 – Birrone (fusto e bottiglia)
Sveva – Grado Plato (fusto e bottiglia)
Ho dimenticato qualcuno?
[Crediti | Link: Dissapore, Mondo Birra]