Che ne sarebbe del reato di frode in commercio di cui sono accusati i responsabili di 7 aziende: Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Prima Donna (Lidl) e Antica Badia (Eurospin), per aver messo in vendita del comune olio d’oliva spacciato per il più pregiato extra vergine?
Se venisse approvata la bozza del decreto legislativo presentato oggi dal governo in Senato, riferito alla vendita degli oli, verrebbe depenalizzato: da reato penale a semplice sanzione amministrativa.
Oggigiorno dichiarare il falso in etichetta, sia nel caso delle 7 aziende indagate dal procuratore di Torino Raffaele Guariniello su segnalazione della rivista Il Test, sia nel sequestro dell’Antimafia di Bari di oltre settemila tonnellate di falso olio made in Italy in realtà proveniente da paesi extracomunitari, la frode in commercio è un reato penale punito dal codice penale.
Ora il governo sembra intenzionato a derubricarlo e punirlo con una semplice multa.
Il motivo delle polemiche di queste ore è evidente: da un lato, si dice di voler tutelare in modo crescente il Made in Italy, senza peraltro riuscirci, visti i continui scandali specie nel settore dell’olio extra vergine d’oliva.
Dall’altro, infliggendo semplici sanzioni amministrative (dai 3500 ai 18.000 euro) proprio per il tipo di frodi più diffuse, il governo rischia di incentivare l’agropirateria alimentare e la contraffazione.
E’ così, con un vero colpo di spugna, che si forniscono al Made in Italy gli strumenti per difendersi dai falsari?
[Crediti | Link: Il Test]