Terra Madre Salone del Gusto 2024: cosa non perdersi quest’anno

Cultura, cibo, dialogo, approfondimento: sono questi i punti cardine, come sempre, di Terra Madre Salone del Gusto 2024, che torna con una riflessione profonda su Noi e la Natura.

Terra Madre Salone del Gusto 2024: cosa non perdersi quest’anno

Torna, dal 26 al 30 settembre a Torino, Terra Madre Salone del Gusto, probabilmente ancora l’evento dedicato al cibo più interessante a cui valga la pena partecipare. Se è così è perché, come sempre, qui il cibo si fa contenuto e non contenitore, cultura e non pretesto, grazie agli insegnamenti di Slow Food e alla volontà di costruire qualcosa di nuovo, di diverso, di migliore.

Ci riesce con ogni edizione, in effetti, Terra Madre Salone del Gusto, ad accendere anche solo una scintilla di ragionamento, di riflessione, sul futuro del cibo e non solo. E lo fa anche quest’anno, con un fil rouge portante che pone l’accento sulla natura, e sulla nostra interconnessione con essa. “We Are Nature” dice in questa edizione il Salone del Gusto. Come a dire: se non rispetti la natura, sei tu a morire. Nulla di più vero, quindi, e di più necessario che costruire una nuova consapevolezza in questo senso. Per costruirla, quest’anno, Slow Food ha lanciato il tema dell’educazione alimentare, con l’appello da poco lanciato da Carlo Petrini, ricordato anche nel momento di lancio del Salone del Gusto. “Con una classe dirigente sorda e sempre più in balia degli interessi economici delle multinazionali, o dei grandi fondi di investimento, noi crediamo che il cambiamento possa ancora avvenire dal basso. Ma per far sì che ciò si realizzi, è necessario che la società civile sia informata e avveduta su tutte le innumerevoli connessioni che, partendo dal cibo, si legano al benessere degli individui e alla salute del Pianeta. In questa edizione, Terra Madre vorrà promuovere una sana educazione e una più profonda conoscenza del comparto alimentare e di tutte le dinamiche che ne sottendono. Solo attraverso questo percorso sarà possibile creare la consapevolezza di “essere natura” e consegnare un futuro diverso alle nuove generazioni”, dice Petrini.

Dunque, il Salone del Gusto anche quest’anno promette di essere un momento di riflessione collettiva, più che un mercato, anche se poi è quello che richiama il grande pubblico di curiosi. Però, almeno per ora, la manifestazione non pare aver perso il suo spirito e, anche se la location di Parco Dora non ha convinto proprio tutti, per ora si prosegue per quella strada.

Numeri e progetti

terra madre salone del gusto

La cosa molto bella di questa quindicesima edizione di Terra Madre Salone del Gusto, anche se può sembrare minimale in un universo di cose interessanti, è il ritorno di un progetto bloccato dalla pandemia, ovvero quello che prevede l’ospitalità dei delegati nelle case di Torino, nel tentativo di coinvolgere tutti in esperienza di culture e tradizioni diverse, che è sempre stato fin dall’inizio un po’ il cuore della manifestazione.

Parliamo tra l’altro di circa tremila delegati, provenienti da 120 paesi diversi. A cui si aggiungono gli oltre 600 espositori del Mercato italiano e internazionale. Insomma, un bel po’ di cultura e tradizione da mescolare.

Centrali nella manifestazione sono anche due grandi aree dedicate ai principali progetti associativi. L’Orto Slow Food, che propone un percorso didattico-sensoriale in cui bambini e adulti possono toccare e annusare foglie, frutti e terra, scoprire la biodiversità delle produzioni autoctone e comprendere buone pratiche orticole, con suggerimenti pratici per riprodurle in ambito domestico. Nello spazio dedicato alle reti “Slow Food Grains, Olive, Beans e Mays”, invece, produttori e artigiani raccontano la loro storia e i tanti modi di salvaguardare varietà, paesaggi e tradizioni lungo tutta la penisola.

Cosa succede a Parco Dora per il Salone del Gusto

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Come abbiamo detto, la parte più pop di Terra Madre Salone del Gusto è certamente il grande Mercato italiano e internazionale, che raccoglie agricoltori, allevatori, pescatori, artigiani provenienti da tutto il mondo.

