La piramide alimentare è il grafico che segnala gli alimenti da consumare in piccole quantità e, a scendere, quelli che si possono mangiare con più frequenza e in quantità maggiori.
Per buona parte dei nutrizionisti italiani la piramide alimentare mediterranea rappresenta la base per una sana alimentazione.
Ma dall’Ifmed (International Foundation of Mediterranean Diet) arriva una richiesta di aggiornamento a margine della prima Conferenza mondiale sulla dieta mediterranea che si è tenuta nei giorni scorsi a Palazzo Lombardia a Milano.
La proposta parla di piramide della dieta mediterranea sostenibile, modello che raccoglie le indicazioni di molti studi recenti sull’ambiente e sulla nutrizione, spostando l’attenzione anche sui benefici per il pianeta.
I legumi riacquistano un ruolo primario: fonti di vitamine, sali minerali, proteine, rappresentano un motore per i Paesi la cui economia si basa principalmente sull’agricoltura.
Va incrementato il consumo settimanale di pesce, ce n’è troppo poco nella dieta in Italia e a livello globale: nel nostro Paese se ne consumano circa 40grammi a settimana (contro i 60 raccomandati), la media internazionale è ancora più bassa. Unico esempio virtuoso la Spagna, che conquista il primato per il consumo di pesce in conserva.
Per quanto riguarda la carne rossa, inserita tra gli alimenti potenzialmente cancerogeni dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ci si muove con cautela: nelle giuste quantità, grazie alla presenza di nutrienti importanti e componenti bioattivi, resta necessaria soprattutto in gravidanza e durante l’infanzia, senza dimenticare chi pratica sport.
[Crediti | Link: AdKronos]