+45% sugli imballaggi, +30% sulle bottiglie e +180% sulle bollette: sono solo alcuni dei dati, calcolati sul 2020, forniti dal Consorzio Birra Italiana, che lancia un grido d’allarme temendo la chiusura di molti produttori di birra artigianale della Penisola: “con la guerra in Ucraina e l’esplosione della spesa per energia e materie prime fanno un balzo del +30% i costi di produzione dei birrifici artigianali italiani che rischiano così di dover bloccare l’attività”.
Per il Consorzio di Tutela e promozione della birra artigianale italiana, il caro energia e la mancanza di materie prime si fanno sentire lungo tutta la filiera, insieme all’aumento dei costi per imballaggi, bancali, contenitori di plastica, vetro, metallo, etichette e tappi; per capirsi, questi ultimi hanno segnato il +22% e i fusti di plastica il +23 stando ai produttori stessi.
Una situazione che grava sulla coda lunga dell’emergenza sanitaria e dei lockdown (e delle chiusure anticipate, delle restrizioni..) che, come spesso vi abbiamo raccontato su Dissapore negli scorsi anni, hanno gravato sul settore craft e sui suoi locali più che su molti altri.
“Il 2022 doveva segnare il ritorno alla normalità ma ha visto una brusca frenata dovuta all’inizio del conflitto sul territorio europeo dopo il -28% registrato nel 2021 e il -40% nel 2020 rispetto all’ultimo anno prima della pandemia Covid. A rischio c’è un comparto che offre lavoro a oltre 140mila persone fra occupati diretti e indotto, vale un fatturato di 8 miliardi di euro, con 1.100 attività produttive da nord a sud della Penisola e 55 milioni di litri prodotti ogni anno di cui circa un terzo arriva da aziende agricole che trasformano direttamente i prodotti agricoli per fare birra”, si puntualizza, puntando il dito sul conflitto scatenato dalla Russia, nonché sulle speculazioni sui mercati mondiali dei prodotti agricoli.
“In questo scenario di incertezza creato prima dalla pandemia e adesso dalla guerra è necessario continuare a sostenere i piccoli produttori di birra artigianale italiana, con la stabilizzazione del taglio delle accise approvato nell’ultima finanziaria. Qualora la riduzione delle accise non venisse prorogata rischia un’intera filiera di alta qualità del Made in Italy con effetti sulla produzione, i posti di lavoro e sui consumi finali”, conclude il Consorzio, sottolineando il legame tra i piccoli birrifici, spesso agricoli, e la territorialità, i prodotti tipici locali altamente caratterizzanti nelle birre (dal riso alla canapa, dalle castagne alla frutta, dagli agrumi ai cereali antichi).