La sera del 21 ottobre, Giorgia Meloni ha rivelato in diretta dal Quirinale la rosa dei nuovi ministri per il suo governo. Alla menzione del “Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, che assumerà la denominazione di ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare, Onorevole Francesco Lollobrigida” giù un pandemonio di commenti e sberleffi nella mia bolla. Ora non che la cosa mi renda così orgogliosa, anzi. Tuttavia stupirsi di queste uscite significa essere stati un po’ troppo distratti durante la campagna elettorale.
Le anticipazioni di Forza Italia
Infatti il ministro del mare, il made in Italy e la sovranità alimentare erano ben presenti in tutti i programmi elettorali presentati dai partiti di destra. Solo per rinfrescarvi la memoria e per dare una visione di quello che ci aspetta di qui a poco, il programma di Forza Italia parlava con assoluta pregnanza di difendere a tutti i costi il made in Italy, tramite ad esempio la “creazione di una grande piattaforma online quale vetrina dei prodotti Made in Italy certificati e promozione del turismo commerciale di chi viene in Italia per acquistare direttamente i nostri prodotti”. E poi altri riferimenti anche in capo al tema della “valorizzazione della lingua italiana all’estero, difesa dell’italianità, della cultura e dei simboli italiani nel mondo”. In particolare, uno dei capisaldi di questo principio sovrano è il contrasto al nutriscore che sarebbe un’imposizione inaccettabile da parte dell’Europa.
La sovranità nel programma della Lega
Ma a scendere veramente nel campo della sovranità alimentare è stato il programma portato dalla Lega di Matteo Salvini. In soldoni era tutto qui, quando Lega sottolineava la necessità di insistere su sovranità e sicurezza alimentare e di “tendere a una maggiore autosufficienza e garantire la sicurezza alimentare del Paese è un obiettivo strategico che lega produttori e trasformatori e rende i prezzi delle materie prime meno suscettibili alle tensioni internazionali e alle speculazioni. Rende, in sostanza, il Paese più forte. Come, giustamente, avviene in questi mesi per il tema energetico, così dev’essere per quello alimentare perché anche da questo passa la tenuta del nostro sistema produttivo. Sulle filiere principali del primo settore italiano (cereali, zootecnia, ortofrutta, olio e vino) possiamo programmare una serie di scelte nazionali in questa direzione, anche tenendo aggiornato il Piano Strategico Nazionale in base alle esigenze del Paese”.
Ora capiremo con quali strategie verrà affrontato il tema dell’export, che è necessario per le economie italiane: o facciamo il doppio gioco e pensiamo di poter contare solo sui nostri prodotti in Italia e che invece gli altri chiudano un occhio se abbiamo voglia e bisogno di spedire altrove i nostri? La cosa più inquietante però non è tanto questa, quanto che un concetto che aveva in sé un potenziale importante progressista e determinista (se usato per esempio, come nacque, da parte delle popolazioni indigene), come quello della sovranità alimentare, sia stato manipolato per rivendicare una supposta superiorità italiana rispetto agli altri paesi in campo alimentare e agricolo.
Il nuovo ministro
Sul nuovo ministro, Francesco Lollobrigida, sappiamo prima di tutto che sostituirà l’uscente Stefano Patuanelli. In secondo luogo che è sposato con la sorella di Giorgia Meloni, Arianna. E fin qui potremmo fregarcene: scorrendo il curriculum appare tuttavia evidente che Lollobrigida non abbia alcuna competenza specifica nel ministero al quale è stato destinato. Si è formato in Giurisprudenza, ha fatto il servizio Militare in Aeronautica, è stato nominato consigliere comunale a Subiaco, assessore allo sport cultura e turismo del comune di Ardea, assessore ai trasporti del Lazio, si è occupato di giustizia e magistratura. Il suo ruolo però all’interno del partito è importantissimo, e questo fa dedurre che il ministero a cui è destinato sia nevralgico per le istanze che il governo vorrà portare avanti.
La sovranità per Francesco Lollobrigida
In una recente intervista a Repubblica, aveva sottolineato come il tema della sovranità rispetto all’UE fosse centrale nelle azioni del prossimo governo. “Il principio della sovranità del diritto comunitario su quello nazionale è oggetto di dibattito anche in altri Paesi. In Germania la Corte costituzionale ha affermato che, fra i due sistemi normativi, prevale sempre quello che più tutela la popolazione tedesca. È un concetto che dovrebbe essere oggetto di riflessione. Sì, la sovranità del diritto Ue va rivista: discutiamone. Anche perché nessuno pensa più, alla luce degli ultimi eventi, che l’Europa sia perfetta” aveva detto. Anche questo ci conferma, se ce ne fosse bisogno, che era già tutto nell’aria. Da qui il passo alla sovranità alimentare è stato breve.