“Per il nostro panettone noi di Motta avremmo potuto usare tofu tritato, papaja, seitan, alga essiccata, e cuocerlo per trenta secondi nel microonde.
Invece no! Lo abbiamo preparato seguendo la nostra ricetta, originale dal 1919 . Panettone Motta. Da sempre, quello di sempre. E da oggi, anche con bacche di goji! Scherzo…”
Questo è il testo dello spot Motta che, per reclamizzare il suo perfido panettone tradizionale, si è fatta beffe di schiere di vegani, vegetariani e puristi a oltranza, contrapponendo a biechi ingredienti tradizionali come burro e uova –graditi ai vegani quanto il giorno del Ringraziamento ai tacchini– tofu, seitan et similia.
Ovvero nutrimenti più trendy e animal-free oggi pervicacemente presenti sulle nostre tavole, perfino quelle natalizie.
La replica, apparecchiata dai tipi di Vegan Chronicles, web serie comica che affronta il tema della scelta vegana, non si è fatta attendere.
Il video s’inserisce a pieno titolo nel filone delle reazioni esagerate per cui i vegani sono conosciuti, e spesso giustamente presi in giro.
Ad esempio, il linguaggio colorito trasforma le innocue uova di galline in “mestruo di pollo”, nientemeno.
Di contro, il trust di cervelli del marketing ingaggiati da Motta per fare lo spot di un prodotto non vegano, prendendo come bersaglio i vegani, non esattamente noti per le doti di autoironia, ha dimostrato una discreta dose di leggerezza.
Che abbiamo cercato nella lista degli ingredienti del noto panettone, senza trovarla.