Costina contro costata: oggi è il giorno della verità.
Premesso che chi scrive è onnivoro e refrattario a qualsiasi tipo di radicalismo, non si può non notare che quel che va in scena oggi a Torino ha il profumo dello scontro finale: proprio nella città che la sindaca pentastellata Chiara Appendino vorrebbe “più veg friendly del mondo” inaugura stamattina con gran copia di ministri leghisti il “Bistecca Day” organizzato dalla Coldiretti.
Nei nobilissimi giardini reali alle spalle del palazzo che fu dei Savoia, per questo fine settimana è allestito il “Villaggio dei contadini”, cioè uno stuolo di stand e iniziative che propongono a noi bigi inurbati le gioie della campagna: i formaggi, gli ortaggi, persino le bestiole.
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Della tre giorni oggi è interamente dedicato a brace & braciole.
Scrivono i giornali “è la giornata dell’orgoglio carnivoro, un’iniziativa che Coldiretti ha inventato due anni fa per contrastare la demonizzazione delle carni.”
Il fatto che per combattere la “demonizzazione delle carni” si sia scelta la città che ha fatto della cancellazione della carne dal menu la propria bandiera non può passare inosservato. Un po’ come se si organizzasse il Pride in Vaticano o Miss Mondo in Arabia Saudita.
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Dicono quelli di Coldiretti: Torino è capitale del Piemonte, il Piemonte è uno dei grandi territori della carne mondiale. Io sono perfettamente d’accordo, solo mi preoccupa la deriva radicale che sta prendendo ogni discussione, anche quella sul cibo.
Non vorrei mai che il Bistecca Day diventasse un pretesto per iniziative improvvide.
Io andrò a controllare di persona: perché sono un cronista serio, ma soprattutto perché già pregusto l’enorme grigliata che mi concederò a pranzo.