Finora sapevamo di Beth Anderson, l’inglese che fa l’assaggiatrice per un’azienda di alimenti in virtù di una lingua con il doppio di papille gustative della media, assicurata per un milione di sterline.
Difficilmente Beth Anderson ingrasserà, stando allo studio dell’Università di Milano che ha individuato un rapporto di causa effetto tra il numero di papille gustative e i problemi di peso eccessivo.
In altre parole, più papille gustative abbiamo e meno ingrassiamo.
Attualmente in Italia il 25% della popolazione adulta è in sovrappeso, il 9% in condizione di obesità di vario grado.
La scoperta del Laboratorio di Analisi Sensoriale dell’università milanese è molto importante per il trattamento delle patologie alimentari, dalle malattie cardiovascolari al diabete fino all’eccesso di colesterolo.
Secondo lo studio la percezione dei quattro gusti principali (dolce, salato, amaro, acido) sarebbe diversa tra persone dal peso entro i limiti e persone in sovrappeso, dotate di una maggiore sensibilità per il gusto grasso, com’è stato battezzato dai ricercatori.
Fondamentale per la scoperta è stata l’analisi della punta della lingua, ricca di recettori nervosi, evidenziata grazie a un colorante alimentare. In questi modo è stato possibile verificare la quantità delle papille e il tipo.
100 i volontari coinvolti nell’esperimento: i risultati sono stati analizzati attraverso la somministrazione di diverse sostanze, caratterizzate ognuna da un gusto differente.
Da questo studio preliminare, è stato possibile evidenziare come le persone in condizione di obesità dimostrassero minore sensibilità gustativa rispetto alle persone dal peso entro i limiti.
Questo li porterebbe alla ricerca di alimenti con una densità calorica molto più alta e, quindi, alla sovralimentazione.
[Crediti | Link: Dissapore, Repubblica]