Possono stare tranquilli i circa 200 mila celiaci italiani (ma con l’enorme “sommerso” della malattia si stima che siamo almeno il doppio). Domani, la conferenza Stato-Regioni confermerà per decreto il diritto all’erogazione gratuita degli alimenti senza glutine.
Il decreto tuttavia, come precisa l’Ansa, conterrà una riduzione della spesa totale del 19%.
Nonostante nei mesi scorsi non siano mancate le polemiche, la revisione del Registro Nazionale degli alimenti gluten free erogabili, ovvero quelli che consentono ai pazienti celiaci di vivere una vita quasi normale, come i piatti pronti e preparati, rimarranno del tutto gratuiti.
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Da parte sua, l’Associazione italiana celiachia (Aic), nonostante la riduzione dei tetti di spesa del 19% –che tiene conto tuttavia di una riduzione dei costi degli alimenti senza glutine– si è detta soddisfatta perché ai pazienti sono stati evitati “tagli choc” capaci di compromettere la possibilità di assistenza medica, che invece resterà piena.
L’Aic intende lavorare con i ministeri della Salute e della Funzione Pubblica per raggiungere un nuovo obiettivo, dei buoni di acquisto digitali che i pazienti celiaci potrebbero spendere dappertutto in Italia, anche in regioni diverse da quelle di residenza, per acquistare alimenti senza glutine.
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Succede già in 4 regioni italiane, dove i buoni sono digitali e vengono utilizzati oltre che nei supermercati e nei negozi specializzati anche per l’assistenza medica vera e propria.
In Europa ci sono Paesi che non prevedono l’erogazione gratuita degli alimenti senza glutine, come Spagna e Irlanda, e Paesi che garantiscono soltanto alcuni alimenti essenziali, tipo Croazia e Serbia.
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Mentre Finlandia, Francia, Belgio, Danimarca e Norvegia assicurano un sostegno economico da 23 a 50 euro al mese, Russia, Germania, Olanda e Portogallo permettono la detrazione dalle imposte di una parte dei costi sostenuti.
Infine il Regno Unito prevede per la terapia necessaria ai celiaci il pagamento di un ticket.
[Crediti | Ansa]