Per trent’anni il mantra è stato lo stesso: non più di due uova a settimana, massimo tre. I nutrizionisti erano concordi, consumarne di più ci avrebbe esposto a rischi inenarrabili: problemi cardiocircolatori, epatici, ictus, infarto.
Oggi invece, come riferisce il Guardian, la Food Standard Agency, l’agenzia britannica per la sicurezza alimentare, sdogana il consumo di uova.
In pratica, non ci sarebbero più limiti al consumo, anche giornaliero, né rischi per l’aumento del colesterolo, a patto di mangiare le uova senza aggiungere sale o burro, come riporta anche NHS.UK, il più popolare tra i siti inglesi che si occupano di alimentazione e salute.
In altre parole, più che la quantità di colesterolo contenuta nel tuorlo dell’uovo, ad alzarne il livello nel sangue sarebbero soprattutto i grassi saturi.
Senza dimenticare che il colesterolo è determinante per le membrane delle cellule, per le funzioni cognitive e nella formazione della vitamina D e degli ormoni.
Un altro problema collegato al consumo di uova è sempre stato il batterio della salmonella, che si trova sul guscio dell’uovo e che può avere conseguenze letali, soprattutto per i più piccoli.
Ebbene, continua l’agenzia britannica per la sicurezza alimentare citata dal Guardian, il miglioramento delle condizioni igieniche degli allevamenti, nonché la vaccinazione della galline e il trasporto delle uova, hanno ridotto drasticamente il rischio di salmonella, per quanto non eliminato del tutto.
L’affermazione è supportata da uno studio che ha indagato 60 casi di salmonella nel Regno Unito, concludendo che soltanto uno o al massimo due casi erano riconducibili al consumo di uova crude.
I casi di infezione da salmonella erano in misura nettamente maggiore negli anni ’80, quando a causa dei sistemi di allevamento intensivi, le galline erano stipate in gabbie e il batterio si moltiplicava maggiormente. Oggi, grazie alle campagne di sensibilizzazione e soprattutto ai rigorosi controlli effettuati, le condizioni degli allevamenti sono migliorate, con relativa drastica riduzione della salmonella dovuta all’assunzione di uova crude.
Molte aziende infine, tra cui le multinazionali Nestlè e Unilever, si sono impegnate a eliminare le gabbie dagli allevamenti entro il 2025, lasciando le galline libere di razzolare, con conseguente maggiore salubrità delle uova prodotte.
In conclusione, dobbiamo dare alle uova il posto che meritano nella nostra alimentazione, senza patemi d’animo per grassi e colesterolo?
Il Guardian dice sì, e per una serie di ragioni.
Ricche di proteine ad alto valore biologico, comprensive di tutti e nove gli aminoacidi essenziali, le uova sarebbero un valido aiuto anche nel controllo del peso, perché efficaci nel ridurre la secrezione di grelina, un ormone che, assieme alla leptina, regola l’appetito e il senso di sazietà.
In un altro studio è stato osservato un campione di donne: quelle di loro che la mattina assumevano con regolarità delle uova, consumavano meno calorie durante la giornata, e anche durante tutte le 36 ore successive.
Le uova poi, è risaputo, sono uno scrigno di vitamine, in modo particolare A , D, E e B, contengono 10 minerali –calcio, fosforo zinco, selenio, potassio, sodio, rame, iodio, ferro e magnesio–, oltre a elementi quali colina, lecitina, luteina e zeaxantina, importanti nella formazione delle membrane cellulari.
Uova, dunque, anche nell’alimentazione delle categorie considerate più vulnerabili come donne incinte, bambini e anziani.
Mentre parlando di salmonella, almeno per quanto riguarda l’Italia, è consigliabile continuare a cuocere le uova oppure a pastorizzarle a casa, come molti di noi fanno oggigiorno: la probabilità di contrarre la salmonella si sarà anche drasticamente ridotta, ma non azzerata del tutto. Meglio non rischiare.
[Crediti | The guardian]