Reducetariani. Sì, re-du-ce-ta-ria-ni. Capito, o ve lo devo dire cantando?
Cos’ è? Un nuovissimo, salvifico regime alimentare che riabiliterà tutti noi, vegetariani mancati dalla tentazione facile che vediamo il nostro obiettivo di purezza vegana allontanarsi sempre un po’ di più a ogni morso di pane imburrato o di toast al prosciutto.
Ma per fortuna, è ormai finito il tempo in cui chi si azzardava ad addentare un pezzo d’arrosto durante il pranzo di Natale veniva additato come un bieco mangiatore di cadaveri: ora anche i comuni mortali onnivori potranno essere finalmente riabilitati.
Grazie a Brian Kateman, guida spirituale dei reducetariani: un movimento rivoluzionario la cui principale rivoluzione consiste nella moderazione, ovvero nel non escludere del tutto la carne e i derivati animali ma nel ridurli.
Semplice, no? Eppure ci voleva un movimento specifico, con tanto di meeting internazionale appena concluso a New York, per ridare dignità ai milioni di vegani e vegetariani che non riescono a mantenersi puri da carne e derivati.
Vero, nel 2016, rispetto a 10 anni fa, i vegetariani sono aumentati di tre volte e mezzo, ma quanti di loro riescono a non cadere nella tentazione della carne? E proprio a loro si rivolge Kateman, cresciuto a bistecche e hamburger ma che già da studente decise di diventare vegetariano.
“Sono un tipo pragmatico –ha detto Kateman in un’intervista al Guardian–, mi interessano più i risultati dei processi. La gente mangia meno carne non per qualche idea astratta, ma perché questo ha un impatto significativo sulla salute del pianeta.
Vegani, vegetariani e chi si è limitato a ridurre il consumo di carne fanno tutti parte della stessa famiglia, e il reducetarianesimo porta con sé l’idea della moderazione, l’ideale per noi onnivori”.
Oltre a pubblicare un libro, The Reducetarian Solution, la Fondazione Reducetariana ha postato sul proprio sito video, ricette e un post in cui i fan possono impegnarsi a i loro propositi su come ridurre il consumo di carne.
E se da una parte i neo-hippy, che impazzano su Instagram con le loro scintillanti e salutari minestre di zucchini, fanno scivolare sempre più in basso i poveri onnivori nel girone dell’abominio – almeno nell’immaginario collettivo – , Kateman fornisce invece loro una possibilità di rivincita.
Infatti, il mondo vegano è un mondo essenzialmente rigido, di qua o di là, bianco o nero, e non ammette zone grigie: o sei vegano completamente, fino al midollo, oppure non lo sei affatto, e non ci sono vie di mezzo. Non tocchi la carne per un anno? Allora sei ufficialmente promosso a vegetariano. Mangiucchi un hot dog alla vigilia di Pasqua? Hai fallito.
Ma se diventi reducetariano, ogni tanto potrai pure mangiarti in santa pace pane e mortadella o concederti un hamburger senza sentirti colpevole di aver accelerato la fine del mondo o dell’universo intero.
La moderazione, non l’assolutismo, ci salverà.
[Crediti | Link: The Guardian]