Cosa devo sapere se voglio coltivare l’orto in casa

Vi spieghiamo perché l'orto in casa o sul balcone è perfettamente legale

Cosa devo sapere se voglio coltivare l’orto in casa

Un sogno. Per noi, grigi abitanti di città, abituati a mangiare insalate cresciute direttamente nell’involucro trasparente o zucchini che occhieggiano mollicci da confezioni di polistirolo bianco, la possibilità di addentare un ravanello appena colto o impreziosire la pizza casalinga con una fogliolina di basilico fresco, appare come una chimera, un privilegio da cui siamo irrimediabilmente esclusi.

Questi e altri motivi spingono il protagonista di Captain Fantastic, film in questi giorni nelle sale di cui siamo media partner, ad allontanarsi dalla civiltà dei cibi processati e plastificati, per costruire un microcosmo green e alternativo in cui far crescere i propri figli.

Come andrà finire non ve lo diciamo, scopritelo da soli e godetevi la pellicola.

Da qualche anno è esplosa la mania degli “orti in casa”: sempre più spesso, infatti, da balconi e terrazzi si vedono far capolino veri “appezzamenti di terreno” in formato mignon.

Così come semplici vasi, in cui fragole e rosmarino fanno bella mostra di sé al posto di rose e petunie.

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Non è nemmeno difficile trovare piantine di cicoria e pomodorini Pachino accomodate nel salotto di casa, sempre pronte a fornirci i loro frutti chiedendo in cambio solamente un po’ di luce, acqua e qualche minima cura.

Una moda, quella dell’orto in casa, che ormai sta diventando sempre più diffusa, e forse non solo in relazione ai raccolti magari non sempre così copiosi, ma anche per la dose aggiuntiva di relax e auto-gratificazione che l’accudire una pianta per poi cibarsene inevitabilmente ci regala.

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Peccato che a rovinare questa idilliaca scenetta agreste, da qualche anno circoli la notizia che l’Unione Europea avrebbe vietato la coltivazioni dei vegetali all’interno delle case, per motivi di sicurezza e igiene, obbligando inoltre i novelli contadini a utilizzare esclusivamente sementi certificate, cioè quelle provenienti dalle invise multinazionali.

La notizia, che circola dal 2013, ha avuto ampia eco, e tutti i maggiori media e le testate giornalistiche ne hanno parlato.

I motivi specifici sarebbero i più svariati, dai disastri imminenti causati da famigerati semi OGM non certificati, alla diffusione del batterio di Escherichia Coli che già nel 2011, nell’ambito di quello che venne poi definito cetriolo assassino che intossicò 300 persone spedendone al Creatore ben sedici.

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Proprio per questi motivi la UE avrebbe vietato la pratica degli orti in casa, prevedendo non solo corpose sanzioni pecuniarie ma addirittura, nei casi ritenuti più gravi, la detenzione.

Peccato sia tutta una bufala.

Una notizia falsa, una panzana inventata di sana pianta –mai paragone fu più azzeccato– già ampiamente smentita e sbugiardata, per esempio da Slow Food, ma che rispunta puntualmente su media e testate evidentemente poco aggiornate e ancor meno affidabili.

Vero è, invece, che in sede Ue venne discussa tempo fa una proposta di legge per regolamentare la produzione e il commercio delle sementi, ma solo in relazione all’agricoltura professionale, vale a dire per aziende con almeno 10 dipendenti e con un fatturato annuo di almeno due milioni, senza prendere minimamente in considerazione gli orti amatoriali.

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La proposta di legge, oltretutto, venne poi bellamente respinta e non ebbe alcun seguito, nemmeno per gli agricoltori di professione.

Ma cosa si può fare se si vive condominio? In alcune realtà è possibile che i condomini scelgano di utilizzare una piccola parte in disuso del cortile interno , o in uno spazio interposto tra la facciata e la pubblica via, per realizzare l’orto condominiale.

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Per poter concretizzare il tutto si deve tener presente che in riferimento all’art. 1102 c.c. : ogni condomino potrà utilizzare la cosa comune nel modo che ritiene più opportuno purché ciò non alteri la sua destinazione o non impedisca agli altri condomini di farne parimenti uso.

Quindi in seguito a delibera assembleare, sarà possibile gestire in modo comunitario l’orto condominiale.

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Se invece il nostro condominio proprio non vuole saperne di diventare un’oasi nel cemento, lo si potrebbe realizzare sul nostro terrazzo, questo benedetto orticello .

È importante controllare che il balcone possa sopportare il peso dei vasi di terra e consultare l’amministratore per essere sicuri che il nostro piccolo Eden non alteri la facciata condominiale.

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Se invece l’orto sarà di dimensioni limitate, fatto di pochi vasi di fragole, limoni bonsai ed erbette aromatiche, non c’è bisogno di particolari autorizzazioni da parte degli amministratori, a meno che ci sia qualche clausola nel regolamento di condominio.

Quindi, cercando di non disturbare i nostri vicini con gli scoli delle annaffiature, sarà possibile sporcarsi di terriccio e godere dei propri raccolti stagionali.

[Crediti | Link: good films | Immagini: Ikea]