Ci sono poi le arene che ospitano le conferenze e gli incontri: quella dedicata a Joannah Stutchbury, ambientalista e attivista, impegnata da anni per difendere le foreste del Kenya, uccisa nel 2021 proprio per il suo lavoro; quella in ricordo di Sergio Staino, disegnatore e fumettista e la terza, la Your Next Arena, un nuovo spazio dedicato al dialogo con le nuove generazioni.

Tornano a Parco Dora anche l’Enoteca della Slow Wine Coalition, dove poter degustare le etichette italiane ed estere di vino buono, pulito e giusto e lo spazio della Slow Food Coffee Coalition, in cui produttori, operatori, torrefattori e baristi mostrano come le scelte di ognuno possono fare la differenza lungo tutta la filiera del caffè.

Gli appuntamenti

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Conferenze e dibattiti nelle arene, ma anche occasioni di degustazione e approfondimento, come i Laboratori del Gusto e Appuntamenti a Tavola e gli eventi della Cucina dell’Alleanza. Gli appuntamenti tematici si articoleranno in alcuni filoni principali. Clima e natura, ad esempio, con Filippo Giorgi, esperto internazionale nel campo della modellistica del clima e Sara Segantin, scrittrice, reporter e Ambassador per l’European Climate Pact. Oppure Biodiversità e natura con Francesco Sottile, docente presso l’Università di Palermo, membro del board di Slow Food, autore del volume Dalla parte della natura, Gianfranco Bologna, naturalista e ambientalista, è presidente onorario della comunità scientifica del Wwf Italia, full member del Club di Roma, Dave Goulson, professore di scienze naturali e ambientali all’Università del Sussex, UK. O ancora, vista la grande attualità, il tema della Giustizia e del lavoro, con Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele; Bruno Giordano, magistrato presso la Corte di Cassazione, direttore capo dell’Ispettorato nazionale del lavoro; Jean René Bilongo, presidente dell’Osservatorio Placido Rizzotto, responsabile del Dipartimento Politiche Migratorie di FLAI-CGIL e Sara Manisera, giornalista e autrice del libro Racconti di schiavitù e lotta nelle campagne.

Le parole (bellissime) della presidente di Slow Food Italia

barbara nappini slow food italia

A colpire, in questo primo lancio della nuova edizione di Terra Madre Salone del Gusto 2024, sono le riflessioni di Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia. “Quando diventa merce, quando entra nella logica del consumo e del profitto, il cibo fa male: alla salute, all’ambiente, al clima“, dice. “inquina terra, acqua, aria, distrugge la biodiversità. Spreca un terzo di quel che produce e alimenta filiere ingiuste, che in nome del guadagno, tollerano fame, miseria, sfruttamento, schiavitù, morti sul lavoro. Un sistema in cui perdono quasi tutti a vantaggio di pochissimi.

Ma c’è un’altra storia, che vogliamo raccontare a Terra Madre 2024. La storia del cibo come nutrimento, cultura, convivialità. Come elemento potente che ci riconduce alla terra, al suolo, all’acqua. Alla natura. Ragionare di relazione con la natura significa porre l’accento sulle connessioni fra tutti i viventi, riconoscerci parte integrante del tutto, proteggere e accogliere la diversità della vita: dal più piccolo dei microrganismi presenti nel suolo o nel profondo degli oceani alle specie vegetali e animali, fino agli ecosistemi, ai saperi e le culture.

E accogliere la diversità vuol dire immaginare mondi nuovi: passare dalla competizione alla collaborazione. Dallo sfruttamento al rispetto. Dal degrado alla cura. Dal profitto individuale al bene comune. Significa impegnarsi per i diritti, la giustizia, la pace.

A Terra Madre Salone del Gusto 2024 parliamo di natura in relazione alla biodiversità, al clima, alle città, all’agricoltura, all’allevamento e la pastorizia, a boschi e foreste, al ruolo delle donne e dei giovani, al sapere delle popolazioni indigene, all’educazione, alla salute, alla coscienza individuale, persino all’intelligenza artificiale”.