Che il gelato artigianale e lo Specialty Coffee fossero un’accoppiata promettente era tra i nostri pronostici; d’altronde non sono passate due fasi pandemiche da quanto il guru dei pozzetti Paolo Brunelli apriva Combo, insieme a Le Piantagioni del Caffè, a Marzocca di Senigallia. Ma di una gelateria che abbia offerto i natali a una torrefazione è difficile riscontrare traccia: la novità è che Mara dei Boschi, riferimento per il gelato come si deve da quel di Torino, presto sarà anche roastery con caffetteria specialty.
Si chiamerà Ialty e, scelta di grande tattica da parte di Mr. Mara dei Boschi Riccardo Ronchi, aprirà a Barolo (il 31 maggio). Dunque avrà sede nella Roma del turismo enogastronomico, là dove è presumibile far affidamento su palati forgiati nonché su una certa propensione alla sperimentazione e, non certo paradossalmente, una torrefazione dedicata allo Specialty non c’è.
Il claim, “Roasted in Barolo“, si fa già notare sulle confezioni di Brasile, Colombia, Burundi, Rwanda e Timor Leste già in vendita online, ma la torrefazione sarà aperta a partire da settembre. Fino ad allora, Ialty by Mara dei Boschi sarà una caffetteria nel cuore delle Langhe con vini alla mescita, i gradi gelati che conosciamo, degustazioni di caffè con novità a rotazione, ma anche fulcro di progetti artistici e culturali.
“Ialty vuole diventare un hub multiculturale, che raccolga voci di produttori del territorio, di artisti, di designer, e che si nutra di tutto questo restituendo al caffè quel ruolo di rito che ha per tradizione”. Queste le premesse di un’azienda che, dopotutto, ci ha già abituati alla commistione tra coppette e buon caffè: si pensi alla sede di Mara dei Boschi in Piazza Carlo Emanuele II (Torino), dove le estrazioni a filtro di mono-piantagione affiancano gelato e gianduia home made. Un’altra storia. Se non è difficile pensare che i clienti di una buona gelateria artigianale possano incuriosirsi, o addirittura affezionarsi, a una tazzina diversa da quella che purtroppo si beve di consueto – insomma, che il gelato “di qualità”, italianissimo, possa rendere pop persino l’impopolare caffè venduto a più di 1 euro, specialmente in un centro storico – qui la sfida è ben più velleitaria.
Ci fermeremo a Barolo, o addirittura andremo a Barolo, per scoprire il buon caffè?